goffredo bettini massimo recalcati

POPULISTA SARA’ LEI – MASSIMO RECALCATI ACCUSA BETTINI DI SPINGERE IL PD IN UNA DIMENSIONE POPULISTA E GOFFREDONE LO RINTUZZA: “HO LA SENSAZIONE CHE ALCUNI UTILIZZINO QUESTA SORTA DI INVETTIVA NON PER RICHIAMARE TUTTI AL RISPETTO DELLO SPIRITO E DELLE REGOLE REPUBBLICANE, MA PER NORMALIZZARE ANCHE LA PIÙ LIEVE INCRESPATURA CHE PONGA PROBLEMI DI CARATTERE SOCIALE O RIGUARDANTE LA VITA FATICOSA DI TANTE PERSONE. HO SEMPRE AUSPICATO LA COSTRUZIONE DI UN TERZO POLO MA NON C'È UGO LA MALFA. PIUTTOSTO CI SONO LEADER CHE AMBISCONO A RUOLI MONOCRATICI, DISPENSATORI DI VERITÀ, CON LINGUAGGI AGGRESSIVI, ASSERTIVI, IN ALCUNI CASI PERSINO MINACCIOSI…”

massimo recalcati

LA TRAPPOLA FATALE DEI DUE POPULISMI

Estratto dell’articolo di Massimo Recalcati per “la Stampa”

 

[…] Esistono elettori, storicamente Pd, che temono profondamente una eventuale alleanza post-elettorale del loro partito con il M5S e che hanno vissuto con grande delusione il fallimento del patto con Calenda e l'apertura alla sinistra "massimalista". In gioco è ancora una storica oscillazione del Pd verso una dimensione populista che Goffredo Bettini non perde occasione per ricordare di essere, in realtà, il suo destino più coerente.

 

goffredo bettini a stasera italia

GOFFREDO BETTINI "QUESTO PD HA MILLE DIFETTI MA NON CHIAMATECI POPULISTI"

Goffredo Bettini per “la Stampa”

 

Caro direttore, nel suo articolo pubblicato ieri sul giornale che lei dirige, il professor Recalcati, debbo dire con garbo, mi consegna al mio ineluttabile destino di populista. La cosa mi allarma fino a un certo punto, perché debbo dirle la verità: comincio a non capire più bene il significato di alcune parole. Riformista: tutti si definiscono riformisti. Populista: tutti vengono tacciati di populismo.

 

Il populismo è un modo di concepire il potere ben preciso. L'azzeramento di ogni intermediazione democratica, lo svilimento delle assemblee elettive, un rapporto diretto tra il capo e il popolo. Il capo si appropria della voce del popolo. Ne è il solo depositario. Ciò che si oppone è contro il popolo. La ricerca di un nemico è indispensabile. La pratica di governo è illiberale. Nella storia il populismo ha funzionato, e in molti casi, ha trascinato con sé l'elettorato; prima dell'inevitabile avvento della delusione.

 

MATTEO RENZI - ENRICO LETTA

Credo che tutto si possa affermare tranne che il Pd sia un partito populista. Potrà avere mille difetti, ma questo proprio no. Il sottoscritto, poi, viene da una tradizione politica, quella dei comunisti italiani, nella quale un dirigente raffinatissimo e di grande rilevanza come Paolo Bufalini, appena fui eletto giovanissimo segretario della federazione del Pci di Roma, mi disse: «Goffredo, ricordati: devi combattere su due fronti. Quello dei tuoi avversari di destra e quello del plebeismo, che devi inglobare ma trasformare in popolo cosciente». Per non parlare poi dell'attuale segretario del Pd Enrico Letta: forse il solo leader politico italiano davvero esente, persino nel suo modo così rigoroso e pacato di presentarsi, dal contagio del virus populista.

 

Ho la sensazione che alcuni utilizzino questa sorta di invettiva non per richiamare tutti al rispetto dello spirito e delle regole repubblicane, ma per normalizzare anche la più lieve increspatura che ponga problemi di carattere sociale o riguardante la vita faticosa di tante persone.

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE ARRIVANO ALLA CAMERA ARDENTE DI SASSOLI

 

Ho sempre auspicato la costruzione di un terzo polo in grado di raccogliere tanti voti moderati che sono andati a ingrossare la destra italiana. Ma perché questo terzo polo ha tanto stentato a nascere? Certo, non c'è Ugo La Malfa. Piuttosto ci sono leader che transitano da una forma politica a un'altra. Ci sono leader solitari che ambiscono a ruoli in qualche modo monocratici, dispensatori di verità, con linguaggi aggressivi, assertivi, in alcuni casi persino minacciosi: come quando Calenda ha dichiarato più volte, con impeto mal riposto, che nel suo programma il primo obiettivo è quello di distruggere un altro partito democratico, il Movimento 5 stelle.

 

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

Con un tipico ragionamento populista: creare un nemico che rinsaldi la tua verità e assuma il significato di un virus causa di tutti i mali. Certo: è uno strano populismo. Che ne assume i modi ma non prevede il popolo, che anzi viene normalmente schifato. Il buffo è che tali modi, essendo per nulla moderati, indispongono l'elettorato moderato che rimane, così, più volentieri sotto l'ala della bonomia berlusconiana.

 

Infine apprezzo davvero il richiamo di Recalcati a un maggiore rigore meritocratico. Mi pare ingiusto concentrarlo in particolare sugli insegnanti, mal pagati e quotidianamente impegnati a educare ragazzi diseducati dalle famiglie e dai valori dominanti.

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

E poi bisogna essere coerenti. Un piccolo segnale di rigore meritocratico in Italia lo possono dare anche i privilegiati? Perché non si accetta l'idea che per i patrimoni oltre i 5 milioni di euro ci sia un prelievo nelle successioni ininfluente per la vita dei giovani ricchi che ereditano, da investire, invece, nell'avviamento della vita di tanti giovani che ne hanno davvero bisogno, per competere con i loro meriti? Prima di dare lezioni, è sempre utile convincere gli altri con l'esempio.

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?