virginia raggi salvatore romeo

VUOI VEDERE CHE GRATTANDO SULLA POLIZZA DA 30 MILA EURO DI CUI ERA BENEFICIARIA VIRGINIA RAGGI "A SUA INSAPUTA", VIENE FUORI UN PASTROCCHIO ANCORA PIU’ GRANDE? - PER I PM, QUEI SOLDI SONO UNA PARTE DEI FINANZIAMENTI OCCULTI GIUNTI AL M5S A ROMA. E PROVENGONO DA QUALCUNO CHE AVEVA DECISO DI PUNTARE SULL’AVVOCATESSA

1 - RAGGI PER 8 ORE DAI PM E SCOPPIA IL CASO POLIZZA “SCONVOLTA, NON SAPEVO”

Maria Elena Vincenzi per la Repubblica

 

SALVATORE ROMEOSALVATORE ROMEO

Gli “amici al bar” sono quelli che continuano a crearle guai. E dire che lei li ha sempre difesi. Erano «le persone di cui si fidava», come scriveva in chat. Ma ieri, seduta davanti ai pm che indagano sulla vicenda delle nomine, Virginia Raggi ha scoperto il “polizzagate”. L’altro guaio che ora pesa come un macigno sulle sue spalle, già provate dalle contestazioni di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.

 

VIRGINIA RAGGI AL TELEFONOVIRGINIA RAGGI AL TELEFONO

Fino a quel momento si era seduta davanti ai pm in una caserma alla periferia di Roma, lontana da occhi e taccuini indiscreti, convinta che il suo solo problema fosse Raffaele Marra. Poi, a sorpresa, ha scoperto che gli inquirenti avevano un asso coperto. La polizza da 30mila euro, stipulata nel 2013 dall’ex capo della sua segreteria politica, Salvatore Romeo, e nel 2016 girata a suo favore, l’avvocata Virginia ha dovuto chiedere una pausa. Perché a quella contestazione non era preparata.

 

Né lei, né l’avvocato civilista al quale ha deciso di affidare la sua difesa. Come anticipato sul proprio sito dall’Espresso, gli inquirenti, analizzando i flussi finanziari di Romeo, la cui nomina è oggetto di indagine al pari di quella del fratello di Raffaele Marra, Renato, si sono imbattuti in investimenti per circa 90mila euro dell’uomo che, fino a giugno scorso, percepiva uno stipendio annuo da 39mila euro.

 

virginia raggi sul tetto del comune con salvatore romeo virginia raggi sul tetto del comune con salvatore romeo

Non certo sufficiente a garantirgli quei contratti (ce ne sono più d’uno) assicurativi, firmati a partire dal 2013. E il più oneroso, quello da 30mila euro appunto, risale a quel periodo. Nel gennaio del 2016, Romeo ha cambiato il nome del beneficiario: Virginia Raggi. Da giugno sindaco e principale sponsor del dipendente comunale Romeo, passato da funzionario del dipartimento Partecipate (dove ora è tornato) a capo della segreteria politica della sindaca a (questa la cifra di ingaggio prima della bocciatura di Anac) 110mila euro all’anno.

VIRGINIA RAGGI CHIEDEVA AL PD DI CACCIARE GLI INDAGATIVIRGINIA RAGGI CHIEDEVA AL PD DI CACCIARE GLI INDAGATI

 

Impossibile dire come l’avvocata grillina si sia difesa. Se abbia detto di non sapere o se abbia invece spiegato il perché di una scelta che, ad occhi esterni, appare incomprensibile. Sta di fatto che l’interrogatorio, che lei pensava fosse poco più che una formalità, si è trasformato in un calvario durato più di otto ore. «Sono sconvolta - ha detto la sindaca lasciando la caserma -Non sapevo dell’assicurazione. L‘ho appreso stasera. Ho chiarito tutto, vado avanti. C’è tanto lavoro da fare per Roma». Alla fine dell’interrogatorio circolavano voci sulle due imminenti dimissioni, il portavoce ha smentito.

 

salvatore romeosalvatore romeo

Le contestazioni, per il momento, rimangono le stesse. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio le hanno anche contestato la vicenda del fratello di Marra, Renato, con tanto di chat e false dichiarazioni rese dall’inquilina del Campidoglio all’autorità anticorruzione. Immediate le reazioni degli avversari: «Penso sia proprio il caso di cominciare a dire un po’ di verità sulla cricca Raggi-Marra-Romeo», ha tweettato la vice-presidente del gruppo Pd alla Camera Alessia Morani. «Il limite della decenza è stato superato», è il commento dei dem.

