giorgia meloni mario draghi ita airways

VAI AVANTI TU CHE A ME VIENE DA RIDERE – MENTRE PER GLI ITALIANI È IN ARRIVO UNA MAXI-STANGATA SULLE BOLLETTE DA 2.942 EURO SU BASE ANNUA A FAMIGLIA, LA MELONI PREFERISCE MANDARE DRAGHI A TRATTARE A BRUXELLES SUL GAS - LA "DRAGHETTA" GIURERÀ DOPO IL CONSIGLIO EUROPEO DEL 20-21 OTTOBRE SULL'ENERGIA (L'ITALIA SARÀ RAPPRESENTATA DAL PREMIER USCENTE). AL COLLE NON DISPIACE QUESTA SOLUZIONE. MA PER LA MELONI IL PROBLEMA E’ L'ASSE GERMANIA-FRANCIA CHE TAGLIA FUORI L'ITALIA MALDESTRA

Simone Canettieri per “Il Foglio”

 

giorgia meloni mario draghi

Due telefoni, una calcolatrice e un calendario. E’ la cassetta degli attrezzi di Giorgia Meloni, ritornata nella sua torre d’avorio al sesto piano della Camera dopo il blitz milanese alla Coldiretti. Con la prima linea si tiene in contatto “costante” con il governo. Dallo stimatissimo ministro Roberto Cingolani, definito una “riserva della nazione”, per passare a Mario Draghi con il quale ha trovato un accordo: sarà il premier uscente a rappresentare l’Italia al Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. Lei giurerà i giorni a seguire.

 

Al Colle non dispiace questa soluzione. Con il secondo telefono ascolta gli alleati, ma intanto fa sapere che FdI punta alla presidenza del Senato. Poi c’è la calcolatrice: serve a trovare risorse e modi per evitare la slavina delle bollette e allontanare l’inflazione.

 

 

Gli input che piovono sulla scrivania della premier in pectore sono interni ed esterni. I suoi consiglieri economici, da Giovanbattista Fazzolari a Maurizio Leo, continuano a capire da dove iniziare a mettere le mani quando toccherà al nuovo governo.

 

GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO

Da una parte si punta a pescare una tranche di fondi europei pluriennali non spesi – tra i dieci e i venti miliardi – per dirottarli sull’emergenza energia. Uno schema già visto quando scoppiò il Covid, e  servirono aiuti urgenti alle aziende chiuse. Nel merito delle varie idee, ancora abbastanza fumose e comunque iper tecniche, che circolano in queste ore c’è quella di intervenire sulle bollette.

 

Come?  Con una separazione a valle, fissando il prezzo kilowattora di tutta l’energia che non è gas, attraverso un osservatorio.  In pratica si pensa di fare un decoupling. Ma non fatto a  monte, come in Spagna, ma in bolletta. Per legge. Per il gas invece FdI pensa a un tetto, più basso di quello tedesco perché gli spazi in manovra sono ridotti.

 

A questo meccanismo, ancora più che sospeso, c’è anche l’idea di permettere la rateizzazione delle bollette per le imprese, che in questo momento rischiano di saltare in aria, ma anche bonus per le famiglie. E’ chiaro come tutto dipenda anche dagli appuntamenti e dalle trattative europee in corso nei prossimi giorni. Prima a Praga venerdì e sabato, poi a Bruxelles. Meloni confida molto nell’autorevolezza di Draghi e nelle capacità di Cingolani  che se fosse per lei confermerebbe ancora ministro della Transizione ecologica (stimato, particolare non banale, anche dall’ad di Eni Claudio Descalzi).  

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3

 

Ma la voglia di discontinuità sbandierata in campagna elettorale la inchioda alla sua proverbiale coerenza. Anche se nessuno, nello stretto giro della leader, si sente in queste ore di chiudere la porta a un Cingolani bis. E’ vero, questo sì, che si attende ancora una volta che il premier uscente possa in qualche modo levare dal fuoco più castagne possibili nei prossimi vertici europei. E quindi in questa fase, per il ciclo i miracoli di realpolitik, Meloni si trova d’accordo anche con la Francia. In ottica anti tedesca. Sì, proprio così. Quando ieri pomeriggio le hanno letto le dichiarazioni del   ministro dell’Economia della Francia, Bruno Le Maire – “è essenziale agire insieme in Europa di fronte alla crisi energetica con una strategia globale” – non ha potuto che annuire.

 

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2

Che sia una reazione dettata dalla ricerca di partner che contano per uscire dall’isolamento in cui rischia di trovarsi il futuro governo  o una constatazione di merito su un dossier cruciale è ancora tutto da capire. Di sicuro, c’è un atteggiamento sempre più cauto in queste ore da parte di Meloni, intenzionata a entrare a Palazzo Chigi se non in punta di piedi poco ci manca. E quindi un accordo europeo sul gas val bene Parigi. Sono d’altronde ore in cui telefoni, agenda e calcolatrice si intrecciano fra di loro. Da qui la scelta, per esempio, di evitare “rotture” con il governo uscente sul Consiglio europeo di Bruxelles: per l’Italia ci sarà  Mario Draghi. Basta dare un’ occhiata alle date: con le Camere che fra il 13 e il 15 eleggeranno i rispettivi presidenti, le consultazioni che inizieranno il 16 e l’incarico che il presidente della Repubblica potrebbe darle il 18  c’è poco tempo.

 

L’idea di fare una corsa, di risalire al Colle il 19 con la lista dei ministri per giurare subito in modo da debuttare a Bruxelles, sembra vista come un’inutile fatica. “Non serve piantare una bandierina per dire: eccoci, montando su un treno in corsa, con dossier e interlocuzioni già avviate. Ci fidiamo di Draghi”, è il ragionamento che emerge dal quartiere generale di Meloni. La quale, problema non proprio laterale, si trova sempre a che fare con le richieste degli alleati sul futuro governo.

giorgia meloni mario draghi giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 1

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO