antonio calogero montante

''MONTANTE NON GESTIVA IL POTERE, LO CREAVA'' - NELLE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A 14 ANNI DELL'EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SICILIA, IL GUP LO DEFINISCE ''MOTORE IMMOBILE DI UN MECCANISMO PERVERSO DI CONQUISTA E GESTIONE OCCULTA DEL POTERE CHE, SOTTO LE INSEGNE DI UN'ANTIMAFIA ICONOGRAFICA, HA OCCUPATO LE ISTITUZIONI MEDIANTE CORRUZIONE SISTEMATICA E OPERAZIONI DI DOSSIERAGGIO''

Michela Allegri per “il Messaggero

 

antonello montante

È stato «il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un'antimafia iconografica», ha occupato le istituzioni «mediante corruzione sistematica e operazioni di dossieraggio», con la creazione di una «mafia trasparente». Nelle motivazioni con cui lo scorso 14 maggio ha condannato a 14 anni l'ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, il gup di Caltanissetta definisce l'imprenditore «il demiurgo non già del linguaggio dell'antimafia, ma dell'antimafia del linguaggio, che non oltrepassa la soglia delle parole, dei convegni e delle iniziative dallo scarso risultato pratico».

 

Un'antimafia trasformata in «business utile a garantire un posto ai tavoli che contano». Era un «ricattatore seriale», impegnato nella raccolta incessante di dati riservati e documenti. Per il gup, Montante, condannato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico, ha diretto un sodalizio di cui facevano parte ufficiali di Polizia, dell'Arma e della Finanza. Con uno scopo: «Eliminare il dissenso con il ricorso all'uso obliquo dei poteri accettativi e repressivi statuali, sabotare le indagini; corrompere in maniera sistematica pubblici ufficiali».

antonello montante

 

Per il magistrato, l'ex presidente di Confindustria aveva elaborato un progetto di «occupazione egemonica» dei posti di potere. Un progetto condiviso da chi sapeva che lui era la chiave di accesso a ministeri, enti pubblici e imprese per ottenere incarichi di prestigio: «Non gestiva potere, ma lo creava», chiosa il gup. Era talmente potente che nemmeno l'allora ministro dell'interno Angelino Alfano «poteva permettersi di contraddirlo».

 

Tanto che, nel 2013, il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, era stato addirittura organizzato a Caltanissetta: «Una genuflessione istituzionale - proseguono le motivazioni - innanzi a colui che nel 2015, nel pieno della bufera mediatica per il suo coinvolgimento in un'inchiesta per mafia, riusciva persino a farsi rafforzare la scorta».

 

MONTANTE CROCETTA

A indagare su Montante era stata proprio la procura di Caltanissetta. Era stato arrestato nel maggio 2018. I magistrati, facendo accertamenti su presunti legami mafiosi, avevano invece scoperto la rete di spionaggio che teneva informato l'indistriale in tempo reale degli sviluppi della inchiesta. Tutti si rivolgevano a lui per ottenere favori: agli atti, una novantina di raccomandazioni arrivate tra il 2007 e il 2015.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…