giavazzi meloni giorgetti

“L’ITALIA E’ FERMA” – FRANCESCO GIAVAZZI, L’ECONOMISTA VICINO A DRAGHI, AZZANNA IL GOVERNO MELONI E SPIEGA PERCHE’ IL NOSTRO PAESE CONTINUA AD ESSERE, INSIEME ALLA GERMANIA, UNO DEGLI ULTIMI PAESI DELL’UE PER CRESCITA DELL’ECONOMIA – GLI STIPENDI PIU’ BASSI DELLA MEDIA EUROPEA E I PREZZI ALTI SONO FRENI ALLO SVILUPPO - E POI LA CONCORRENZA "CHE NON È UNA PRIORITÀ DI QUESTI ULTIMI ANNI", LA "SCARSA FORMAZIONE" DEI LAVORATORI, LE IMPRESE "TROPPO PICCOLE" E GLI INVESTIMENTI INSUFFICIENTI. ESAURITI ANCHE GLI EFFETTI DEL PNRR – “A FRONTE DI QUESTI DATI IL GOVERNO DEVE SPIEGARE PERCHÉ RIPETE CHE LA NOSTRA ECONOMIA CONOSCE UN MOMENTO DI GRANDE VITALITÀ…” 

 

Francesco Giavazzi per il Corriere della Sera – Estratti

 

giavazzi meloni giorgetti

L’Italia continua ad essere, insieme alla Germania, uno degli ultimi Paesi dell’Ue per quanto riguarda la crescita dell’economia. Questi gli ultimi dati della Commissione europea sulla crescita del Pil nel terzo trimestre di quest’anno (prima cifra) e la stima per la crescita in tutto il 2025 (seconda cifra): Spagna +0.6, 2.9; Francia +0.5, 0.7; Paesi Bassi +0.4, 1.7; Italia +0.0, 0.4; Germania + 0.0, 0.2.

 

Tenere i conti in ordine mantenendo sotto controllo il deficit è una strada che certamente avvantaggia il Paese. Lo si vede nella riduzione dello spread che significa minor costo del debito per lo Stato e anche per le imprese. 

 

Ma dobbiamo chiederci se questo non stia avvenendo al prezzo di rallentare la crescita. E ora che verranno meno le risorse del Pnrr (negli ultimi due anni un contributo di circa 30 miliardi di euro l’anno, quasi un punto e mezzo di Pil, che sono stati il motivo principale per cui la crescita è rimasta positiva) dovremo farci un’altra domanda: se non sia giunto il momento di destinare più risorse agli investimenti. 

 

Giavazzi Draghi

(...) perché la nostra economia non cresce? (...) stipendi troppo bassi e prezzi di beni e servizi troppo alti. I salari italiani sono bassi sia per il modo in cui sono determinati, sia perché sono troppo tassati. 

 

La retribuzione media annuale netta per ciascun membro di una coppia senza figli in cui entrambi lavorano è 24,8 mila euro in Italia, 24,6 in Spagna, 32,5 in Francia, 39,6 in Germania, 43,9 in Danimarca, 47,9 nei Paesi Bassi, 85,6 in Svizzera (fonte Eurostat ). Sul lato dell’offerta i prezzi di alcuni servizi, l’elettricità in primis, sono alti perché chi li produce gode di una rendita che trasferisce su famiglie e imprese. Il governo potrebbe intervenire su entrambi i fattori, prezzi e salari, e così aiutare la crescita, ma non lo fa.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Una delle ragioni per salari molto più bassi della media europea (lo spiega quasi ogni settimana il prof. Marco Leonardi sul Foglio ) è il modo in cui avviene la contrattazione fra sindacati e imprese. 

 

(...)

 

Nel mercato elettrico le rendite derivano dal modo in cui si forma il prezzo. Le fonti di energia (dall’idroelettrico al gas) hanno costi molto diversi: quasi zero l’idroelettrico se — come per lo più accade, le dighe sono vecchie e ormai ammortizzate — molto più alto il gas che dipende dal mercato spot di Amsterdam. Ma il prezzo dell’elettricità è unico e non tiene conto delle diverse fonti dell’energia. Riformare il mercato elettrico è difficile ovunque, non solo in Italia, anche perché grandi rendite creano potenti lobby. 

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Ma consentire che queste rendite si scarichino su consumatori e imprese, taglieggiando il potere d’acquisto dei salari e frenando la crescita non è accettabile. Anche di questo il governo pare non volersi occupare. Pensate al costo delle comunicazioni. Oggi, grazie a WhatsApp , Signal e simili app, telefoniamo praticamente gratis: è cambiato il mondo rispetto ai tempi in cui il telefono era gestito da Telecom Italia, un monopolista che incassava ricche rendite trasferendole sulle nostre bollette telefoniche. 

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse

Le ragioni per cui la nostra economia non cresce sono anche strutturali. Innanzitutto la concorrenza non è una priorità di questi ultimi anni. E poi scarsa formazione dei lavoratori, imprese troppo piccole etc. Anche queste ragioni devono essere affrontate e più tardi si comincia, più tardi i prezzi scenderanno, i salari aumenteranno e quindi la crescita riprenderà. A fronte di questi dati il governo, dalla presidente del Consiglio ai suoi ministri, dovrebbe spiegare perché ripete, ogni giorno, che la nostra economia conosce un momento di grande vitalità. 

Giavazzi Draghigiorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresseFRANCESCO GIAVAZZI

 

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