hitler papa pio xii pacelli

PAPA HITLER – "ALARICO", IL PIANO DEL FÜHRER IN CASO DI SGANCIAMENTO DI MUSSOLINI DALLA GUERRA - UN DOCUMENTO SVELA LA VOLONTA' DI OCCUPARE IL VATICANO TRA IL 26 E IL 27 LUGLIO 1943 MA RINUNCIÒ ALL’ULTIMO ISTANTE - CON UN BRUTALE ATTO DI FORZA, AVREBBE STANATO "QUEL BRANCO DI PORCI", RAPITO PIO XII E DEPREDATO IL SUO ARCHIVIO DI DOSSIER RISERVATI – IL DUCE NON VENNE “DEPOSTO” MA SCELSE DI DIMETTERSI PER EVITARE L'OCCUPAZIONE DEL PAESE DA PARTE DEGLI "ALLEATI" TEDESCHI…

CIANO - VON RIBBENTROP - HITLER - MUSSOLINI

Roberto Festorazzi per "Libero"

 

L'abortita invasione nazista del Vaticano, che fu pianificata nell'estate del 1943 senza mai essere portata a compimento, viene ora alla luce in tutti i suoi dettagli impressionanti grazie a un documento inedito quanto clamoroso.

 

Una carta scampata alla distruzione e alla sistematica sparizione-predazione di tutti i documenti politici e militari del Terzo Reich. Un solo foglio, ma pesante come un macigno, appartenente ai dossier più segreti degli apparati di intelligence dell'Alto Comando della Wehrmacht (O.K.W.).

 

CIANO - VON RIBBENTROP - HITLER - MUSSOLINI

Questo documento dimostra in modo inequivocabile che il Führer voleva occupare la Santa Sede con un brutale atto di forza e che solo all'ultimo istante, tra il 26 e il 27 luglio 1943, decise di rinunciarvi. Si tratta sostanzialmente di una mappa della Città del Vaticano, contenente l'indicazione dei punti strategici da conquistare attraverso un blitz. La cartina in scala, evidentemente, non venne realizzata a fini turistici, essendo redatta su carta intestata dei servizi segreti militari del Supremo Comando della Wehrmacht.

 

 

L'AZIONE NEI DETTAGLI

adolf hitler e benito mussolini 1

Il piano fu elaborato, con ogni probabilità, nell'ambito dell'Operazione Alarico, ovverosia il progetto strategico di un'invasione dell'Italia da parte dei tedeschi, in caso di sganciamento di Mussolini dalla guerra dell'Asse. Prospettiva più che concreta, quest'ultima,che prese forma tra la primavera e l'estate del 1943, e che per un soffio non giunse al suo coronamento per determinazione dello stesso Duce.

 

ciano mussolini hitler

La sfiducia votata contro Mussolini, da parte del Gran Consiglio del fascismo, il 25 luglio '43, le sue dimissioni e il suo arresto debbono per forza di cose essere interamente riletti alla luce del fatto che il ricatto dell'Operazione Alarico pesò moltissimo sulla decisione del Duce (concordata dallo stesso dittatore con il re Vittorio Emanuele III) di "farsi da parte" per impedire la brutale occupazione della Penisola da parte degli "alleati" germanici. Questo è chiaro: Mussolini non venne affatto "deposto", ma scelse consapevolmente di dimettersi.

 

 

papa pio xii

Il nuovo documento, oltre che per i suoi contenuti esplosivi, è assai interessante anche per la storia che lo riguarda. Questo foglio, infatti, ci è pervenuto attraverso un capo partigiano milanese, che riuscì a impadronirsi del materiale di scarto di un grosso lavoro di fotoriproduzione di documenti bellici avvenuta a Lambrate, roccaforte rossa di Milano, negli anni Cinquanta.

 

L'esponente della Resistenza fece avere il materiale - proveniente quasi certamente dagli archivi mussoliniani e comprendente anche una dichiarazione del maggio 1945 riguardante la morte del Duce - al fratello del senatore missino Giorgio Pisanò, Paolo.

maggiore delle adolf hitler generale jodi e ammiraglio raeder guardano mappe di guerra

 

Questi, dopo attenta verifica, stabilì i dettagli tecnici dell'operazione di fotocopiatura, condotta in gran segreto, con apparecchiatura d'avanguardia, da parte dei reduci del fronte partigiano. I documenti, cinque o sei in tutto, sono sicuramente autentici, anche se la loro qualità non è sempre eccellente, trattandosi di scarti di lavorazione, per definizione imperfetti.

