mark rutte viktor orban

LA STRATEGIA EUROPEA DI ORBAN, TRA PUTIN E TRUMP - IL PREMIER UNGHERESE HA INCONTRATO L’OLANDESE MARK RUTTE E GLI HA PROMESSO IL SUO APPOGGIO PER LA NOMINA A SEGRETARIO DELLA NATO. IN CAMBIO IL SOVRANISTA AMICO DI PUTIN E DELLA MELONI POTRÀ “NON PARTECIPARE” ALLE INIZIATIVE DELL’ALLEANZA ATLANTICA A SOSTEGNO DELL'UCRAINA – L'UNGHERIA PRESENTA IL PROGRAMMA PER IL SUO SEMESTRE EUROPEO E UTILIZZA UNO SLOGAN TRUMPIANO: “MAKE EUROPE GREAT AGAIN”

 

1 - IL PATTO CON ORBÁN PER PORTARE RUTTE ALLA GUIDA DELLA NATO: “NIENTE SOLDI NÉ MILITARI UNGHERESI PER LE OPERAZIONI IN UCRAINA”

Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it

 

mark rutte viktor orban

Viktor Orbán dice sì alla proposta di Rutte. Il primo ministro olandese Mark Rutte ha promesso all'Ungheria una opzione di "opt-out" dalle attività dell'Alleanza Atlantica a sostegno dell'Ucraina, in cambio dell'approvazione della propria nomina a Segretario della Nato da parte di Orbán.

 

"Con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg abbiamo concordato che nessun membro del personale ungherese prenderà parte alle attività dell'Alleanza in Ucraina e nessun fondo ungherese sarà utilizzato per sostenerle”, scrive Orbán sul social X. “Il nostro prossimo passo questa settimana è stato quello di garantire che questo accordo possa resistere alla prova del tempo. Il premier Mark Rutte ha confermato il suo pieno sostegno a questo accordo e continuerà a farlo. Alla luce di questo impegno, l'Ungheria è pronta a sostenerlo alla guida della Nato".

 

MARK RUTTE VIKTOR ORBAN

Il premier olandese ha già ricevuto l'appoggio di 29 dei 32 membri dell'Alleanza, tra cui gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito e la Germania, ma finora la sua nomina era stata bloccata dall'opposizione del leader sovranista ungherese, il più filo russo dei membri della Nato.

 

Orbán si è a lungo schierato contro l'assistenza militare occidentale all'Ucraina nella resistenza di Kiev all'invasione lanciata più di due anni fa dalla Russia. E in passato Rutte e Orbán si sono scontrati aspramente anche in seno all'Unione Europea sulla campagna contro i diritti degli omosessuali e sulle controverse riforme giudiziarie portati avanti dal governo ultra conservatore di Budapest.

 

viktor orban, giorgia meloni, robert abela, mark rutte, emmanuel macron, kyriakos mitsotakis, luc frieden

Ma l'incontro di lunedì sera fra i due premier, a margine della cena tra i capi di governo della Ue a Bruxelles, in cui si è discussa la scelta del prossimo Presidente della Commissione Europea all'indomani delle elezioni per il parlamento di Strasburgo, sembra aver rimosso un ostacolo cruciale anche alla scelta del prossimo Segretario della Nato.

 

L'idea di offrire all'Ungheria l'opzione di non partecipare ad alcune delle iniziative dell'Alleanza Atlantica per l'Ucraina era già stata delineata nei giorni scorsi da Jen Stoltenberg, il Segretario uscente della Nato. Due fonti a conoscenza del colloquio di lunedì sera fra Rutte e Orbán hanno detto al quotidiano della City che il premier olandese ha confermato il possibile compromesso al premier ungherese e che Orbán lo avrebbe accettato. "I due leader hanno avuto una buona conversazione", si limita a dire un portavoce olandese. [...]

 

 

2 – “MAKE EUROPE GREAT AGAIN”: L’UNGHERIA DI ORBÁN LANCIA IL SUO SEMESTRE EUROPEO NEL SEGNO DI TRUMP

Estratto dell’articolo di www.repubblica.it

 

slogan dell ungheria per il suo semestre europeo

"Make Europe Great Again". È nel segno del motto di Donald Trump che l'Ungheria di Viktor Orbán inaugura la sua presidenza di turno europea, che ufficialmente scatterà il primo luglio e terminerà il 31 dicembre del 2024. Una presidenza, quella ungherese, che arriva in un momento delicatissimo per le istituzioni europee, impegnate nella partita delle nomine dei vertici comunitari e poi dei membri della futura Commissione.

 

[...]  Il logo rimanda al cubo di Rubik, il celebre architetto nato nella capitale magiara nel 1944. Il programma, nonostante il periodo di transizione che segnerà il semestre ungherese, si preannuncia fitto.

 

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN

"L'Ungheria assume la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea in un momento di circostanze e sfide straordinarie. Il nostro continente sta affrontando sfide comuni a causa della guerra nel nostro vicinato, l'Ue è sempre più in ritardo rispetto ai suoi concorrenti globali", si legge nella premessa del programma, che elenca alcune delle fragilità dell'Ue: "La migrazione illegale, la vulnerabilità dell'approvvigionamento internazionale, le catastrofi naturali, gli effetti del cambiamento climatico e l'impatto del cambiamento climatico e l'impatto delle tendenze demografiche". [...]

kaja kallas, giorgia meloni, viktor orban, robert abela, mark rutte, emmanuel macron

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")