carla ruocco luigi di maio primo di nicola

ATTENZIONE, CADUTA STELLE – LO PSICODRAMMA GRILLINO DOPO LA BATOSTA ELETTORALE FA LE PRIME VITTIME: IL VICEPRESIDENTE DEL GRUPPO AL SENATO PRIMO DI NICOLA SI DIMETTE “PER FAVORIRE UNA DISCUSSIONE DEMOCRATICA SU DOVE VOGLIAMO ANDARE” – CARLA RUOCCO SCARICA DI MAIO: “GLI VOGLIO BENE MA C’È UNA RESPONSABILITÀ POLITICA E SAREBBE GIUSTA UNA RIFLESSIONE. IL M5S NON DEVE RESTARE AL GOVERNO A TUTTI I COSTI”

1 - M5S, SI DIMETTE IL CAPO DEI SENATORI PRIMO DI NICOLA: LUIGI DI MAIO UFFICIALMENTE SOTTO ASSEDIO

Da www.liberoquotidiano.it

PRIMO DI NICOLA

 

Cadono le prime stelle. Dopo la batosta alle elezioni Europee, ecco il primo grillino che rimette il suo mandato. Si tratta di Primo Di Nicola, vicepresidente del gruppo al Senato del M5s. L'annuncio è arrivato con un post su Facebook: "Una decisione che ritengo necessaria - scrive - non solo alla luce del risultato elettorale ma anche e soprattutto delle cose che ci siamo detti in tanti incontri e assemblee. Mettere a disposizione del Movimento gli incarichi. È l'unico modo che conosco per favorire una discussione autenticamente democratica su quello che siamo e dove vogliamo andare", sottolinea.

 

elio lannutti con primo di nicola

Certo, quello di Di Nicola non è un nome di primissimo piano. Ma le sue dimissioni potrebbero innescare una valanga tra i grillini, spaccati dopo il tonfo alle Europee della scorsa domenica. In molti, infatti, in nome della presunta "purezza" pentastellata, potrebbero imitarlo, dimettersi, rinunciare a una carica o a un mandato. Soprattutto se l'obiettivo è colpire il capo politico, quel Luigi Di Maio che al netto delle frasi di circostanza è stato pesantemente messo in discussione dopo quel 17% risicato raccolto alle urne.

LUIGI DI MAIO

 

Le indiscrezioni, infatti, riferiscono di una nutrita frangia grillina che vorrebbe le dimissioni di Di Maio. Difficile credere insomma a quanto detto da Alessandro Di Battista ieri, il quale aveva derubricato a "stupidaggini totali" le voci sulle richieste di abdicazione. Non solo voci. Un passo indietro, infatti, sono state di fatto chieste da Carla Ruocco, Paola Nugnes e anche Luigi Gallo, fedelissimo di Roberto Fico. La fronda inizia a crescere e ad uscire allo scoperto. E la mossa di Di Nicola, come detto, potrebbe dare coraggio a chi si oppone al leader, innescando conseguenze pericolose per la tenuta del M5s (e, di conseguenza, del governo).

 

2 – CARLA RUOCCO: «ORA LUIGI RIFLETTA SE DEVE DIMETTERSI. NON SI RESTA AL GOVERNO A TUTTI I COSTI»

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze della Camera, Di Maio dovrebbe dimettersi da capo politico del M5S?

carla ruocco luigi di maio

«Io ritengo che agli onori debbano seguire gli oneri; voglio bene a Luigi con cui per anni abbiamo fatto crescere il Movimento ma c'è una responsabilità politica di questo brutto risultato che non spunta dal nulla ma ha radici lontane: penso all'esperienza di Roma. Sarebbe giusta una riflessione e mi dispiace ma non ho ancora avuto segnali».

 

Ma esiste una leadership alternativa a quella di Di Maio?

carla ruocco

«Il Movimento è nato sulla condivisione dei valori, dei temi e dell'azione politica, e non su catene di comando».

 

E come potete uscire dalla crisi?

«I motivi della débâcle vanno discussi sia all'interno dei gruppi parlamentari che sulla piattaforma Rousseau dove i nostri attivisti dovrebbero avere la possibilità di dire la loro. Bisogna tornare a questo modello».

 

Come si spiega questa disfatta del M5S?

carla ruocco luigi di maio 1

«Abbiamo pagato errori organizzativi e comunicativi. Presentandoci solo nel 7% dei comuni in cui si votava per le amministrative abbiamo dato sicuramente un'idea di lontananza dagli elettori. Non siamo riusciti a caratterizzarci come forza politica di rinnovamento, anche per colpa di troppi cambi di linea comunicativa in corsa. Siamo caduti anche noi come altri prima di noi nella trappola dell'immagine dell'uomo solo al comando che è antitetico al Dna del Movimento. Il voto delle Europee è un voto prevalentemente di opinione su temi generali. Il difetto di coerenza è stato letale».

 

Perché il Sud vi ha voltato le spalle?

«Il dato dell'astensione è sicuramente significativo e deve essere elemento di riflessione».

 

luigi di maio

Ovvero?

«Il Sud ci ha dato una fiducia enorme alle politiche e aveva molte aspettative. L'errore più evidente è stato quello di limitare il nostro impegno al solo reddito di cittadinanza, sicuramente un'iniziativa importantissima e ineludibile, di certo non esaustiva dell'azione politica del M5S. Cosi si mortifica la cultura e la tradizione che la società civile del Meridione esprime e che ha radici antiche e di rara replicabilità. Ci si aspettava interventi decisivi su infrastrutture, ambiente e rivalutazione del territorio; purtroppo su questo siamo stati manchevoli. Serve maggiore coesione ed una visione unitaria del Paese. Le soluzioni si trovano. Come presidente della Commissione Finanze della Camera guardo all'economia ed alla finanza del Paese».

CARLA RUOCCO - DI BATTISTA - VIRGINIA RAGGI - LUIGI DI MAIO

 

Quindi?

«In passato ad esempio con una bad bank, la Sga, a fine anni novanta è stata gestita la crisi finanziaria del Banco di Napoli; in tempi più recenti - proprio con il valore creato negli anni dalla gestione di quei crediti deteriorati la Sga è stata la chiave di volta per salvare alcune banche del Nord in difficoltà».

 

luigi di maio

Per andare avanti il governo, il M5S dovrà stare sotto lo schiaffo della Lega. La prima concessione sarà la Tav?

«Il tema non è solo la Tav, il tema è la rivalutazione delle capacità produttive del Paese e la sua modernizzazione. Ci aspetta un secondo semestre pesantissimo. Non lo dico solo io, lo rilevano le Associazioni Industriali, le Istituzioni europee e sovranazionali. È importante considerare le condizioni al contorno per impostare un nuovo corso di politica economica. Questo si aspettavano da noi gli elettori e purtroppo non lo hanno avuto».

 

Ha senso per il M5S andare avanti a tutti i costi?

elio lannutti primo di nicola luigi di maio

«Assolutamente no. Io penso che il M5S debba essere al servizio del Paese ed ho la presunzione che le 5 stelle del nostro Movimento siano in grado di raggiungere questo obiettivo. Fino a quando sarà possibile farlo da una posizione di governo, ben venga, altrimenti sarà giusto farlo dall'opposizione, ricordando che la finanza è al servizio dell'economia che non ha confini nazionali: non è possibile evitare il confronto con l'Europa per ottenere nuove regole di bilancio e rischi condivisi».

carla ruocco 1

 

Queste elezioni dicono che in futuro sarà possibile un'alleanza tra voi e il Pd?

«Non leggo i tarocchi, penso che le alleanze future debbano essere sui temi e sui valori che fanno bene al Paese, non su altro. Su queste premesse si può parlare con tutti».

luigi di maiomatteo salvini luigi di maio carla ruoccoCARLA RUOCCO

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”