luigi di maio

LA VERSIONE DI MUGHINI - SONO AFFASCINATO DALLO SGUARDO DI LUIGI DI MAIO, MEDIOCRITA' E OSTINAZIONE. CI SONO FINALMENTE RIUSCITI A “CAMBIARE L’ITALIA”, CIOÈ AD AUMENTARE LA QUANTITÀ DI DENARI CHE DOVREMO CHIEDERE A UN TASSO PIÙ ALTO AGLI INVESTITORI STRANIERI NELLA SPERANZA CHE CE LI DIANO. GLI OCCHI DEL POLITICANTE GIOIOSO CHE NON HA NESSUN TITOLO DI STUDIO E PUÒ SFIDARE DRAGHI E UMILIARE TRIA

 

Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

 

GIAMPIERO MUGHINI

Caro Dago, c’è che sono affascinato dallo sguardo di Luigi Di Maio, da quei suoi occhi da cui traluce tanto la mediocrità che l’ostinazione. Da mesi e mesi più che ascoltare le sue parole, prive di qualsiasi significato concreto e possibile, sono ipnotizzato da quegli occhi. Più che mai oggi, che su tutti i giornali esplode la foto di quanto siano andati in sollucchero i ministri 5Stelle alla notizia che è fatta, che il gran colpo della loro vita è riuscito.

 

Ci sono finalmente riusciti a “cambiare l’Italia”, cioè ad aumentare la quantità di denari che dovremo chiedere a un tasso più alto agli investitori stranieri nella speranza che ce li diano, il che non è sicuro; ci sono riusciti ad “abolire” la povertà, una panzana che mai e poi mai sarebbe uscita dalla bocca di ministri come Francesco Forte, Giulio Tremonti, lo stesso Paolo Savona, lo stesso Giovanni Tria, i quali hanno lungamente studiato che la ricchezza la devi produrre prima di elargirla; ci sono riusciti nella gigantesca operazione di offrire un reddito a chi purtroppo non ne ha uno e non so quando ne avrà uno, oppure di mandare in pensione giovanotti di 62 anni che hanno un’aspettativa di vita di 85 anni e malgrado ci siano lì i conti nudi e crudi dell’Inps a dire che fra vent’anni quelle pensioni l’Italia non sarà in grado di pagarle.

DI MAIO FESTEGGIA IL DEF

 

C’è riuscito nel gran botto Luigino, lui, l’unico caso in Occidente di un ministro del Lavoro che non abbia mai lavorato in vita sua. Di più, il caso di un ministro che ha fatto nascere Pinochet in Venezuela e che quando parla una su due è uno svarione, l’altra una parola priva di senso. “Rappresentiamo 11 milioni di italiani”, dice Di Maio e non gli si può dar torto perché è così che funziona la democrazia secondo cui ogni testa vale un voto.

 

di maio festeggia per il def

Milioni e milioni di tedeschi erano rappresentati dall’Adolf Hitler che nel 1933 divenne il capo della Germania assetata di rivincita. Ho visto qualche giorno fa un video dov’era Benito Mussolini che a Trieste annunciava il varo delle leggi razziali e ne spiegava il significato: la più bella piazza di Trieste era zeppa all’inverosimile e sprizzava felicità ed entusiasmo ad ascoltare le parole del Duce. Il fascismo avesse avuto l’ingegno di indire le elezioni in quel 1938, Mussolini avrebbe avuto l’85 per cento dei voti espressi, milioni e milioni e milioni di consensi.

 

Gli occhi di Di Maio. La sua spettacolare ascesa politica a partire dal nulla e fatta di nulla. Li guarderemo ancora a lungo, quegli occhi. Quando arriveranno le notizie su di quanto aumenterà il nostro spread, ossia di quanto aumenteranno gli interessi che pagheremo sui soldi che dobbiamo chiedere in prestito all’Europa che per intanto prendiamo a sberle in faccia, e anche prima o poi abbassare quelle tasse che ci permettono di pagare a fine mese i medici degli ospedali pubblici, i vigili urbani, i magistrati, i soldati che teniamo in Afghanistan.

 

DRAGHI TRIA

Gli occhi di Di Maio, gli occhi del politicante gioioso di spendere i soldi che non ha, di mantenere promesse che non stavano né in cielo né in terra; gli occhi gioiosi di uno che non ha nessun titolo di studio e può sfidare sul terreno dell’economia Mario Draghi e umiliare il ministro Giovanni Tria. Non succede mica tutti i giorni. Altro che le vittorie milionarie al Totocalcio.

 

GIAMPIERO MUGHINI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…