ISTITUTO LUCE PER OBAMA - TOH, C’E’ IN BALLO IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA, LE QUOTAZIONE DI OBAMA SONO IN DECLINO ED ESCE UN KOLOSSAL CELEBRATIVO DELL’AMMAZZAMENTO DI BIN LADEN AD OPERA DEI NAVY SEALS - NON SOLO: I REPUBBLICANI ACCUSANO EL NEGRITO DI AVER FORNITO INFORMAZIONI TOP SECRET ALLA REGISTA BIGELOW PER MEJO PROMUOVERE L’IMMAGINE DEL PRESIDENTE - IL PENTAGONO APRE UN’INCHIESTA…

Maurizio Molinari per "la Stampa"

I segreti del blitz di Abbottabad sono finiti nelle mani dei produttori di Hollywood e il Pentagono ha aperto un'inchiesta sul film che Kathryn Bigelow sta realizzando e che ha come tema l'eliminazione di Osama bin Laden. A svelarlo è Peter King, il combattivo deputato repubblicano di Long Island alla guida della commissione Sicurezza Interna della Camera dei Rappresentanti, rendendo pubblica un lettera dell'Ispettore generale della Difesa in merito al rischio di fughe di notizie sul blitz che venne messo a segno dai Navy Seals ad Abbottabad, in Pakistan, nella notte fra il primo e il 2 maggio.

«Prenderemo in esame azioni e comportamenti del personale del Dipartimento di Difesa - si legge nella lettera del Pentagono - in relazione al rilascio di informazioni a chi sta realizzando il film», la cui uscita nelle sale cinematografiche è prevista per il 19 dicembre, poco più di un mese dopo le elezioni presidenziali.

Per King il passo compiuto dal Pentagono dimostra la fondatezza dei timori sulla possibilità che l'Amministrazione Obama abbia deciso di aiutare la Sony Pictures a realizzare il film, fornendole informazioni top secret al fine di promuovere l'immagine del presidente in campagna per la rielezione. Il retropensiero è ovviamente che il film possa uscire prima della data annunciata.

A guidare l'inchiesta interna al Pentagono è Patricia Brannin, viceispettore generale per le questioni di intelligence, che nel memorandum ottenuto da King afferma di «voler iniziare subito gli accertamenti», lasciando intendere di avere già dei sospetti sulla fuga di notizie avvenuta.

Era stato proprio King, in agosto, il primo a sollevare il dubbio su «accessi privilegiati della regista a dipendenti della Difesa» dopo aver letto sul «New York Times» l'articolo della columnist Maureen Dowd, nel quale si affermava che «i produttori del film sul blitz contro Osama bin Laden hanno accesso a informazioni classificate di alto livello da parte di un'Amministrazione che, assai più di quella guidata da George W. Bush, ha tentato di mandare in prigione le persone responsabili di fughe di notizie».

In particolare sarebbe stato Mark Boal, che assieme a Bigelow ha firmato il film «The Hurt Locker» sulla guerra in Iraq premiato con l'Oscar nel 2010, a essere ricevuto da alti funzionari della Casa Bianca e del Pentagono, potendo fra l'altro essere presente a una cerimonia ristretta organizzata dalla Cia per celebrare i Navy Seals protagonisti del raid contro il mandante degli attacchi dell'11 settembre. «Questa fuga di notizie seguita al successo della missione contro Bin Laden - accusa Peter King - ha portato all'arresto di collaboratori pachistani e mette in pericolo la sicurezza dei nostri eroi e delle loro famiglie».

Ciò che viene addebitato agli anonimi «alti funzionari della Difesa» è di aver consentito a Bigelow e Boal di venire a conoscenza dell'identità di un imprecisato numero di Navy Seals, riuscendo in almeno un paio di occasioni a incontrare i protagonisti del blitz di Abbottabad, la cui identità invece dovrebbe rimanere segreta. Secondo alcune fonti, Boal sarebbe andato a trovare uno dei Seal nella sua abitazione, riuscendo ad avere una ricostruzione minuziosa di quanto avvenuto.

La Casa Bianca, con il portavoce Jay Carney, continua a definire «del tutto ridicole» tali accuse, respinge ogni sospetto di regìa politica della fuga di notizie ma difende la scelta del Pentagono di collaborare con i registi di Sony Pictures «come è stato già fatto in passato in altre numerose occasioni». Ad avvalorare tuttavia il sospetto che l'indagine abbia già appurato qualche violazione del top secret c'è la scelta della Cia di David Petraeus di dotarsi di nuove linee guida per gestire i rapporti con i «registi impegnati nella realizzazione di pellicole» al fine di vincolare i propri dipendenti a un codice più rigido rispetto a quello fino ad ora applicato.

 

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