 

2 - LA PROVVISTA DI 90 MILA EURO

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

È di 90 mila euro la provvista che Salvatore Romeo aveva investito in polizze sulla vita. E adesso i magistrati cercano l’origine di quei soldi accumulati quando era un semplice dipendente comunale. Perché vogliono scoprire come mai — sei mesi prima dell’elezione a sindaca di Roma — abbia deciso di mettere in cima alla lista dei beneficiari proprio Virginia Raggi. Lei dice di non saperne nulla, ma non convince. Il sospetto è che almeno una parte di quei soldi provenissero da chi aveva deciso di puntare tutto sulla giovane avvocatessa, facendole vincere le «primarie» e portandola poi alla guida della giunta capitolina.

salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco

 

Dunque servissero a comprare voti. E siano soltanto una parte dei finanziamenti occulti giunti al Movimento 5 Stelle a Roma. Le verifiche effettuate in queste settimane hanno infatti accertato che Andrea Mazzillo, il tesoriere della campagna elettorale di Virginia Raggi poi promosso assessore al Bilancio, ha «secretato» tutti i versamenti inferiori ai 5 mila euro. Il flusso dei soldi Fino al 2013 Romeo è un semplice impiegato del Campidoglio. Poi viene folgorato dalla passione per i grillini, diventa attivista, oltre un anno fa entra in quel cerchio ristretto di persone che lavora per Raggi.

 

VIRGINIA RAGGI A DI MARTEDIVIRGINIA RAGGI A DI MARTEDI

A gennaio 2016, quando la indica come beneficiaria della polizza da 30 mila euro è già nel suo staff anche se non c’è alcuna certezza che sarà proprio lei la vincitrice delle «comunarie ». Eppure lui sceglie di destinare proprio a lei quel denaro. Perché? Non è l’unico interrogativo da chiarire. Lo stipendio di Romeo certamente non giustifica il possesso di tutti quei soldi. Dunque, da dove provengono? E soprattutto, chi gli ha suggerito di donarli proprio a Raggi?

 

SALVATORE ROMEOSALVATORE ROMEO

La contropartita Romeo potrebbe in realtà essersi messo a disposizione di altri, fungendo da semplice prestanome. E ottenendo, in cambio del favore reso, la garanzia di avere un ruolo chiave al Comune di Roma in caso di elezione di Raggi. Cosa che puntualmente è accaduta, visto che è stato nominato capo della segreteria ed è stato beneficiato con un congruo aumento. Uno stipendio che — nonostante i rilievi dell’autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone — supera i 90 mila euro. Non solo.

 virginia raggi virginia raggi

 

Di fronte agli attacchi provenienti dai leader e dagli altri esponenti, anche di rilievo, del Movimento Raggi lo ha sempre difeso, così come ha fatto per Raffaele Marra. Erano sempre connessi nella chat aperta sulla piattaforma Telegram e chiamata «quattro amici al bar». I magistrati sono convinti che dietro il loro legame ci sia un intreccio di interessi e per questo non credono che fosse all’oscuro della polizza.

 

ROMEO E ALEMANNO

Una risposta potrebbe arrivare analizzando quanto accaduto il 24 gennaio scorso. Al processo «Mafia Capitale», Romeo viene convocato come testimone e interrogato per una vicenda del 2013 legata all’Ama quando era semplice dipendente. Il pubblico ministero Luca Tescaroli gli fa una domanda a bruciapelo: «Mi può dire quante volte ha incontrato l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno». Romeo rimane apparentemente impassibile e risponde: «Nella mia vita una sola volta».

 

VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRAVIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA

Le verifiche dimostrano che ha mentito. Ci sono diversi incontri. Perché Romeo lo ha negato? Alemanno aveva certamente un legame con Salvatore Marra e per questo si vuole comprendere se esistesse un rapporto pure con Romeo che lui sta cercando di tenere celato. Ultimo mistero che coinvolge un personaggio con cui Raggi andava a parlare sul tetto del Campidoglio, probabilmente nel timore che i loro colloqui fossero intercettati.

 

3 - NUOVE ACCUSE, RAGGI IN BILICO

Carlo Bonini per la Repubblica

 

Finisce come in un mesto déjà vu di una stagione lontana, quella della Milano di Mani Pulite. La sindaca Virginia Raggi che, passata mezzanotte, piegata da un interrogatorio fiume per abuso di ufficio e falso ideologico, lascia un ufficio della Direzione Anticrimine della Polizia di Stato dove è entrata con il sole.

 

VIRGINIA RAGGIVIRGINIA RAGGI

Inseguita dallo schianto dell’ennesimo, miserabile segreto, custodito dai «quattro amici al bar» (così aveva battezzato la chat chi si era preso Roma). Una polizza sulla vita di 30 mila euro di cui era beneficiaria e accesa da Salvatore Romeo nel gennaio 2016, sei mesi prima che lei, la “beneficiata”, nel frattempo diventata sindaca, gli triplicasse lo stipendio di dipendente comunale e lo nominasse capo della sua Segreteria. In barba a pareri, opportunità, o, più semplicemente, decenza.

