giorgia meloni giampaolo rossi paolo corsini serena bortone antonio scurati rai

IN RAI NON C’È MAI PACE – L’USIGRAI ANNUNCIA UNO SCIOPERO DI 24 ORE PER LUNEDÌ 6 MAGGIO, CONTRO IL “CONTROLLO ASFISSIANTE SUL LAVORO E IL TENTATIVO DI RIDURRE LA RAI A MEGAFONO DEL GOVERNO” - I VERTICI SI RIMANGIANO LA LINEA DURA SUI RESPONSABILI DELLA CENSURA DELLO SCRITTORE ANTONIO SCURATI. COME DAGO-DIXIT, NON PAGHERÀ NESSUNO, MEN CHE MENO IL CAMERATA CORSINI – LA CONTROMOSSA: “COMMISSARIARE” IL FUTURO AD, GIAMPAOLO ROSSI, CON UN MANAGER ESTERNO DI ALTO PROFILO COME DIRETTORE GENERALE…

IL CASO SCURATI - VIGNETTA BY VUKIC

1. DAGOREPORT LA PAROLA D’ORDINE TRA I PRETORIANI DI TELE-MELONI È: SOPIRE E TRONCARE. ANZI, INSABBIARE – PER LO SCURATI-GATE NON PAGHERÀ NESSUNO

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagoreport-ndash-parola-rsquo-ordine-pretoriani-tele-meloni-392727.htm

 

2. GIORNALISTI RAI IN SCIOPERO IL 6 MAGGIO

Comunicato stampa dell’Usigrai

 

L'incontro di raffreddamento con l’azienda si è risolto con un nulla di fatto, motivo per cui confermiamo il nostro stato d’agitazione. Sentita la commissione garanzia, è stato proclamato uno sciopero di 24 ore, con astensione dal lavoro dalle 5.30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7.

 

Nel rispetto delle regole fissate dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, non potranno aderire i giornalisti del Giornale Radio Rai che già saranno impegnati in uno sciopero sabato 27 aprile contro l'ipotesi di accorpamento del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento che svuoterebbe Radio1 della sua vocazione all news senza alcun vantaggio per la testata e l'azienda.

 

roberto sergio con rossi

Nei giorni precedenti verranno messe in atto una serie di iniziative sindacali come da mandato dell’assemblea dei cdr, dello scorso 17 aprile.

 

Questi i motivi della protesta:

 

Il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni, il no dell’azienda ad una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato, senza una reale disponibilità alla trattativa, la mancata stabilizzazione dei colleghi precari.

serena bortone legge il monologo di antonio scurati 4

 

Esecutivo Usigrai

 

3. ORA SULLA CENSURA A SCURATI L’AD SERGIO FA RETROMARCIA MA A MELONI NON BASTA E PENSA A UN “COMMISSARIO”

Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

«L’unica certezza che ho è che non c’è stata alcuna censura». Prima ancora d’aver completato l’indagine interna da lui stesso avviata al grido di «chi ha sbagliato paga », l’ad Roberto Sergio si rimangia la linea dura — tutti i «provvedimenti drastici» annunciati ai giornali amici — e assolve i dirigenti meloniani della Rai: nessuno avrebbe impedito ad Antonio Scurati di partecipare al programma di Serena Bortone su Rai3 per declamare il suo monologo sul 25 Aprile.

L ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SUL CASO SCURATI

 

Devono avergli fatto capire che non poteva più continuare a chiamarsi fuori: «Non sapevo nulla, non sono stato informato, si doveva agire diversamente, io di sicuro non lo avrei censurato », s’era sfogato a caldo il capo azienda in un colloquio mai smentito con la Stampa.

Una retromarcia inevitabile: dalle carte dell’istruttoria risulterebbe infatti che, alla vigilia della messa in onda di Chesarà, il suo staff era stato avvertito del tentativo di boicottaggio ai danni dello scrittore. Sergio, quindi, non poteva non sapere. Per cui insistere a recitare la parte del Torquemada non gli sarebbe convenuto.

 

[…] alla sua prima uscita pubblica dopo due giorni trascorsi rintanato in casa, l’ad ha scagionato ufficialmente tutti gli indiziati, a cominciare dal direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini, il luogotenente di FdI accusato di aver cucito il bavaglio a misura di Scurati.

 

PAOLO CORSINI

Alleggerendo pure la posizione di Bortone che aveva fatto deflagrare il caso sul suo profilo Instagram: «Mai parlato di sanzioni disciplinari, stiamo aspettando una relazione e sulla base di quella si valuterà». E pazienza se la relazione ce l’ha in mano già da lunedì. La tesi difensiva è pronta: «Siamo stati sommersi da valanghe di polemiche strumentali. Non dirò chi sta facendo male alla Rai, ma trovo tutto questo inaccettabile », sbotta a margine della mostra su Guglielmo Marconi.

 

Eccola la narrazione cucinata nel forno di Viale Mazzini, che nessuno può permettersi di disturbare. Tant’è che quando il Pd […] chiede alla presidente della Vigilanza di inserire nel calendario delle audizioni — oltre ai vertici Rai — anche i due principali protagonisti della vicenda, Corsini e Bortone, il centrodestra fa muro.

 

antonio scurati - presentazione libro di paolo berizzi

Bocciando sia la proposta di sentirli prima dell’ 8 maggio, data di convocazione in commissione dell’ad e del dg Giampaolo Rossi, sia dopo.

 

[…] la  contromossa allo studio in queste ore a Palazzo Chigi. Dove starebbe prendendo corpo un’ipotesi ardita. Nominare ai vertici del servizio radiotelevisivo, in occasione del rinnovo del Cda ormai alle porte, un manager esterno, di alto profilo, in grado di far scomparire il marchio di TeleMeloni dal segnale Rai. Magari non come ad, […]. Ma, almeno, come direttore generale. Una sorta di affiancamento, che sarebbe in realtà un commissariamento dei “fratellini”.

 

riccardo pugnalin

E non solo il profilo, pure il nome sarebbe stato già individuato: Riccardo Pugnalin, un passato in Fininvest, transitato poi a Sky Italia, direttore degli Affari esterni di Vodafone prima di andare a guidare le Relazioni istituzionali di Autostrade. Dopo la vittoria alle politiche, Meloni lo avrebbe voluto a capo del suo gabinetto, ma il cerchio magico capitanato da Giambattista Fazzolari si mise di traverso e non se ne fece nulla. Ora però c’è un’emergenza. E Pugnalin potrebbe risolverla.

 

POST DI GIORGIA MELONI SUL CASO SCURATIANTONIO SCURATI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE antonio scuratiTG1 - LETTURA COMUNICATO USIGRAI SUL CASO SCURATIGIAMPAOLO ROSSI - PAOLO CORSINI - ANGELO MELLONE - GIAN MARCO CHIOCCI

 

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...