di maio salvini pensioni pensione pensionati conte

ABBIAMO SCHERZATO – NEL GOVERNO SI RAFFORZA IL FRONTE DI CHI VORREBBE CONCEDERE QUALCOSA A BRUXELLES - COME DAGO-ANTICIPATO LA LEGA STA SPINGENDO PER RIDURRE IL DEFICIT FINO ALLO 0,2% - LA GRAN PARTE DELLE MODIFICHE RIGUARDA IL CAPITOLO PENSIONI. SALTA QUOTA 100?

Antonio Signorini per “il Giornale”

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

La linea del «nessun cambiamento» su pensioni e deficit inizia a mostrare le prime crepe. Man mano che si avvicina l' esame dell' Europa, nel governo si rafforza il fronte di chi vorrebbe concedere qualcosa a Bruxelles, introducendo modifiche anche di sostanza al capitolo pensioni. Oppure, ancora meglio rivedendo il saldo della manovra riducendo l' obiettivo 2019 sul deficit oggi al 2,4%.

 

Il governo teme che precipiti la situazione delle banche italiane, tanto da costringerlo a richiedere un intervento come quello della Spagna nel 2012. Ma anche un deficit fuori controllo pure rispetto al tetto previsto dal Dpb.

 

TRIA E MOSCOVICI

Nelle ultime ore soprattutto dalle parti della Lega si sta valutando una riduzione del deficit fino allo 0,2%. Ritocco che riguarda il deficit nominale, ma ancora di più quello strutturale, come ha chiesto il commissario europeo Pierre Moscovici. Gli uffici del ministero dell' Economia stanno lavorando ad aggiustamenti che possano rendere meno duro il giudizio di Bruxelles sul Documento programmatico di bilancio, quindi ridare fiato ai titoli di debito pubblico sul mercato.

 

MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

Entro due settimane il ministro dell' Economia Giovanni Tria dovrebbe inviarne una nuova versione. Le ipotesi in campo sono varie. La gran parte si concentra su modifiche al capitolo pensioni, in particolare la rinuncia ad un ritorno pieno della rivalutazione delle pensioni più alte. E poi un taglio alla parte retributiva per chi deciderà il ritiro prima dei 67 anni. Ieri ne ha parlato indirettamente anche il presidente dell' Inps Tito Boeri, dicendo che non è da escludere «un meccanismo di uscita anticipata in cui l' importo della pensione sia corretto in base all' età di uscita.

 

TITO BOERI

In sostanza è il ritorno delle penalizzazioni associate all' uscita anticipata. Che è l' unico modo per rendere sostenibile una riforma delle pensioni che abbassi l' età del ritiro.

E anche un modo per convincere Bruxelles a cambiare idea sulle pensioni, visto che la riforma della legge Fornero è destinata ad essere bocciata in toto quando arriveranno le raccomandazioni specifiche per paese.

 

Già le lievi modifiche introdotte dai governi di sinistra avevano fatto storcere il naso agli economisti di Bruxelles; un intervento radicale come quota 100 è stato interpretato dalle istituzioni Ue come un atto di guerra.

 

Il problema è anche che la riforma delle pensioni così come è stata abbozzata dal governo - farà parte di un provvedimento a parte quindi è ancora tutta da scrivere - costerà non sette miliardi di euro come preventivato dal governo. Più facile che si avvicini ai 15 miliardi di euro all' anno.

 

CARTA IGIENICA SALVINI DI MAIO

Cambiamenti in vista anche sui tagli alle pensioni d' oro. Ieri il Messaggero ha confermato l' intenzione di archiviare l' idea di un ricalcolo per le pensioni retributive con penalizzazione legata all' età del ritiro, come da progetto di legge del Movimento 5 stelle.

 

Nelle ultime ore è passata la proposta della Lega Nord di trasformare il ricalcolo in un contributo di solidarietà. Unico modo per evitare ricorsi, visto che la Corte costituzionale ha già bocciato una misura simile. L' idea è di un taglio del 20% sulle pensioni oltre 500 mila euro. Per quelle tra 90 e 130 mila euro, dell' 8%, 12% fino a 200 mila, 14 fino 350 mila, 16% fino a 500 mila e 20 punti oltre questa soglia. Tagli sull' intero importo, non sugli scaglioni.

 

SALVINI DI MAIO

Comunque non sarà il taglio delle pensioni d' oro a garantire il lasciapassare europeo al governo Conte. Politicamente i vicepremier e leader della maggioranza Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno problemi ad affrontare la bocciatura. Ma nel concreto non si possono permettere un conflitto con l' Europa. Meglio, dal punto di vista del governo, affrontare la delusione di qualche aspirante pensionato che le reazioni imprevedibili dei mercati, una volta che l' Europa avrà ufficializzato la sua bocciatura e quando ci sarà da tirare fuori soldi per le banche.

 

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Anche se a sera, alla trasmissione Non è l' Arena di Massimo Giletti su La7, il leader leghista cerca di mettere un freno alle voci di marce indietro sulla manovra nei confronti dell' Europa. Prima un buffetto a Mario Draghi, il governatore della Bce messo nel mirino solo poche ore fa dall' alleato Di Maio. «Penso che Draghi per l' Italia e il nostro sistema economico abbia fatto tanto, e spero riesca a fare ancora tanto - dice il vicepremier - Ma adesso tocca a noi». Per quanto riguarda lo spread «sono convinto che scenderà quando usciranno tutti i numeri della manovra». E sulla Legge Fornero ribadisce: «È un mio dovere smontarla. Ha rubato anni di vita e lavoro agli italiani. Noi la smonteremo, costi quello che costi, perché è il bene degli italiani».

SALVINI DI MAIO CONTEsalvini di maioDELVOX TRIA SALVINI DI MAIOSALVINI DI MAIO FLINSTONES

Ultimi Dagoreport

gambetti francesco

DAGOREPORT – GRAND HOTEL VATICANO: PAPI CHE VANNO, FRATI CHE VENGONO – TRA LE MACERIE LASCIATE DA BERGOGLIO (BECCIU, CHAOUQUI E LA SCHIERA DI CHECCHE DI CUI IL COMPIANTO PAPA AMAVA CIRCONDARSI A DISPETTO DEI SUOI ACCORATI APPELLI CONTRO LA ‘’FROCIAGGINE’’), BRILLA L’IRRESISTIBILE ASCESA DI FRATE MAURO GAMBETTI: ORDINATO SACERDOTE L'8 GENNAIO 2000 ALLA TENERA ETÀ DI 34 ANNI, E' GIA' CARDINALE NEL 2020. L’ANNO DOPO BERGOGLIO L’HA CATAPULTATO DA CUSTODE GENERALE DELLA BASILICA DI ASSISI A VICARIO GENERALE DI SUA SANTITÀ PER LA CITTÀ DEL VATICANO E PER LE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO, NONCHE' PREFETTO DELLA FABBRICA DI SAN PIETRO – AL FIANCO DI GAMBETTI, L’INSEPARABILE ENZO FORTUNATO, ANCHE LUI FRATE, NOTO PER LA SUA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI CERCARE DOVIZIOSE SPONSORIZZAZIONI PER RIVISTE ED EVENTI DI OGNI TIPO, SOPRATTUTTO FRA I POTENTI DI TURNO. SI SONO POI AGGIUNTI MONS. ORAZIO PEPE E IL GESUITA FRANCESCO OCCHETTA, INDISPENSABILI PER LA FONDAZIONE “FRATELLI TUTTI”, CIRCOLO RISERVATO IN VIA ESCLUSIVA AI SEGUACI DI FRATE GAMBETTI… - VIDEO

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”