di maio raggi

PERCHÉ IMMOLARSI PER LA RAGGI? - DOPO DUE GIORNI DI SILENZIO, DI MAIO IMBASTISCE UNA DIFESA GELIDA DELLA SINDACA, IMPEGNATA NEL BOTTA E RISPOSTA CON SALVINI: “LA CITTÀ ERA GIÀ DISTRUTTA” - LA RAGGI E’ DIVENTATA IL TALLONE D’ACHILLE DEL M5S: NESSUNO SI ESPONE PER DIFENDERLA E UNA RICANDIDATURA NON VIENE NEANCHE PRESA IN CONSIDERAZIONE

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

luigi di maio roberta lombardi virginia raggi

Dovrebbe difenderla, ma non cita neanche il suo nome. Luigi Di Maio aspetta più di 48 ore prima di rompere il silenzio sugli attacchi di Matteo Salvini alla sindaca di Roma Virginia Raggi. La lascia sola, a fare video con le molliche di pane per tentare di spiegare al segretario leghista che cosa significhi per il governo ridiscutere il debito della capitale.

 

La affida alla viceministra dell' Economia Laura Castelli, che promette di spiegare la stessa cosa, al ministro dell' Interno, invitandolo a un incontro con i sindaci delle città metropolitane. E quando finalmente, da Dubai, si rassegna a rispondere a una domanda sull' offensiva dell' alleato, il vicepremier M5S riesce a non pronunciare mai il nome di colei in cui nessuno, nel Movimento, sembra riporre più alcuna fiducia.

 

RAGGI DI MAIO

«Quando la Lega è un po' in difficoltà come in questo periodo, per via dei sondaggi, rimette in mezzo Roma. La usa». Sembra quasi dire «ti piace vincere facile», il ministro del Lavoro e dello Sviluppo. Non nasconde che Roma è insieme assillo e tallone d' Achille: «Non voglio rispondere nel merito - continua - Roma ce l'hanno lasciata così centrodestra e centrosinistra, è una città divorata negli anni da Mafia Capitale e un po' alla volta va messa a posto».

 

CARLA RUOCCO - DI BATTISTA - VIRGINIA RAGGI - LUIGI DI MAIO

Nessuna rivendicazione di quanto fatto. Nessuna promessa concreta. «Dateci un anno», diceva Di Maio quando Raggi cominciò ad avere i primi guai. «Datecene due», disse quando i guai sfociarono nell'arresto di Raffaele Marra. Adesso niente scadenze, nessun appoggio incondizionato. La linea di Roberta Lombardi, la capogruppo in Regione che ha chiesto la creazione di un nuovo minidirettorio, una sorta di "commissariamento" della giunta, non è stata sposata dai vertici. Ma una cosa è certa, confermata anche all' interno del cerchio ristretto del capo: «Nessuno nei 5 stelle ha mai pensato che Raggi possa essere ricandidata. E non solo per il limite dei due mandati, che dovrebbe cadere per chi ha fatto il primo da consigliere comunale».

 

DI MAIO RAGGI LOMBARDI

La bocciatura è politica. E si è acuita dopo la presa di posizione di Raggi sul no al processo per Salvini e dopo la cacciata dall'assessora all' Ambiente Pinuccia Montanari. «Non abbiamo ancora deciso come cambiare la regola dei due mandati - rivela chi ci lavora - ma è probabile che il limite resterà per chi è stato sindaco, o ha fatto il consigliere, in comuni molto grandi».

 

Se non è una norma "contra personam", poco ci manca. Eppure il Campidoglio fa filtrare tranquillità. Le uscite sui Rom sono state concordate con lo stesso Di Maio. Quella sui Casamonica ha visto d' accordo la sindaca con un antico oppositore come il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. La senatrice Paola Taverna - altra antica rivale la difende, anche lei senza citarla, con un post: «Ci tengo a ricordare al ministro che riportare in pochi anni una città abbandonata e maltrattata a una città gestita ed amministrata è stata un'impresa titanica. L'unico problema che Salvini dovrebbe porsi è quello di garantire la sicurezza in una capitale così estesa e complicata. Se i problemi sociali e di ordine pubblico si sono acuiti è anche per colpa sua. Aspettiamo ancora i 254 poliziotti» .

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI

 

Poi affonda con quello che è diventato il leitmotiv grillino: « Consiglio a Salvini di cominciare a lavorare, come facciamo noi». La replica del leghista non tarda: «Svuotare i cestini, la corsa ai topi e la difesa dagli attacchi aerei dei gabbiani non li può fare il ministro» .

 

Contrastare tutto questo, mentre cerca di piazzare investimenti a Dubai e di differenziarsi sull' immigrazione, è per Di Maio molto complicato. Così come lo è stato superare i dissidi interni per le capolista imposte alle europee. Le cinque ce l' hanno fatta, lo ha certificato Rousseau, ma col voto di sole 20mila persone su oltre 100mila iscritti. La candidata nelle isole, la manager sarda Alessandra Todde, ce l' ha fatta per soli 400 voti. Quella del nord-ovest, Mariangela Danzì, è indagata a Brindisi per un' indagine che il Movimento definisce «irrilevante».

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)