polizia penitenziaria

LEGGERE E INCORNICIARE L’ARTICOLO DI FACCI SULLE CONDIZIONI DI LAVORO DEGLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA E LA SITUAZIONE NELLE CARCERI ITALIANE - “L'OPINIONE PUBBLICA FORAGGIATA E SURRISCALDATA DALLA CLASSE POLITICA PIÙ IGNORANTE CHE ABBIAMO MAI AVUTO PENSA AL CARCERE COME PUNIZIONE. E INVECE DOVREBBE…”

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

 

filippo facci l alpinista  3filippo facci l alpinista 3

Sono i soli che la galera se la fanno tutta, i soli che non escono anzitempo, i soli che conoscono la situazione delle carceri italiane assai più di ministri, sindacati, ispettori Onu, soprattutto più di una classe politica che pronuncia la parola «galera» in continuazione ma non sa concretamente di che parla: a parte quattro gatti radicali, libertari o forse solo pietosi.

 

Sono le macchiette di tanti film, sono i "secondini" improbabilmente buonissimi o sadici, caricature da canzone di De Andrè, ma soprattutto sono - forse non è chiaro a tutti - un corpo di polizia come gli altri, spesso più degli altri, militarmente organizzati ma con l'incombenza di dover essere efficienti e pure umani, energici ma anche sensibili.

 

CARCERI ITALIANE     CARCERI ITALIANE

Gli agenti di polizia penitenziaria - questa la definizione corretta - ieri manifestavano davanti alla Camera in occasione del bicentenario del Corpo, ma la verità è che se li filano poco. Eppure sono i soli a conoscere la verità sull'affollamento delle carceri: 190 prigioni con 57mila detenuti (20mila gli stranieri) quando la capienza regolamentare sarebbe di 50mila.

 

Sanno che, nel 2017, si è toccato il più alto tasso di suicidi tra le sbarre da quando è nata la Repubblica: già 40, e siamo solo a settembre. Sanno che, negli ultimi tre anni, ci sono stati altri 40 suicidi: ma erano loro colleghi, erano agenti penitenziari che quella vita non l'hanno retta più.

 

CARCERI ITALIANE   CARCERI ITALIANE

Sanno che sono militari dignitosi, sanno che non scendono in piazza per lamentare qualche buchetto in organico: di poliziotti ne mancano ufficialmente 8mila, ripetiamo, 8mila. Sanno che nel carcere di Verziano, per fare un esempio, l'organico previsto è di 90 unità, ma ci sono solo 28 uomini e 11 donne, così sono costretti a straordinari massacranti ma soprattutto non pagati. Lavorano gratis.

 

Sanno che gli agenti di tutto il Paese, nel 2017, si sono arrangiati per sventare 567 tentati suicidi di detenuti, 4.310 atti di autolesionismo, 3.562 risse, 500 ferimenti che spesso hanno coinvolto anche loro.

 

CARCERI ITALIANE    CARCERI ITALIANE

Sanno che si sono fatti il mazzo per passare un concorso e prendere 1200 euro al mese, e tutto per fare quella vita di corridoi, sezioni, battitura di sbarre, chiavi che girano, comandi da eseguire, passi da fare, aprire e chiudere blindati, contare e ricontare, i piantonamenti, le scorte, ma anche aiutare chi ha appena cercato di uccidersi, chi potrebbe farlo.

 

Sanno che sono sempre gli ultimi della fila, costretti a lamentarsi perché i magazzini non li riforniscono neanche più di divise e anfibi (arrivano a barattarsi il vestiario) ma la cosa che sanno meglio di tutte è che il sistema carcere è fallito, che la società l'ha rimosso salvo evocarlo astrattamente nelle parate da talkshow.

 

CARCERI ITALIANE  CARCERI ITALIANE

Il carcere, quello vero, è un luogo da tenere lontano, dove isolare il male e buttare la chiave, dove gli stessi agenti finiscono imbrattati dal pregiudizio e dall' ignoranza. Sanno che le carceri sono una fabbrica o un corso di perfezionamento per delinquenti: il 67 per cento di chi sconta la pena (tutta) torna a in carcere perché delinque ancora, un fallimento che non tiene conto di quelli che non vengono beccati.

 

La percentuale scende al 33 per gli indultati, e solo al 13 per cento per chi fruisce di misure alternative alla detenzione come gli arresti domiciliari o i lavori socialmente utili.

Ogni tanto qualcuno s' indigna perché nel Nordeuropa hanno celle con palestra e internet e conforti vari: col risultato che la percentuale di recidivi, nei due anni successivi alla scarcerazione, da loro, è del 20 per cento: da noi sfiora il 70.

 

Ma fa niente, in galera si deve andare a star male, giusto? Questo pensa l'opinione pubblica foraggiata e surriscaldata dalla classe politica più ignorante che abbiamo mai avuto: il carcere come punizione, vendetta, impedimento fisico a delinquere. È una visione legittima: è la cosiddetta funzione retributiva che c'è per esempio negli Stati Uniti, dove non ha senso prevedere indulti e semilibertà e condizionali e permessi vari, talchè il problema del sovrapopolamento carcerario si risolve facendo più galere, punto.

CARCERI ITALIANE CARCERI ITALIANE

 

Il problema è che la nostra legge e la nostra Costituzione (articolo 27) dicono una cosa diversa, e spiegano che il carcere ha una forma anche rieducativa e che sarebbe teso a scoraggiare le recidive, cioè a convincere che di delinquere non valga la pena. Tutte parole.

 

Gli agenti penitenziari, intanto, vedono entrare e uscire sempre le stesse persone (spesso padri, figli, nipoti) e sanno che le carceri italiane fanno schifo indipendentemente dal numero dei detenuti, e faranno sempre schifo perchè nessun governo ci ha speso soldi in tempo di crisi perenne. Indulti e amnistie resteranno inevitabili.

 

CARCERI ITALIANECARCERI ITALIANE

Moltissimi detenuti sono stranieri, ma i paesi di provenienza non li rivogliono: li liberiamo da un problema e peraltro spendiamo 300-400 euro al giorno per mantenere i delinquenti loro. Moltissimi detenuti, quasi la metà, sono drogati o piccoli spacciatori, questo per colpa della Legge Fini-Giovanardi che non distingueva tra droghe leggere e pesanti. In galera, per droga, abbiamo il 33 per cento dei detenuti contro il 14 di Francia e Germania. E poi dovremmo parlare della legge Gozzini, che tutti criticano salvo un dettaglio: funziona.

POLIZIA PENITENZIARIAPOLIZIA PENITENZIARIA

 

A fuggire è meno dell'1 per cento dei detenuti che ottiene un permesso premio: per uno che scappa ce ne sono migliaia che rientrano dai permessi e dalla semilibertà e dal lavoro esterno, benefici concessi solo a chi si comporta bene. E se rientrano, se si comportano bene, se hanno pagato per le loro colpe e riusciranno a rientrare onestamente nella società, molto spesso sarà soprattutto grazie a loro, agli agenti di polizia penitenziaria, l'ultima ruota del carro, loro che fanno, obbediscono, ma ora non tacciono più. Liberiamo almeno loro.

polizia penitenziaria 3polizia penitenziaria 3polizia penitenziaria indexpolizia penitenziaria index

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...