giovanni tria

“HO CONOSCIUTO SALVINI E DI MAIO IL GIORNO PRIMA DEL GIURAMENTO AL QUIRINALE” - IL MINISTRO TRIA: “CON LORO HO UN RAPPORTO BUONO ANCHE SE SEMBRA TESO - NON MI ASPETTAVO L'USCITA DEI CINQUESTELLE CHE HANNO CELEBRATO DA PALAZZO CHIGI IL TEMPORANEO 2,4 PER CENTO DI DEFICIT... - IL PROBLEMA DELL’ITALIA? NON SONO I BUROCRATI DI BRUXELLES, È IL MERCATO CHE POSSIEDE IL NOSTRO DEBITO - L’EMIGRAZIONE? CHIUDERE I PORTI NON RISOLVE IL FENOMENO…” - I COMMENTI SU DRAGHI, SAVONA, L'IVA E I TAGLI...

Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano”

 

GIOVANNI TRIA

"Vi confesso che il mio rapporto in privato con Di Maio e Salvini è buono, anche se, a volte, da alcune dichiarazioni pubbliche sembra teso. Niente drammi sull' Iva: il bilancio dello Stato è di circa 800 miliardi di euro, la politica decida come usarli". Tradotto: l'aumento non si evita col deficit. Giovanni Tria racconta il suo primo anno al ministero dell'Economia. Ha una flemma dura, ogni tanto tamburella con le dita nello studio protetto da un mezzobusto di Quintino Sella.

 

Chi è Tria?

Mi sento un professore di Economia e non un tecnico. Chi fa parte di un governo è un politico. Il ministro tecnico non esiste.

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

 

Chi l'ha chiamata per l' incarico il 31 maggio 2018?

Paolo Savona. Ero all' università, stavo per finire una riunione, mi telefona e mi chiede un incontro. Ho conosciuto il premier Conte e i vice Di Maio e Salvini il giorno prima del giuramento al Quirinale.

 

Rivendica un profilo apolitico, accetta l' etichetta di "savoniano"?

C' è stima tra di noi, siamo amici, ci sentiamo spesso. Entrambi abbiamo criticato le politiche di austerità dell' Europa.

 

Perché Savona non è qui dove siede Tria?

GIOVANNI TRIA E L'AUMENTO DELL'IVA

S'era creata una discussione intorno a Savona contrario all' euro, ma era una discussione fuorviante. Savona contesta l'architettura dell' euro e auspica una funzione più ampia della Banca centrale europea, temi che condivido.

 

"Se continua così può tornare a casa" , cit. Di Maio. "Più coraggio o faccia il panettiere", cit. Salvini. Quando legge simili attestati di stima, come reagisce?

Non mi fa piacere. All' inizio telefonavo per capire e ogni volta mi smentivano di aver espresso questi apprezzamenti. Poi ho smesso, non ci faccio caso. Si tratta di dichiarazioni pubbliche, forse pensano di incentivare il consenso politico, non credo serva. L' importante è che in privato - come accade - si vada molto più d' accordo e ci sia molta più armonia. Un dubbio mi è rimasto: perché panettiere?

 

Ci ha riflettuto?

GIOVANNI TRIA

Forse Salvini ha letto Adam Smith che dice "non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo".

 

Quante volte ha minacciato le dimissioni?

Mai. Le dimissioni si danno, non si minacciano. Questo giochino politico e giornalistico fa danni all' Italia. Io non ho niente da perdere, ero all'università, stavo per andare in pensione. Resto finché sono utile. Certo, spesso la notte non dormo perché il peso del mio ruolo è enorme, condiziona milioni di persone, ma sono fedele al giuramento sulla Costituzione. Mi ha convocato la politica.

 

matteo salvini giovanni tria

Il premier Giuseppe Conte ha in tasca sempre un santino di Padre Pio, Tria ha una foto di Mario Draghi?

Non porto con me immagini di santi laici o cattolici, ma Draghi è un ottimo presidente della Bce e va annoverato tra i protettori dell'Europa perché con la frase "faremo tutto il necessario per la moneta unica" ha salvato l' Europa e aiutato molto l' Italia, anche se la sua intenzione era più estesa.

 

Il mandato di Draghi scade in autunno, un giorno potrà aiutare l' Italia dall' Italia?

Sì, può dare un grande contributo, se ne ha voglia. Non farà il pensionato, suppongo. Ha di fronte tante carriere, vedremo se sceglie di impegnarsi in Italia.

 

giovanni tria giancarlo giorgetti

L'errore più grosso che si imputa?

In Consiglio dei ministri, quando s' è deciso il deficit in manovra, potevo resistere di più e convincere i colleghi.

