salvini di maio manovra spiegel handelsblatt giornali tedeschi

“LO STATUS SPAZZATURA DELL’ITALIA NON È PIÙ LONTANO” – RASSEGNA DEI GIORNALI TEDESCHI DOPO LA MANOVRA GIALLOVERDE. “HANDELSBLATT”: “NON PENSANO ALL’ECONOMIA E ALLA REAZIONE DEI MERCATI, MA SOLO AGLI ELETTORI” – LA “SUDDEUTSCHE ZEITUNG” NON RESISTE E USA LA SOLITA METAFORA SUL CIBO: “UN MENÙ DI COSTOSE GHIOTTONERIE” – LO “SPIEGEL”? “PIANIFICANO UN’ORGIA DI SPESA”

Pierluigi Mennitti per www.startmag.it

 

HANDELSBLATT CONTRO LA MANOVRA ITALIANA

“L’Italia vuole fare nuovi debiti”. È questa la reazione univoca dei quotidiani tedeschi all’indomani della decisione del governo italiano di alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil per tre anni.

 

Analisi e commenti largamente pessimistici, come prevedibile, nei quali si evidenzia come nel braccio di ferro protrattosi ieri fino a tarda serata i leader dei partiti populisti siano riusciti a imporre le proprie idee al ministro tecnico Tria.

 

“Una doppia sconfitta”, scrive l’Handelsblatt, che nell’edizione online di questa mattina aggiunge una valutazione molto dura alle notizie di cronaca comparse sul cartaceo: “Lo status spazzatura dell’Italia non è più lontano”.

 

DI MAIO SALVINI

È il giudizio più duro tra quelli apparsi finora, e non è un caso che arrivi dal quotidiano economico-finanziario, da sempre sensibile agli umori del mondo imprenditoriale e finanziario tedesco: “Politica di spesa contro consolidamento del bilancio”, commenta Regina Krieger, “entrambi gli esponenti populisti non pensano all’economia e alla reazione dei mercati, ma solo ai propri elettori”.

 

DI MAIO FESTEGGIA IL DEF

Il contenuto del Def costituisce una “doppia sconfitta”, prosegue l’Handelsblatt. La prima è “per la posizione ragionevole del moderato e apartitico ministro dell’Economia e Finanze Giovanni Tria, che aveva sempre sottolineato come l’Italia si sarebbe attenuta alle direttive di Bruxelles agli stati membri e non avrebbe perso di vista l’obbligo di diminuire il debito pubblico”. La seconda sconfitta è dell’Ue: Bruxelles non può fare a meno di concedere a Roma un po’ di flessibilità, perché la sua economia è troppo grande per fallire e non sono mai state imposte sanzioni, e in più si approssimano elezioni in cui i partiti populisti, guidati dall’Italia, possono stravolgere completamente il panorama politico europeo. Politica ed economia si legano in una spirale pericolosa: “L’Italia è di nuovo candidata a ballare e il prossimo aumento delle spese potrebbe presto condurre a una nuova crisi del debito”, conclude l’Handelsblatt.

 

SPIEGEL CONTRO 'L'ORGIA DI SPESA ITALIANA'

La Süddeutsche Zeitung utilizza una metafora presa dalla ristorazione, che si applica perfettamente al cliché del buon cibo italiano: il governo propone un “menù di costose ghiottonerie”. Di Maio parla di numerini, ironizza il quotidiano bavarese ma, di fronte all’enormità dei soldi che sarebbero stati necessari per esaudire tutte le promesse elettorali, i partiti hanno gareggiato per ritagliarsi più margini possibili per finanziarle almeno in parte: i numerini di Di Maio significano almeno tra i 20 e i 30 miliardi in deficit. Alla fine saranno 27,2. Il punto è: “Bruxelles lo permetterà? E come reagiranno i mercati, dopo che alcuni investitori internazionali si sono già ritirati dal paese?”. L’Handelsblatt segue l’andamento di borsa in diretta sul suo sito ed evidenzia i numeri rossi della Borsa di Milano e delle banche italiane, “i cui portafogli sono pieni di titoli di stato italiani, finiti sotto pressione”.

 

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Sulla quota del 2,4% di deficit del Pil si incrociano le valutazioni degli esperti. Per la Süddeutsche le pressioni dei due partiti sul ministro Tria erano di diverso calibro: la Lega immaginava un 2%, già lontano dall’1,6% fissato da Tria, ma era un livello “con il quale gli investitori avrebbero potuto convivere”. È stata “l’insistenza dei 5 Stelle a far salire l’asticella fino al 2,4%”: ora il Def italiano è destinato a gravare sull’euro”, conclude la Süddeutsche.

 

La Frankfurter Allgemeine Zeitung ha aggiornato sul sito le notizie ancora dubbiose apparse sul cartaceo (colpa della tradizionale chiusura anticipata dei quotidiani tedeschi rispetto a quelli italiani), notando come il duello fra i ministri ancora raccontato la sera prima si sia poi risolto a favore dei due vice premier: “Tria non è riuscito a imporsi ma la discussione non è chiusa, a metà ottobre il governo presenterà i dettagli del Def e la discussione nei due rami del parlamento si concluderà solo a Natale”.

 

HANDELSBLATT - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO BELLA

La scelta di Roma non piace neppure alla stampa più dichiaratamente di sinistra. Lo Spiegel illustra l’aumento del debito contenuto del Def sottolineando subito che “l’Italia è indebitata come nessun altro paese e le promesse elettorali avevano già seminato nervosismo tra i mercati”.

 

Il settimanale mette in fila tre numeri sui debiti: il 133% dell’Italia, il 68% della Germania e il 98% della Francia. Quest’ultimo dato – fa notare Tobias Piller sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung – è il motivo per cui il confronto fatto da Di Maio con la manovra annunciata da Macron di aumentare il deficit di Parigi al 2,8% non è proponibile: il peso dei debiti è diverso, “la Francia non può essere un esempio per l’Italia”, anche se per i politici a Roma è facile controbattere che in passato la Francia ha oltrepassato la soglia del 3%. Dal punto di vista tedesco, ogni deroga resta sempre un cattivo esempio.

 

TRIA BY VAURO

Bisognerà forse attendere qualche giorno perché in Germania si passi dalle reazioni della stampa a quelle dei politici. Le turbolenze che hanno coinvolto Merkel e il governo nei giorni scorsi mantengono la concentrazione sui fatti interni, mentre cresce la tensione per il voto di metà ottobre in Baviera, che si preannuncia foriero di brutte sorprese per gli alleati bavaresi della cancelliera. Gli osservatori inoltre ritengono che Berlino lascerà più a Bruxelles e alla Commissione europea il compito di provare a sbrogliare il caso italiano: alla vigilia di un delicato voto europeo potrebbe non essere utile aprire un conflitto plateale con quello che in Germania viene definito “un governo populista”.

SALVINI DI MAIOgiovanni tria 5di maio festeggia per il def con i parlamentari m5sconte di maio salvini

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)