trump maduro

VENEZUELA FATTO A MAGLIE - MENTRE TRUMP È ASSEDIATO IN CASA, SCHIERA GLI STATI UNITI CON GUAIDÒ DOPO MESI DI DISPERAZIONE, ELEZIONI TRUCCATE, TORTURA, ESILIO, FAME, PROTESTE DI CENTINAIA DI MIGLIAIA NELLE STRADE, REPRESSIONE CON CENTINAIA DI MORTI, IL PIÙ GRANDE ESODO MAI VISTO IN TUTTA LA REGIONE. L'EUROPA E L'ITALIA INVECE SCELGONO LA VIA CODARDA - TRUMP VERSUS MADURO VINCE, A SORPRESA. TRUMP VERSUS PELOSI, PER IL MOMENTO E’ IN SCACCO

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Non date mai per arreso Donald Trump. Mentre lo assediano in casa, che sia vivo e combattivo, sfidi Russia e Cina ma anche nazioni canaglia come Turchia e Iran, che costringa nell'angolo l'Unione Europea e i suoi tentativi di equidistanza, lo dimostra la decisione degli Stati Uniti, dopo mesi di avvisi, di riconoscere Juan Guaido’ come presidente legittimo ad interim del Venezuela, aprendo una crisi che coinvolge tutti.

 

NICOLAS MADURO

 Il riconoscimento è temporaneo, in attesa di elezioni e disconosce Nicolas Maduro di fatto, isolandolo e costringendo gli Stati latino americani a fare la stessa cosa.

 

Dopo mesi di disperazione, elezioni truccate, tortura, esilio, fame, proteste di centinaia di migliaia nelle strade, repressione con centinaia di morti, il più grande esodo mai visto in tutta la regione, una bibita gassata che costa il 12 per cento di un salario minimo, il Venezuela non è più solo.

 

 Lo era incredibilmente stato, addirittura nel plauso mondiale di una certa sinistra per l'esperimento “socialista”. Come se quel che accade in Venezuela non fosse un problema di diritti civili calpestati, di esseri umani umiliati, che dovrebbe riguardare tutti, figurarsi i di solito commossi rappresentanti del buonismo nazionale ed europeo, quelli che anche gli scafisti sono vittime, e la mafia nigeriana non esiste.

VENEZUELA GUAIDO'

 

Nel 2017 il livello dei prezzi era aumentato del 2735%, nel 2018 di 1 milione % , secondo i dati del Fondo monetario internazionale. Le banconote valgono meno della carta igienica. Maduro aveva approvato un aumento del salario minimo di 35 volte, ma la situazione e’ al punto che, i venezuelani usano il baratto invece della moneta.

 

Trump versus Maduro e’ sicuramente vincente, a sorpresa. Trump versus Pelosi, per il momento e’ in scacco. Metto insieme le due cose, la politica estera da grande potenza e la crisi interna dei rapporti con l'opposizione, perché tra i giornaloni qualcuno particolarmente ispirato, o bisognoso di una urgente vacanza, ha sostenuto e sostiene che se gli Stati Uniti appoggiano la democrazia in Venezuela, non è perché è coerente con una linea e una svolta precisa di politica estera, ma è per distogliere l'attenzione dai problemi che il presidente incontra in patria..

 

NICOLAS MADURO

 A nessuno però è venuto in mente che se davvero ci fosse o ci fosse stato uno sporco accordo con la Russia nel 2016 per vincere le elezioni, come sì prova a dimostrare l'inchiesta Russia Gate da quasi 2 anni, forse a sfidare così apertamente l'ira di Putin, solido alleato di Maduro insieme alla Cina comunista, sul Venezuela, il presidente americano sarebbe costretto a rinunciare. Che non sarebbe libero di farlo.

 

Quasi a nessuno, tra le eccezioni sito un articolo di Federico Punzi per Atlantico Quotidiano, viene in mente che il Venezuela sarà anche lontano, ma la sua sorte riguarda gli equilibri politici di tutto il mondo, e l'Europa non solo non può chiamarsi fuori, ma sta correndo il rischio di inseguire una equidistanza tra Stati Uniti da una parte, Russia e Cina dall'altra, che non potranno che indebolirla e isolarla progressivamente di più.

 

DONALD TRUMP NANCY PELOSI

È una contraddizione che sta scoppiando, Non a caso il furbo presidente francese Macron, addirittura pretendendo di parlare lui a nome dell'Europa, ha scavalcato la dichiarazione pavida e neutrale, priva di fatti e di nomi, che la Mogherini aveva fatto il nome di tutti e 28 i Paesi, per dire che invece lui sta con Gauido e contro Maduro.

 

Al contrario, gli Stati Uniti si schierano con il Venezuela libero senza esitazioni,o timore di sfidare la Russia e la Cina; e a dimostrazione che il presidente degli Stati Uniti e il suo segretario di stato, Mike Pompeo, hanno ben chiaro un progetto di politica internazionale di qua e di là dell'Oceano.

 

.Tra i prudenti, o addirittura nascostamente seguaci della linea Maduro al socialismo, spicca anche il governo italiano’.

 

juan guaido' 6

Il tweet del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ricarica pedissequamente la dichiarazione di Lady Pesc, Federica Mogherini, e riesce a riflettere tanto l'incapacità dell'Unione Europea quanto le ambiguità della coalizione di governo italiana nella quale non mancano gli amici della linea Maduro, naturalmente conosciuta dal salotto di casa in Italia.

 

“Seguo gli sviluppi in #Venezuela ed esprimo forte preoccupazione per i rischi di un'escalation di violenza. Siamo vicini al popolo venezuelano e al fianco della collettività italiana nel Paese. Auspico un percorso democratico che rispetti libertà di espressione e volontà popolare”’.

 

mogherini

È una linea espressa molto bene dall'esponente dei 5 stelle Manlio Di Stefano, che però è anche Sottosegretario agli Esteri

 

“Il principio di non ingerenza è sacro. Qualsiasi cambiamento in #Venezuela deve avvenire in un contesto politico, democratico e non violento. #Macron ignora queste ovvietà, prende posizione discordante da #UE e la rete lo asfalta. L'Europa sia super partes in difesa del popolo”.

 

Per fortuna arriva il “perfido” Matteo Salvini:: “Sto con il popolo venezuelano e contro i regimi come quello di #Maduro, fondato su violenza, paura e fame.Quanto prima cade, senza ulteriori scontri, meglio è. #Venezuela”.

 

maduro da salt bae

Da Washington ricordano a tutti che Maduro e’ presidente perché ha truccato il voto, che ha ridotto un ricco Paese alla miseria, schiacciato qualunque espressione di democrazia, che sono in gioco libertà e diritti umani,che negli Stati Uniti dei quale è presidente Trump, a differenza di quello che è accaduto negli ultimi 25 anni, non intendono consentire una tale situazione. Ritorno alla guerra fredda, politica del patio trasero? Vedremo.

 

Una precisazione. Guaidò non ha violato la Costituzione venezuelana, al contrario, è proprio questa che consente, quando la presidenza della Repubblica sia vacante o illegittimamente occupata, al presidente dell'Assemblea Nazionale di assumere i poteri naturalmente ad interim, il tempo di andare a nuove elezioni. Chiunque contesti che l'elezione di Maduro è avvenuta tra brogli, violenze e falsificazioni, è certamente in malafede.

 

MANLIO DI STEFANO

Tanto è vero che non si tratta di una autoproclamazione illegale, ma di un gesto estremo, dettato però dal rispetto della Costituzione e dei diritti degli elettori, che al riconoscimento della Casa Bianca è seguito, con il Canada, quello del Brasile e degli Stati sudamericani con l'eccezione di Cuba, Bolivia e Messico. Con Maduro sono schierati la Russia, la Cina, la Turchia e l'Iran, scusate se non è una grande compagnia per l'Italia.

 

Sono invece grandi gli interessi, ricordate solo che nel 2015 per non danneggiare l'accordo farlocco con l'Iran, Barack Obama fece chiudere d'imperio una indagine della DEA, che aveva dimostrato che passava per il Venezuela il traffico di droga che finanzia Hezbollah.

 

conte tria moavero 1

Roba del passato, il 10 gennaio nel giorno in cui Maduro si insediava, il segretario di stato americano Mike Pompeo non aveva escluso l’ipotesi militare, e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, aveva twittato: “Gli Stati Uniti non riconoscono l’insediamento illegittimo della dittatura di Maduro. Continueremo a far pressione sul regime corrotto e a chiedere libertà e democrazia per il Venezuela“.

 

Nessuno credeva però in un intervento così diretto visto che Trump è alle prese da più di un mese con lo shutdown, la chiusura degli uffici federali in conseguenza della mancata approvazione della finanziaria, per uno scontro furibondo con l’'opposizione Democratica sulla costruzione della barriera al confine con il Messico.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?