 

I Cinque Stelle con Di Maio hanno celebrato dal balcone di Palazzo Chigi il temporaneo 2,4 per cento di deficit, dov'era lei in quel momento?

Ero lì, non molto lontano, però molto preoccupato. Non mi aspettavo l'uscita sul balcone. Rispetto a una severa reazione dei mercati finanziari, ammetto che mi ha angosciato più l'esultanza che il deficit al 2,4. Il deficit va fatto, ma non è un fine: è un mezzo per raggiungere un fine.

 

Perché il governo s' è ravveduto?

GIUSEPPE CONTE E GIOVANNI TRIA

Io ero scettico dal principio. Il governo, durante quel burrascoso novembre, ha guardato ai fatti: economia quasi in recessione, costi ricalcolati meglio, sfiducia dei mercati. Io ho tentato di spiegarmi: il debito si può utilizzare, ma per acquistare una casa, non per pagare l' affitto.

 

"Nulla si costruisce sulla roccia, tutto sulla sabbia, ma noi dobbiamo costruire come se la sabbia fosse roccia", disse una volta menzionando Borges. Il governo gialloverde su cosa e con cosa costruisce?

Il programma di governo è stato adottato e sono qui per realizzarlo, ma il programma va adeguato al mondo e alla realtà che cambia, anche con troppa velocità. Il mio dovere è costruire strade sicure, avvisare se una valanga ha interrotto il percorso. In quel caso, bisogna aggirarla. A volte la politica ha l' istinto, invece, di sbattere contro la valanga.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

Per alcuni analisti c'è lo stesso clima mefitico del 2011 che portò i tecnici, le misure di "sangue" e le "lacrime" di Elsa Fornero, con quale spirito s' avvicina a una scadenza ineludibile, quella sull' aumento dell' Iva nella legge di Bilancio?

Ci vuole razionalità, non spirito drammatico. Il nostro Paese ha un' economia di base forte, occorre più affidabilità.

Il bilancio dello Stato è di circa 800 miliardi di euro. Queste sono le risorse e la politica deve decidere come usarle.

Ridurre le tasse, tagliare la spesa e ritoccare l'Iva? Qualcosa va fatto. Non è possibile abbassare le tasse, far crescere la spesa e tenere l'Iva ferma. In passato l' hanno fatto e adesso ne facciamo i conti.

 

Salvini giura: "Vinciamo le Europee e nessuno ci chiederà i 23 miliardi dell' Iva".

Il problema non sono i burocrati di Bruxelles, ma è il mercato che possiede il nostro debito.

il ministro giovanni tria (2)

 

Il leghista Siri, sottosegretario ai Trasporti, è indagato per corruzione. Deve rinunciare all' incarico?

Non saprei dire. A parte la questione specifica, io ho una regola di principio: un avviso di garanzia non basta per provocare le dimissioni.

 

Ha definito "spazzatura" le accuse a Claudia Bugno, sua consigliere. Non c' è conflitto di interessi?

No, era soltanto un attacco politico.

 

Suo figlio in barca a vela è intervenuto in un salvataggio, a supporto di una nave di una Ong, nel mare Mediterraneo. "Se mio figlio andasse sui barconi, gli tirerei le orecchie". Ha seguito il consiglio di Salvini?

No, io ammiro mio figlio e rispetto le sue idee, tutte, soprattutto quelle distanti dalle mie. Ha due lauree, è adulto, non va in giro con leggerezza. In ogni caso, non è un volontario di una Ong.

 

giovanni tria a porta a porta 3

Il suo governo ha lasciato più di una notte in mare, a pochi chilometri dalla coste italiane, centinaia di migranti. Era necessario?

Ci vuole coraggio, io non so se l'avrei fatto. Però l'Italia ha interrotto l' ecatombe nel Mediterraneo, anche se chiudere i porti non risolve il fenomeno globale dell' emigrazione. Io non sono un credente, ma le uniche parole sensate le ha pronunciate papa Francesco: in Libia vanno creati i corridoi umanitari. Pure in questa circostanza l' Europa s' è dimostrata assente.

 

Tessere di partito?

Mai, da giovane ero maoista, di estrema sinistra, poi di idee liberali.

 

Cosa ricorda della convivenza accademica con Renato Brunetta?

Abbiamo scritto tanti articoli assieme, Renato è molto bravo nelle presentazioni. In conferenza stampa mi batte dieci a zero.

giovanni tria imitato da maurizio crozza

 

Quale è la prima cosa che fa appena arriva in ufficio?

Controllo lo spread perché utile a capire se abbiamo sbagliato qualcosa o qualcosa di imprevisto s' è verificato sui mercati.

 

Tria è un ministro precario?

Chi è stabile al giorno d' oggi?

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”