 

Ora dunque si capisce perché, come si dice da queste parti, “andavano per tetti” i «quattro amici al bar». Lei, Romeo, l’ubiquo e ingombrante Raffaele Marra, il fido Daniele Frongia. Non per godere dell’aria del Campidoglio. Ma perché il cemento che li teneva insieme era ed è evidentemente inconfessabile. Innanzitutto a una parte del Movimento Cinque Stelle. Ora si capisce perché Raffaele Marra poteva trafficare per conto e a beneficio del fratello Renato (promosso a capo del dipartimento turismo), chiedendo e ottenendo dalla Raggi che ci mettesse la faccia, perché Marra sapeva bene di come trafficasse la Raggi per conto di Romeo.

virginia raggi raffaele marravirginia raggi raffaele marra

 

Ecco perché, come a un tavolo di bari tenuto insieme dal ricatto, Raffaele Marra e Salvatore Romeo posavano a padroni del Campidoglio, tracotanti e triviali. Perché il primo, sibillino, diceva da libero e fa intendere da galeotto «se parlo io viene giù tutto». E il secondo, Romeo, di Marra era la controfigura. Per dirla come la diceva Salvatore Buzzi in una delle più celebri intercettazioni di “Mafia Capitale”, «perché la mano destra lava la sinistra e tutte e due lavano il viso».

 

Altro che Carneade questo Salvatore Romeo. Si scopre ora – dalle contestazioni mosse durante l’interrogatorio del Procuratore aggiunto Paolo Ielo e anticipate ieri pomeriggio on-line dall’Espresso e dal Fatto mentre la deposizione era in corso – che il tipo era seduto su un tesoretto di 90 mila euro che alimentava almeno tre polizze vita. Tutte accese prima che la Raggi sbaragliasse a colpi di dossier l’avversario Marcello De Vito nelle comunarie e tutte a beneficio di altrettanti militanti del Movimento Cinque Stelle. Tra loro, la Raggi. Una generosità piuttosto singolare per un signore che all’epoca guadagnava 39 mila euro l’anno.

virginia raggi virginia raggi

 

Dunque, perché accendere quelle polizze? E, soprattutto, con quali soldi? O con i soldi di chi? E, in questo caso, per garantirsi quale ritorno? Si racconta ora negli ambienti Cinque Stelle che la ragione fosse nel legame privato, privatissimo, tra la Raggi e Romeo. Che la politica “non c’entri” e quella polizza (accesa nel 2013 e modificata nel beneficiario, la Raggi, nel gennaio 2016) fosse il gesto generoso di un uomo a beneficio di una donna che aveva a cuore nell’eventualità gli fosse sopravvissuta. Il che comunque affosserebbe la sindaca più di quanto già non lo sia.

 

Perché all’abuso della nomina di Renato Marra si aggiungerebbe ora quella di Salvatore Romeo, per l’appunto. Promosso e triplicato nel reddito tacendo un legame privato e dunque in pieno conflitto di interesse. Perché, insomma, a «familismo » si sommerebbe altro «familismo».

 

virginia raggi in costume al lago di bracciano 4virginia raggi in costume al lago di bracciano 4

Ma le cose potrebbero anche non stare così. E allora ci sarebbe una sola altra spiegazione plausibile. Quella polizza, come le altre accese da Romeo, potrebbero avere un’origine – diciamo così – non privata, ma politica. Il che non cambierebbe il quadro giudiziario del conflitto di interesse della sindaca, ma, per certi aspetti, ne deturperebbe ulteriormente la figura politica.

 

Se infatti quelle tre polizze erano una “fiche” puntata su una delle anime del Movimento cinquestelle romano – quella “nero fumo”, quella che doveva garantirsi un serbatoio di voti a destra – perché prevalesse sulla cordata De Vito-Lombardi, se erano la contropartita per sigillare un patto politico, questo significherebbe che qualcuno, e sarà interessante scoprire chi, usò Romeo come terminale e garante di impegni con quel sistema di poteri e relazioni che, a Roma, ha nomi e indirizzi.

 

virginia raggi con la scortavirginia raggi con la scorta

Che, del resto, in questi sette mesi sono affiorati, ogni qual volta è stata bucata la quinta di cartapesta alzata dalla sindaca a difesa di scelte politiche incomprensibili. E dietro le quali hanno fatto regolarmente capolino qualche cliente dello studio Sammarco, la rete dei legami di destra di Marra. E a cui, a ben vedere, era tutt’altro che estraneo lo stesso Romeo. Non più tardi del 24 gennaio scorso, sentito come testimone nell’aula bunker del carcere di Rebibbia nel processo Mafia Capitale, Romeo viene infatti incalzato da una significativa domanda del pm Luca Tescaroli: «Che rapporti ha avuto con il sindaco Alemanno?».

 

«L’ho incontrato una sola volta in vita mia», rincula lui, specificando che l’occasione era stata la sua partecipazione a un’assemblea dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, per una nomina in consiglio di amministrazione.

 

VIRGINIA RAGGI A ROCCA CENCIAVIRGINIA RAGGI A ROCCA CENCIA

«Diciamo che le cose non stanno esattamente così. Che quel ricordo è un po’ riduttivo », chiosa una fonte investigativa. Che, insomma, i rapporti con la destra di Romeo, uomo per altro nato a sinistra, fossero più strutturati. Non fosse altro perché in quegli anni di Alemanno Raffaele Marra è il capo del dipartimento Casa e Romeo è funzionario alle aziende partecipate di cui, nel 2013, Marra sarà capo. Una coppia che diventerà il cerchio magico di Virginia. E, ora, il suo cerchio di fuoco. Anche se questa non è una storia da acrobati.

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...