luigi di maio

“DI MAIO NON SI PUO’ IMPUNTARE COSI’, GLI ELETTORI NON CAPIREBBERO” - I MALUMORI TRA GLI ELETTI CINQUESTELLE CHE NON CAPISCONO L’OSTINAZIONE DI LUIGINO A VOLER PALAZZO CHIGI A TUTTI I COSTI: “HA DETTO CHE LA PRIORITÀ E’ IL PROGRAMMA” - SALVINI PROFETIZZA: “IO AVRÒ PURE I MIEI PROBLEMI A TENERE UNITO IL CENTRODESTRA, MA DI MAIO A BREVE AVRÀ I SUOI…”

Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

salvini di maio prima di essere attaccati

Ci vorrà tempo, forse un mese, o di più, di paziente attesa. Poi i borbottii non saranno più un rumore di fondo ora appena percepibile: diventeranno malumori e frustrazioni, e cresceranno come un'onda che travolgerà le ambizioni di Luigi Di Maio. È questa la convinzione che rasserena le notti di Matteo Salvini. È quello che crede, o spera: «Io avrò pure i miei problemi a tenere unito il centrodestra, ma Di Maio a breve avrà i suoi».

 

Fino a quando il M5S resterà compatto dietro al suo leader che insiste a pretendere per sé la presidenza del Consiglio? Il tempo erode le certezze. Il resto, potrebbe farlo la paura di tornare al voto, e di rimettere in gioco l' elezione da parlamentare, di tanti debuttanti.

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Alla Camera e in Senato, negli oziosi pomeriggi ancora troppo pieni di inattività, comincia a farsi spazio, nelle analisi dei parlamentari, la domanda sulla tenuta del gruppo grillino.

È il più eterogeneo, frutto di una composizione di identità diverse nata in tutta fretta nell' ultimo mese di campagna elettorale, senza un collante ideologico forte.

 

Diversi leghisti hanno riportato a Salvini il contenuto di chiacchierate informali con alcuni colleghi del M5S, neoeletti ma anche deputati della vecchia guardia: «Dicono già che Di Maio non si può impuntare così. L'elettorato non capirebbe».

DI MAIO SALVINI

 

Non capirebbe perché il Movimento che più di altri ha detto che sarebbe stata data priorità al programma, preferirebbe rinunciare al governo in nome di Di Maio premier. Salvini ha intuito la potenziale contraddizione e ha detto ai suoi colonnelli e a tutti i volti noti della Lega di dire in tv, in radio, sui giornali la stessa cosa: «Parlate solo di programmi e non di poltrone. Lasciamo le poltrone a Di Maio».

 

LUIGI DI MAIO E GIOVANNA MELODIA

Così, calcola il leghista, se andrà a vuoto il primo giro di consultazioni si arriverà a un punto di sfinimento. Ed è vero che nel M5S c' è già chi pensa all' esito finale, l' unico che potrebbe salvare la legislatura in caso di stallo sulla premiership: «Se tutti e due non faranno un passo indietro, il presidente Sergio Mattarella proporrà un terzo nome a cui sarà difficile dire di no».

 

Ma i 5 Stelle, che adesso evocano come probabile questo scenario, arriveranno a parlare anche apertamente della necessità di questo compromesso, sfidando volontà e desideri del proprio leader? È su questa crepa che vuole lavorare Salvini, su una fronda governista che vede crescere all' orizzonte, soprattutto tra gli eletti grillini che hanno aderito al Movimento pochi mesi fa e potrebbero farlo implodere tra un mese.

 

Uomini e donne della società civile che hanno risposto alla chiamata di Di Maio e che non vogliono appendere al chiodo delle aspirazioni del leader il sogno del governo. Sarà pure una coincidenza, ma il nuovo regolamento votato dai 5 Stelle accentra tutti i poteri sul capo politico, che da qui ai prossimi dieci anni sarà Di Maio. Comunicazione, gestione dei gruppi, azione politica.

DI MAIO FRACCARO

 

Tutto è sotto il controllo del leader. Al punto 5 dell' articolo 21 è prevista una multa di 100 mila euro per chi esprime dissenso politico, e viene espulso o si dimette. Un invito esplicito ad autocensurarsi con cui dovranno misurarsi i parlamentari che non saranno allineati al verbo di Di Maio, quando si giocherà l' ultimo tempo della partita del governo.

 

Ormai l' alleanza con la Lega è nei fatti. Vive nelle parole dei parlamentari grillini, che leggono solo come velleitari e inutili i tentativi di rivolgersi all' altro forno, quello del Pd. I 5 Stelle lo chiamano «il governo del cambiamento», alcuni leghisti «il mondo nuovo». Un universo per ora parallelo, raccontato nei retroscena, ma prossimo ad avverarsi. Ne parlano Di Maio e Salvini, nelle tante telefonate quotidiane («l' altra sera al ristorante non riuscivamo a parlare con lui» raccontano alcuni leghisti). Senza intermediari: Salvini non li vuole, né con Di Maio né con Silvio Berlusconi.

 

 

Il leader con l' iPad sempre in mano ha chiesto il filo diretto. Per capire quali siano gli ostacoli, e come superarli, senza fraintendimenti. Di Maio gli sta ripetendo sempre le stesse cose. Le stesse che ha fatto arrivare anche al Colle: «Non cediamo su due punti. Io premier e Berlusconi fuori dal governo». Per il resto, è pronto a concedere i ministeri più importanti. Condizioni inaccettabili, per Salvini: «Non mi vedo a fare il ministro di un governo Di Maio». E sa di avere detto proprio «un governo Di Maio», non un governo «con» Di Maio.

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM