trump oprah donald winfrey

AMERICA FATTA A MAGLIE - IL CROLLO DELLA REPUTAZIONE DEI MEDIA AMERICANI, CHE TRATTANO COME VANGELO OGNI RIGA DELL'ODIOGRAFIA SUL NEMICO TRUMP, ANCHE QUELLE PALESEMENTE FALSE, SMENTITE, IMPOSSIBILI, DI QUARTA MANO - IL PUZZONE ANDRÀ A DAVOS, SULL'IMMIGRAZIONE DICE CHE FARÀ UNA 'LEGGE D'AMORE', E NON CREDE CHE OPRAH SI CANDIDERÀ, E ANCHE SE FOSSE, "LA BATTERÒ"

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

oprah winfrey trump

Andra’ a Davos, convegno evitato dai presidenti politically correct, perché puzza troppo di ricchezza. Dichiara che quella sull'immigrazione, uno degli argomenti più controversi della sua Amministrazione, sarà alla fine una legge d'amore, bill of love. Oprah Winfrey, Incoronata ai Golden Globe non solo regina di Hollywood ma anche futura presidente, la liquida in poche parole: non crede che alla fine si candiderà per il 2020, ma se fosse, lui la battera’. Vediamo come le racconteranno queste ultime notizie. Sembrano semplici, l'equivoco appare difficile, eppure meglio non fidarsi, l'informazione dall'America è ormai avvelenata.

 

Chi va contromano sull'autostrada, il presidente che comunica con 1000 tweet la sua verita’ sui mezzi di informazione, e definisce i giornalisti nemici del popolo, o i giornalisti che, pur di attaccarlo e sminuirlo, non mostrano alcun rispetto per le istituzioni che rappresenta, per gli americani che lo hanno mandato alla Casa Bianca, ignorano allegramente gli strepitosi successi economici, raccontano a modo loro la politica estera, tacciono o sottovalutano che dall'inchiesta sul cosiddetto Russia Gate non venga fuori niente, continuano a sminuire le prove che incriminano i Clinton, enfatizzano al contrario qualunque gigantesca cavolata che coinvolga sia pur di striscio la famiglia Trump?

 

E by the way chi ha cominciato per primo, chi trattando il candidato Trump come un buffone, un clown, gli ha fornito carburante per attaccare efficacemente agli occhi degli americani la swamp, la palude di Washington nella quale sguazzano politici corrotti, burocrati inetti e giornalisti loro amici?

 

oprah winfrey trump

L'ultimo episodio è il libro di Michael Wolff, Fire and Fury, del quale tutti conoscono spregiudicatezza dello scrittore e inesattezze, clamorosi errori e bufale dello scritto, eppure da giorni lo usano come se fosse Vangelo. Non mi stancherò mai abbastanza di ripetere che non è solo perduta oggi la straordinaria reputazione della quale anche nei momenti più difficili i media americani hanno sempre goduto, sarà anche difficile se non impossibile recuperarla in futuro.

 

Lasciamo perdere gli imitatori europei, il patetico Guardian o la BBC, che a prosopopea non scherzano, gli italiani immarcescibili che continuano da giorni a ripetere che il presidente degli Stati Uniti è un idiota, o che Ivanka Trump in un incontro di mezzo minuto in ascensore ha tramato tradimenti con i russi e che si stringe il cerchio intorno a lei. Ve l’immaginate la Barbie bionda in versione Mata Hari che sussurra “dobre vecer”, che mica vuol dire solamente buonasera, c'è tutto un significato criptico sotto, e il russo che uscendo dall’ascensore risponde “dasvidania”, e tutti abbiamo capito che è un arrivederci a Mosca.

 

Non fosse che sono tutti impazziti, con quale faccia tosta un pomposo Committee to Protect Journalists, comitato per proteggere i giornalisti, riunito in un summit che dovrebbe essere serio nel definire coloro che opprimono la libertà di stampa nel mondo, assegna a Donald Trump il primo premio, ovvero “Overall Achievement in Undermining Global Press Freedom”?

 

FIRE AND FURY MICHAEL WOLFF

Non che queste iniziative preoccupino più di tanto quel burlone temerario del presidente, il quale si appresta ad assegnare a sua volta il 17 di gennaio una serie di premi alle fake news, le notizie farlocche, addirittura dalla Casa Bianca. Insomma, alla fine sarà uno pari e palla al centro, Trump è un irriducibile.

 

 Ma i giornalisti del premio lo hanno scelto tra personaggi come i dittatori della Cina, Iran, Corea del Nord, Cuba, Turchia, hanno con questo gesto proclamato di soffrire della stessa non libertà di stampa negli Stati Uniti di quei disgraziati che finiscono in galera torturati, hanno decretato, senza vergogna, che Trump è peggio ed è più pericoloso di Recep Tayyip Erdogan, che ha imprigionato il più alto numero di giornalisti del mondo nel 2017, o del venezuelano Maduro, che le televisioni che non gli piacciono semplicemente le ha chiuse .

 

Invece uno studio di Harvard dell'estate scorsa ha documentato che nei primi 100 giorni di presidenza la copertura riservata alla presidenza è stata quasi del tutto negativa,cita per esempio la CNN con un 93% critico. Non risulta che ci sia qualcuno in galera, e tra quelli licenziati in giro per giornali e TV la colpa va attribuita o al fatto che sono tanto moralisti quanto maiali, o che il veleno del politically correct gli si sta rovesciando contro e dietro l'angolo c'è un sexual harassment per tutti o quasi.

 

Quel che una volta era il cane da guardia del sistema In nome del popolo americano è così malridotto e fazioso che la NBC ha prima entusiasticamente vergato, poi cancellato, un Tweet che definiva Oprah Winfrey “OUR future president”, il nostro futuro presidente.

oprah winfrey ai golden globes 2018

Solo l'attuale stato miserevole delle cose ha potuto consentire la pubblicazione di un libro come quello di Wolf e ha permesso l'accoglienza acritica ed entusiastica della quale continua ancora l’eco.

 

Negli anni di Obama qualunque cosa uscisse contro il presidente veniva considerata spazzatura, oggi accade l'esatto contrario. Ma la spazzatura tale resta, Wolf è uno furbissimo, la cui etica professionale si sintetizza in parole da lui stesso pronunciate l'altro giorno in TV:  "If it rings true, it is true.", se suona vero, è vero.

 

Cominciano però le voci contrarie. L’editorialista di Bloomberg Joy Nocera scrive “mi domando quanti nello staff della Casa Bianca abbiano raccontato delle cose a Wolff off the record e lui invece le ha usate direttamente. Non ha mai esitato a bruciare le sue fonti”.

 

Steve Rattner, un finanziere che è stato lo zar di Obama nel mercato di automobili e che scrive editoriali per il New York Times, attacca durissimo che “Wolff e’ uno scrittore di fantasia privo di principi, uno stronzo totale". Pare che una volta abbia trovato in un parco il figlio di 7 anni di Rattner e lo abbia terrorizzato di domande.

 

oprah winfrey

Poi comincia a venire fuori anche l'elenco di errori marchiani contenuti nel libro: il reporter che non è mai stato in quel ristorante, i luoghi sbagliati, gli incarichi sbagliati, le età sbagliate, fino addirittura all’ex primo ministro inglese Tony Blair che risponde non aver mai avuto un incontro descritto per filo e per segno nel libro con Jared Kushner, e Murdoch che pure non ha detto mai idiota, e così via, in un elenco sterminato di inesattezze e bugie.

 

Lui stesso, lo scrittore del giorno, ammette, intervistato dalla CBS, candidamente o meglio spudoratamente, perché sa di godere di un trattamento di favore, che non ha mai incontrato e intervistato il vicepresidente Mike Pence, né alcun membro del governo, sebbene proprio a loro vengano attribuite le dichiarazioni più incendiarie e scomode. A chi lo ha detto allora Steve Mnuchin che Trump è un idiota? A chi lo ha detto Gary Cohn, che e’ ‘dumb as shit.’ ?

 

STEVEN RATTNER

Sentito dire di terza mano. E l'intervista millantata e lunghissima proprio col presidente Trump? Lo scrittore si arrampica sugli specchi. Abbiamo chiacchierato come se fossimo due amici, lui non aveva idea che fosse una intervista.

 

Wolff ha fatto il suo mestiere, si inventò a suo tempo in modo analogo un libro verità su Murdoch. Il punto è un altro, che a questa operazione commerciale sia stato attribuito ormai da giorni e giorni un valore politico divinatorio di rivelazione, niente meno che sulle capacità intellettuali e sull'equilibrio del presidente, un infame battage pubblicitario combinato con l'incoronazione di Oprah Winfrey durante un premio cinematografico, e col Premio di oppressore in capo della libera Stampa durante un convegno di giornalisti comunisti a Washington. In queste condizioni, che il gradimento del presidente sia al 43% appartiene alla categoria del miracolo.

Copertina del libro Overhaul di Steven Rattnertony blairdonald trump con rupert murdoch e jerry halll abbraccio di donald trump e rupert murdoch

 

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