migranti josep borrell ursula von der leyen matteo salvini giorgia meloni

DOPO IL BOOM DI SBARCHI, L’OFFENSIVA DI SALVINI E CALDEROLI (“LA STRATEGIA EUROPEA DELLA PREMIER E’ FALLITA”) E L’ISOLAMENTO IN UE, GIORGIA MELONI SCAPOCCIA E PROMETTE IL PUGNO DI FERRO SUI MIGRANTI – IN PIENA SINDROME DI ACCERCHIAMENTO LA SORA GIORGIA RILANCIA LA TEORIA DEL COMPLOTTO, METTE NEL MIRINO I SOCIALISTI EUROPEI, L’ALTO RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI BORRELL E CHIEDE UN BLOCCO NAVALE DELL’UE (SE VEDE UN BARCONE SPARA SUI MIGRANTI?) –L’INVITO A VON DER LEYEN AD ANDARE A LAMPEDUSA. LA MELONI NON E’ QUELLA CHE SI E’ BUTTATA NELLE BRACCIA DI ORBAN E DEI NAZIONALISTI POLACCHI CONTRARI ALLA REDISTRIBUZIONE DEI MIGRANTI? – DAGOREPORT+VIDEO

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dopo-appena-anno-governo-malgrado-si-attacchi-dio-patria-367252.htm

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per la Stampa

 

 

meloni salvini

Un video lungo sei minuti, i toni assertivi, sul finale un sorriso rassicurante rivolto agli italiani e quella frase che racconta tutta la difficoltà del momento: «Non abbiamo cambiato idea. Ci vorrà tempo, determinazione e molto lavoro, ma non abbiamo cambiato idea». 

 

(...)

 

matteo salvini roberto calderoli

Meloni è costretta a difendersi dagli alleati. Lo sapeva, se lo aspettava. Ma non pensava che Matteo Salvini sarebbe arrivato – parole sue riferite da fonti di Palazzo Chigi – «fino a questo punto». Da tre giorni, ogni giorno, la Lega ribadisce la stessa inappellabile sentenza: «La strategia europea di Meloni è fallita. L’accordo con la Tunisia non vale nulla». Ieri però c’è stato un salto di qualità.

 

Dopo il vicepresidente del Carroccio Andrea Crippa, è Roberto Calderoli a decretare il flop del governo: «Non so se si tratti di un atto di guerra (così lo ha definito il leader della Lega riferendosi a Tunisi, ndr), ma è un’invasione. Quando Salvini era ministro degli Interni tutto ciò non si verificava, per cui a buon intenditor poche parole. Di fronte a questi numeri, in assenza dell’Europa, è evidente che l’Italia dovrà fare da sola».

matteo salvini e giorgia meloni

 

Calderoli non è uno qualunque. È il ministro delle Autonomie, siede allo stesso tavolo della presidente del Consiglio. Sono parole che in altri tempi avrebbero potuto produrre una crisi di governo, e che il vicepremier Salvini non potrebbe pronunciare direttamente senza causare uno strappo insanabile con la leader di Fratelli d’Italia.

 

Parole che suonano come una sconfessione anche di Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ex capo di gabinetto di Salvini ai tempi dei decreti Sicurezza, mai entrato in sintonia con la premier e con il ministro della Difesa Guido Crosetto, anche lui di FdI.

 

Josep Borrell e Ursula von der Leyen

La campagna elettorale è iniziata nel modo più brutale. Con una competizione a destra, che sembra davvero senza esclusione di colpi. Con le due Le Pen, l’anziana Marine che andrà a Pontida da Salvini, e la giovane Marion che è a Lampedusa per sostenere Meloni, che incarnano le due destre che si combattono in Francia, in Europa, e dunque in Italia. La premier sta cercando di trovare una via d’uscita dall’assedio, inseguita da chi le ricorda cosa non ha mantenuto. Rispolvera l’idea di una missione navale in acque nordafricane a guida europea. È la cosa più vicina a quel blocco navale che aveva dovuto infilare in un cassetto appena arrivata a Palazzo Chigi.

lotta continua meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi

 

(...) Contro l’offensiva leghista la premier non può che rilanciare la sua strategia. Se non lo facesse, come confida ai suoi, darebbe un segnale di debolezza. E così torna a chiedere aiuto all’Europa. Sente la presidente Ursula von der Leyen, le ricorda l’accordo con Tunisi, i 250 milioni di euro che l’Ue aveva promesso a Kais Saied.

 

Poi riprende le vecchie teorie della cospirazione contro l’Italia. Cosa sono «le realtà influenti» di cui parla? O «la parte dell’Europa che si muove in direzione opposta» rispetto agli accordi? Senza dire chi, si riferisce ai socialisti europei, all’Alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell, non a caso additato dai giornali di destra come responsabile, e alla presidente del gruppo all’Europarlamento, Iratxe Garcia-Perez, che su questo giornale definisce Meloni «un problema per l’Ue» e boccia come «un grave errore» l’accordo con Saied, autocrate che calpesta i diritti umani.

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

 

Rilanciare, inasprire, non mostrarsi sulla difensiva. Meloni sente di non poter fare altro. E così convoca un vertice – ieri mattina – alla presenza di Piantedosi, Crosetto e Mantovano, e senza Salvini. Lì matura la decisione della stretta annunciata nel video, e che sarà formalizzata nel Cdm di lunedì, a margine del quale si potrebbe tenere anche una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. È l’organo che la Lega considera lo strumento con cui Meloni e Mantovano intendono scippare politicamente al Carroccio il dossier migranti.

 

 

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

MELONI

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per la Repubblica

 

Il videomessaggio all’ora dei tg è la mossa del cavallo. Giorgia Meloni la attua per scavalcare il pressing dell’Europa e per liberarsi dallo spettro incombente del fallimento su uno dei punti centrali del suo programma. Ma anche per svincolarsi dalla morsa della Lega che, in versione pre-Pontida, sull’immigrazione si è messa ad attaccare a testa bassa. Il silenzio diventa imbarazzo e poi rabbia, nella giornata più nera della premier.

 

meloni salvini

Aveva promesso il blocco navale, aveva esordito al governo con un provvedimento contro le Ong, poi ha inseguito la chimera di un accordo con il governo della Tunisia retto da un autocrate. E ora si ritrova con un boom di sbarchi e con gli alleati del Carroccio a prendere le distanze, quasi a maramaldeggiare sul suo approccio troppo soft al problema.

 

 

(...)

 

L’enfasi della reazione di Meloni, quell’appello accorato in coda, rivolto direttamente agli elettori («Lavoriamo ogni giorno per mantenere gli impegni che abbiamo sottoscritto con voi») racconta dell’incubo di un flop, anche alla luce dei sondaggi che raccontano di una flessione del consenso per il partito della premier. Sullo sfondo, il timore più sottile. Che del fallimento dell’azione di contrasto all’immigrazione illegale stia tentando di avvantaggiarsi non l’opposizione. Ma, guarda un po’, il compagno di banco.

migranti a lampedusa 4

 

(...)

 

ursula von der leyen giorgia meloni tunisia migranti a lampedusa 5migranti a lampedusa 2migranti a lampedusa 1

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”