francesco rocca marcello de angelis

BRACCIA TESE E DESTINI INCROCIATI – MARCELLO DE ANGELIS E FRANCESCO ROCCA SI CONOSCONO DA QUANDO, RAGAZZI, ERANO MILITANTI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ. LE LORO STRADE SI SEPARARONO QUANDO IL PRIMO SCELSE LA STRADA DEL TERRORISMO E IL SECONDO CADDE NEL TUNNEL DELLA DROGA - TRE ANNI FA, ROCCA HA VOLUTO L’EX DI TERZA POSIZIONE CON SÉ NELLA CROCE ROSSA, E POI L’HA PORTATO CON SE' IN REGIONE. DOVE LA DESTRA HA UN LUNGO ELENCO DI IMPRESENTABILI, TRA TERRORISMO, P2 E “MONDO DI MEZZO”

1. FRONTE, CONDANNE E CRI ECCO PERCHÉ ROCCA NON SCARICA DE ANGELIS

Estratto dell’articolo di Clemente Pistilli per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

MARCELLO DE ANGELIS

Si arrampica sugli specchi. Si lancia in sottili distinzioni tra il ruolo di portavoce e quello di responsabile della comunicazione istituzionale. Resiste alle pressioni di un’ampia parte del centrodestra e pure di Fratelli d’Italia.

 

Esploso il caso, Francesco Rocca ieri pomeriggio ha difeso per l’ennesima volta il suo collaboratore Marcello De Angelis e ha preso tempo. Il presidente non vuole rompere con l’amico che […] ha voluto al suo fianco anche in Regione. Il motivo? « È una vecchia amicizia, nata quando entrambi erano giovanissimi militanti di destra » , assicura chi conosce bene entrambi.

 

francesco rocca

Sono due storie che prendono presto strade diverse quelle del governatore del Lazio e dell’ex terrorista, ma che a più riprese si incrociano e infine si stringono. Quando De Angelis aveva appena 14 anni e frequentava il liceo entrò a far parte del Fronte della Gioventù, la formazione giovanile del Movimento sociale, la stessa a cui Rocca, cinque anni più giovane, aderì raggiunta la maggiore età. Il primo era di casa in centro e il secondo a Ostia. De Angelis passò quindi a Lotta Studentesca e poi a Terza Posizione.

 

Scelse la strada del terrorismo nero e Rocca invece, come altri giovani di destra, cadde nel tunnel della droga, diventando l’anello di congiunzione tra i narcotrafficanti nigeriani e gli spaccatori di eroina romani. Il tempo di conoscersi, a quanto pare, e mentre l’ex terrorista si dava alla latitanza in Gran Bretagna, l’attuale presidente della Regione Lazio doveva fare i conti con la pesante accusa di essere coinvolto nel narcotraffico. Entrambi sono finiti condannati, il primo per banda armata e il secondo per droga. Da quell’esperienza però i due, con un percorso sempre a destra, sono stati entrambi capaci di ripartire.

 

IL POST FACEBOOK DI MARCELLO DE ANGELIS SULLA STRAGE DI BOLOGNA

Saldato il conto con la giustizia De Angelis è riuscito per due volte anche a farsi eleggere in Parlamento e Rocca a diventare prima manager della sanità, ai tempi della legislatura di Francesco Storace, e poi presidente della Croce Rossa.

 

Siamo a metà degli anni duemila e sono lontani i periodi in cui il governatore era inseguito dai carabinieri e il suo collaboratore da una richiesta di estradizione per associazione sovversiva e banda armata. Si ritrovano entrambi nella destra sociale di Storace e Gianni Alemanno. Non a caso Rocca lavorerà anche in Campidoglio durante la consiliatura dell’ex esponente di An e a dare ieri solidarietà a De Angelis è stato proprio lo stesso ex primo cittadino.

 

Il rapporto ormai è ben saldo e, incurante dell’ingombrante passato e delle prese di posizione dell’amico, nel 2020 il governatore ha voluto l’ex esponente di Terza Posizione con sé nella Croce Rossa. Con buona pace del principio di neutralità della Cri, al vertice della comunicazione dell’organizzazione di volontariato Rocca ha portato De Angelis.

 

marcello de angelis 4

[…] vi rimasto fino a quando l’amico, eletto presidente della Regione Lazio, lo ha chiamato a rivestire il ruolo di capo della comunicazione istituzionale, con uno stipendio da 110mila euro l’anno e la garanzia che, se qualcosa dovesse andare storto, può tornare nella Cri da cui è in aspettativa. […]

 

2. GLI IMPRESENTABILI DELLA REGIONE TRA TERRORISMO E P2

Estratto dell’articolo di Clemente Pistilli per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

[…]  De Angelis non è […] l’unica scelta particolare fatta dal presidente della Regione Lazio. Forse è solo quella che ha fatto più rumore. Dopo aver a lungo temporeggiato sull’attivazione dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, Rocca ha scelto come presidente del delicato organismo impegnato nel monitoraggio dei clan Serafino Liberati, generale di corpo d’armata dei Carabinieri in congedo e tessera numero 1729 della loggia massonica P2.

 

SERAFINO LIBERATI

L’alto ufficiale era nell’elenco sequestrato al venerabile maestro Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, ma l’appartenenza alla loggia massonica non gli ha creato problemi nella carriera nell’Arma e neppure nel rivestire per ben quindici anni l’incarico di consigliere militare della Croce rossa italiana. Nulla dunque, come nel caso di De Angelis, che abbia creato qualche imbarazzo al governatore nel portare l’ex piduista con sé in Regione.

 

Durante la campagna elettorale il presidente non ha ritenuto inopportuno neppure prendere parte a eventi organizzati dall’ex dirigente dell’Msi, Domenico Gramazio, non indagato ma uscito malconcio dall’inchiesta sul « Mondo di Mezzo » che ha portato invece alla condanna di suo figlio Luca, all’epoca dei fatti consigliere regionale del Pdl. Gli investigatori hanno monitorato i contatti tra l’ex esponente del Movimento sociale e il pregiudicato ed ex terrorista Massimo Carminati. […] quegli atti non hanno impensierito Rocca, che ha goduto così degli assist fatti da «Er Pinguino». Ma c’è di più.

 

domenico gramazio

Assessore durante la legislatura di Francesco Storace, prima all’ambiente e poi alla sanità, Marco Verzaschi è stato uno dei potenti di Forza Italia. Era sparito dopo il suo arresto, con l’accusa di corruzione e concussione nell’ambito dell’inchiesta denominata « Lady Asl » , il grande scandalo nella sanità del Lazio.

 

L’ex uomo forte del centrodestra si è però tornato a far vedere durante la campagna elettorale a sostegno di Rocca e chi ha cercato un posto nella lista civica del governatore ha dovuto trattare con lui, notato anche quando c’era da andare a firmare le candidature dal notaio. […]

marcello de angelis 1marcello de angelis 2francesco rocca 2francesco roccain senato Domenico Gramazio mostra un cartello sul ministro Passeramarcello de angelisfrancesco rocca durante i funerali di stato di arnaldo forlanifrancesco rocca si taglia il pizzetto a un giorno da pecora 3marcello de angelis 3

 

francesco rocca si taglia il pizzetto a un giorno da pecora

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…