1. MA QUALE “SALVACONDOTTO”, MA QUALE “AGIBILITÀ POLITICA”: OLTRE ALLE SICURE CONDANNE PER IL PROCESSO RUBY E PER LA COMPRAVENDITA DI DEPUTATI (CASO SERGIO DE GREGORIO), PER IL CAVALIERE CONDANNATO SPUNTANO NUOVE ACCUSE DAI NASTRI DI TARANTINI E BERTOLASO E NELLE PROSSIME SETTIMANE POTREBBE ARRIVARE UNA NUOVA, PESANTE, IMPUTAZIONE DALLA PROCURA DI BARI: IL RISCHIO È LA CONTESTAZIONE DI UN FAVOREGGIAMENTO O DI UNA TENTATA CONCUSSIONE 2. SEMPRE SUI TAVOLI DEI MAGISTRATI È POI FINITO LO STRANO CASO DELL’APPARTAMENTO ROMANO REGALATO A SABINA BEGAN. ANCHE PER L’APE REGINA BARI HA CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO, IPOTIZZANDO IL FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE 3. E SUL PUNTO DELICATISSIMO (PER IL GOVERNO LETTA) DELLA DECADENZA E DELLA CONSEGUENTE INCANDIDABILITÀ DI BERLUSCONI SI PROFILA UN VOTO CONGIUNTO PD-SEL-M5S

1. SPUNTANO NUOVE ACCUSE DAI NASTRI DI TARANTINI E BERTOLASO
G.F. per "La Repubblica"

Non rischia l'arresto perché i fatti sono vecchi di almeno quattro anni. Ma per Silvio Berlusconi nelle prossime settimane potrebbe arrivare una nuova, pesante, imputazione dalla procura di Bari: il rischio è la contestazione di un favoreggiamento o di una tentata concussione. Il caso è sempre quello che gira attorno all'imprenditore Gianpaolo Tarantini e alle ragazze che avrebbe fatto prostituire - così almeno sostiene la Procura di Bari che per lui e altre cinque persone ha chiesto il giudizio - con Silvio Berlusconi.

Nell'inchiesta Berlusconi risulta "utilizzatore finale", per utilizzare un'espressione del suo avvocato Nicolò Ghedini. I magistrati in un primo momento hanno cioè creduto a quello che aveva raccontato loro Tarantini: "Il presidente non sapeva che io pagassi quelle ragazze per passare la notte con lui".

Una seconda inchiesta ha però dimostrato che Tarantini mentiva. E che le bugie erano "pagate" profumatamente da Berlusconi (500mila euro e un posto di lavoro), che per questo si trova indagato per intralcio alla giustizia.

Che succede ora? I pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia dovranno rileggere le vecchie carte sulla base della nuova "verità". Agli atti ci sono migliaia di intercettazioni telefoniche, alcune delle quali abbastanza particolari: per esempio, Berlusconi fa da
tramite tra Tarantini e il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.

Fa parlare i due di appalti che non si concretizzeranno soltanto per una questione di tempo: scoppierà il caso Bari con l'inchiesta D'Addario e Tarantini sarà definitivamente "bruciato". C'è un incontro notturno a Palazzo Grazioli tra Tarantini e Berlusconi la sera prima dell'appuntamento tra l'imprenditore barese e Bertolaso. C'è la telefonata di Tarantini al socio Enrico Intini nel quale giura: "Berlusconi mi ha detto: Guarguaglini (ndr, ex presidente di Finmeccanica) è uno vostro" insieme con altre decine di telefonate tutte sul filone affari.

Fin qui valeva quello che aveva raccontato Tarantini e che aveva confermato Berlusconi, giurando che tutto quello che aveva fatto era soltanto per "aiutare un amico in difficoltà". Ora invece si delinea l'ipotesi di uno scambio: le ragazze in cambio di un aiuto per ottenere un appalto, una circostanza che se fosse riscontrata cambierebbe la posizione di Berlusconi.

