SINISTRA, ECOLOGIA E LOTTIZZAZIONE - I VERBALI DI LEA COSENTINO, EX DIRETTORE GENERALE DELL’ASL DI BARI (ED EX DI TARANTINI), CHE SPIEGA AL PM DIGERONIMO COME VENDOLA E IL SENATORE TEDESCO IMPONEVANO TUTTE LE NOMINE DELLA SANITA’ PUGLIESE – DS, MARGHERITA, RIFONDAZIONE E SOCIALISTI SPARTIVANO OGNI CENTIMETRO DI POTERE – “NOMINAVAMO GENTE CHE NEMMENO CONOSCEVAMO, VENDOLA E TEDESCO CI CHIAMAVANO E CI DICEVANO CHI SCEGLIERE”…

Giuliano Foschini e Francesca Russi per "la Repubblica-Bari"

"Il manuale Cencelli si applicava nel 2005 in questo modo: quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale, poi il direttore amministrativo o il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di Rifondazione. Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare; noi direttori generali non conoscevamo le persone che nominavamo né la loro professionalità se non dai curricula.

Dal 2007 è diventato più stringente il sistema di accontentare i partiti della maggioranza poiché con la ristrutturazione delle Asl i posti erano diminuiti: quindi furono istituiti i posti dei sub commissari per accontentare le varie correnti". Così Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari, spiega durante l'interrogatorio davanti alla pm della procura di Bari Desirèe Digeronimo il sistema di spartizione politica delle nomine nelle Asl pugliesi.

Ma nel verbale di Lady Asl c'è di più. La Cosentino racconta ai magistrati anche i legami fra politici e imprenditori. "In quel periodo mi stavo rendendo conto che le cose che mi raccontavano Tarantini, Gero Grassi e Loizzo, e cioè che vi erano delle consuetudini per cui il politico del territorio aveva gli imprenditori di riferimento e si facevano pressioni sulle gare di appalto, era vero". A quel punto il pm chiede a Lady Asl se ha mai ricevuto pressioni.

"Io personalmente diktat espliciti non ne ho mai subiti anche perché non li avrei accettati e comunque lo stile era quello di richiedere le cose con apparente gentilezza. Io ebbi però timore a espletare le gare di appalto, ne ho fatte pochissime: scontentare un imprenditore sponsorizzato dal politico di turno avrebbe determinato un disequilibrio negli assetti di giunta e prodotto ritorsioni nei miei confronti. Preferivo prorogare i contratti".

La Cosentino poi passa in rassegna la giunta. "Gli assessori che contavano di più e che influenzavano le nomine erano per Bari Tedesco, Minervini e Loizzo, per Lecce Frisullo, per Taranto Pelillo, per Brindisi Saponaro, per Foggia Gentile. Contava anche Gero Grassi. Intini è collegato a Loizzo, Partipilo, Tre Fiammelle e Colummella a Tedesco, la Lucente con Grassi".

Lady Asl racconta di aver avuto una crisi di fiducia nella giustizia. "Le mie paure venivano valorizzate dalla particolare durezza della misura cautelare a me applicata con riferimento alla vicenda Nettis da parte di Giulia Romanazzi da me conosciuta in due cene con il Tarantini nel 2008 e ospite alla mia festa di compleanno a cui avevano partecipato l'assessore Tedesco e Tarantini".

Intanto per gli imprenditori Gianpaolo e Claudio Tarantini, l'ex vice presidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo, l'ex direttore amministrativo della Asl di Lecce Vincenzo Valente e il neurochirurgo dell'ospedale Vito Fazzi Antonio Montinaro è stato chiesto il rinvio a giudizio. Sarà ora il giudice a dare il via libera all'inizio del processo.

 

LEA COSENTINOVENDOLAALBERTO TEDESCO GIAMPAOLO TARANTINI Sandro Frisullo

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