 

HITLER MUSSOLINI .cached

È appunto il caso della piantina del Vaticano, che svela, dopo quasi settant'anni, i particolari del piano di invasione della sede papale. Il foglio riporta un timbro di registrazione, che prova la provenienza ultima del documento: si tratta di un'indicazione protocollare che rinvia agli Archivi della Repubblica sociale italiana, il restaurato governo mussoliniano nato su pressione di Hitler nel settembre '43. Questo dato è molto importante, perché ci dimostra che il Duce era molto bene informato su quanto facesse il suo alleato-rivale Hitler.

MUSSOLINI E HITLER

 

Di recente, la pubblicazione da parte della Libreria Editrice Goriziana dei rapporti stenografici di guerra relativi alle riunioni avvenute nel quartier generale del Führer, a partire dal 1942, illustra che il dittatore con la svastica era, anche a questo riguardo, spietato.

 

 

Hitler, nel corso del rapporto serale del 25 luglio 1943, con i capi militari, ringhiò che se ne infischiava di conservare il benché minimo scrupolo nei confronti del pontefice regnante, Pio XII, e che avrebbe stanato senza indugi «quel branco di porci» asserragliato nel territorio della Santa Sede.

hitler e mussolini davanti a paolina bonaparte galleria borghese

 

Avrebbe messo le mani sull'intero corpo diplomatico rappresentato in Vaticano, rapito il Santo Padre e depredato l'Archivio segreto del papa (in Palazzo San Carlo), notoriamente rigurgitante di dossier riservati.

 

 

MUSSOLINI E HITLER

Che cosa sarebbe potuto accadere, ce lo svela finalmente questa cartina "parlante" dei servizi segreti militari germanici. Il contenuto della mappa si srotola infatti come la trama di un film d'azione. Due gruppi d'assalto, uno a quanto pare guidato da un tenente che si chiamava Lensing, o giù di lì, avrebbero fatto irruzione nel territorio della Santa Sede, attraverso i suoi varchi principali: l'ingresso di Sant'Anna, quello della Scala Regia e la stazione ferroviaria. L'occupazione dei binari avrebbe consentito di avviare su rotaia il carico di prigionieri e di materiali prelevati in Vaticano.

HITLER E MUSSOLINI A COLORI FOTO DI HUGO JAEGER PER LIFE MAGAZINE

 

 

Una volta violata l'extraterritorialità dello Stato pontificio, si sarebbe fulmineamente proceduto, con chirurgica violenza e dimostrazione di geometrica potenza, all'occupazione dei punti nodali di rilevanza strategica: il Palazzo del Governatorato e la stazione di trasmissione vaticana, l'emittente radiofonica del papa.

 

LA CALATA DEI VISIGOTI

L'occupazione della Santa Sede, secondo i piani, avrebbe dovuto procedere in simultanea con la calata dei nuovi Visigoti in Italia. La terza divisione corazzata granatieri del Reich avrebbe dovuto procedere alla conquista manu militari di Roma e dunque del resto dell'Italia centrosettentrionale, attraverso l'impiego di divisioni paracadutate. L'ora "x" dell'Operazione Alarico sarebbe dovuta scattare la notte tra il 26 e il 27 luglio 1943, ma Hitler, all'ultimo momento, decise di sospendere l'invasione, anche se non rinunciò completamente a quella folle idea.

pio xii

 

Probabilmente, egli giudicò esoso e non proporzionato allo scopo - quello di "tenere il fronte" in Italia - lo sforzo di una totale presa militare della Penisola. Pezzi di questa colossale e mancata operazione della seconda guerra mondiale tuttavia sopravvissero e furono attuati in seguito.

 

hitler papa pio xii pacelli

La "resurrezione" neofascista della Repubblica sociale italiana consentì a Hitler di conseguire i suoi obiettivi dietro il paravento della residua sovranità, a un livello simulacrale, del restaurato governo (in forma repubblicana) del Duce nel Centro e nel Nord del Paese. Una finzione tragica, per gli italiani, e utile, per i nazisti. Il prezzo di questa pericolosa illusione fu altissimo: una guerra civile che insanguinò la Penisola e le cui cicatrici sono ancora oggi del tutto evidenti.

la libreria dove il papa si sarebbe dovuto nasconderehitler pacelli e montinipio xii e giovanni xxiiiadolf hitler antonio nogara

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)