Sempre sui tavoli dei magistrati è poi finito lo strano caso dell'appartamento regalato a Sabina Began. Anche per l'Ape regina Bari ha chiesto il rinvio a giudizio, ipotizzando il favoreggiamento della prostituzione. Qualche settimana dopo aver ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini, l'attrice ha ricevuto un bonifico milionario dal Cavaliere che ha utilizzato per l'acquisto di una casa al Rione Monti. L'operazione è stata segnalata come anomala dalla Banca d'Italia. Poi per competenza, il fascicolo è passato dalla procura di Roma a quella di Bari.

2. IL PD HA DECISO: VOTERÀ PER LA DECADENZA: SI PROFILA UN VOTO CONGIUNTO PD-SEL-M5S
Francesco Grignetti per La Stampa

Occhi puntati sulla Giunta Elezioni del Senato. È qui, stasera, che ci sarà la prima prova del fuoco per Berlusconi e i berlusconiani. Renato Brunetta l'altro giorno invocava gli alleati del Pd: «Non si proceda a spallate». Ancor più chiaro è Franco Nitto Palma: «Qualunque sia l'argomento giuridico che noi potremo portare per evitare la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore, in Giunta contano i voti. Si prenderà una decisione politica. E io, se sto alle dichiarazioni pubbliche, vedo che si va coagulando una maggioranza Pd-Sel-M5S».

Sul punto delicatissimo della decadenza e della conseguente incandidabilità di Berlusconi, dunque, si gioca non soltanto il futuro del Cavaliere, ma anche la sorte della maggioranza. E questa sorte, alla vigilia della prima riunione, sembra segnata. I membri del Pd che appartengono alla Giunta si sono riuniti, in diretta con i vertici del partito, e hanno deciso che decadenza ha da essere.

I tempi tecnici per emettere questa «sentenza accessoria» non saranno immediati. Il Pdl intanto rileva come in assenza delle motivazioni della Cassazione, e finora c'è soltanto il «dispositivo» della sentenza, la Giunta non può dare corso all'esame sulla decadenza. Non solo: il Pdl sarebbe orientato a chiedere l'istituzione di un comitato inquirente.

E poi ci sono le procedure da rispettare: la riunione di stasera si trasformerà in un grande sfogatoio; si prevede che i senatori termineranno a notte fonda. Ma è indispensabile, per il Pd, che con questa ultima riunione prima della pausa agostana, si esauriscano tutti i preliminari possibili e immaginabili e che sia dato mandato al senatore Andrea Augello di predisporre una relazione sulla questione della decadenza per «sopraggiunti motivi». Alla ripresa dei lavori parlamentari, previsti per il 10 settembre, ripartirà anche la Giunta Elezioni. E a quel punto occorreranno due o tre sedute, in genere una a settimana, per approfondire tutti gli aspetti giuridici del caso. Berlusconi, a quel punto, avrà il tempo per presentare una memoria. È consuetudine che siano concessi 20 giorni per la difesa. A metà ottobre, dunque, in coincidenza con le scadenze che porteranno il Cavaliere davanti al tribunale di sorveglianza di Milano, la Giunta Elezioni avrà terminato il suo compito e votato una proposta che viene poi girata all'Aula del Senato. Dove si annunciano altre grandi battaglie.

C'è chi, come il movimento Cinque Stelle, vorrebbe procedere a tempi di carica. Il senatore Michele Giarrusso annuncia: «Chiederemo che la cosa venga trattata secondo legge: immediatamente». Dello stesso avviso è il Pd. Dice il senatore Felice Casson: «Bisogna procedere immediatamente all'esame che riguarda la decadenza. Questo per due ragioni: la prima è che la legge utilizza il termine «immediatamente»; la seconda è che, se si procedesse con la decadenza da senatore, la Giunta non avrebbe più ragione di esaminare la posizione di Silvio Berlusconi per quel che riguarda la sua ineleggibilità nella Regione Molise». Ovvero la vecchia procedura, ancora aperta, ma a questo punto travolta dagli eventi.

 

BERLUSCONI SABINA BEGAN GEORGE CLOONEYberlusconi bertolasoBEGAN AL PARTY DI TARANTINI A BARIdaddario GUARGUAGLINI large medium SABINA BEGAN DA VANITY FAIR sabina begansabina beganMANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO RENATO BRUNETTA

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…