1- IL PIO SILVIO ALLA SBARRA: “ESCLUDO CON ASSOLUTA CERTEZZA CHE SI SIANO MAI SVOLTE SCENE DI NATURA SESSUALE A ARCORE…NON HO MAI AVUTO RAPPORTI INTIMI DI QUALSIASI TIPO" CON RUBY, E POI ERO CONVINTO AVESSE 24 ANNI, COME LEI AVEVA DETTO" 2- "L'ESPRESSIONE BUNGA-BUNGA NASCE DA UNA BATTUTA CHE HO RIPETUTO PIÙ VOLTE" 3- BERLUSCONI CONTATTÒ, LA NOTTE TRA IL 27 E IL 28 MAGGIO DEL 2010 LA QUESTURA DI MILANO, NEI CUI UFFICI SI TROVAVA RUBY "PER EVITARE COMPLICAZIONI DIPLOMATICHE" 4- VAI CON LA FANTASY! DOPO UN INCONTRO A VILLA MADAMA CON IL PRESIDENTE EGIZIANO "RIMASI NEL CONVINCIMENTO CHE RUBY AVESSE UN LEGAME PARENTALE CON MUBARAK"

Ansa.it

"Posso escludere con assoluta certezza che si siano mai svolte scene di natura sessuale" a Arcore. Lo ha spiegato Silvio Berlusconi leggendo una memoria in sede di dichiarazioni spontanee al processo sul caso Ruby in corso a Milano.

"Non ho mai avuto rapporti intimi di qualsiasi tipo" con Ruby, e poi "ero convinto avesse 24 anni, come lei aveva detto".

Quando Ruby venne identificata alla Questura di Milano e Nicole Minetti chiamò l'ex premier "e mi disse che era minorenne e marocchina, la notizia mi lasciò di stucco, perché capii che si era costruita una seconda identità, forse per coprire la sua condizione miserevole". Ha raccontato Berlusconi nelle dichiarazioni spontanee al processo.

"L'espressione bunga-bunga nasce da una battuta che ho ripetuto più volte e che è stata riportata anche dalla stampa".

"Non ho mai esercitato pressioni sui funzionari della questura di Milano", ha affermato Berlusconi. L'ex premier è accusato di concussione e prostituzione minorile. "Si è favoleggiato molto sulle serate nella mia residenza privata con chiari intenti diffamatori e con una intrusione nella vita privata di un cittadino". E' quanto ha affermato Silvio Berlusconi in sede di dichiarazioni spontanee nel processo milanese sul caso Ruby.

Le serate ad Arcore si svolgevano con delle "cene in una grande sala da pranzo, nelle quali io ero al centro della tavola e monopolizzavo l'attenzione cantando, parlando di sport, di politica e di gossip". Così Berlusconi ha spiegato davanti ai giudici del processo sul caso Ruby come andavano le serate nella sua residenza di Villa San Martino.

Berlusconi contattò, la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 la questura di Milano, nei cui uffici si trovava Ruby "per evitare complicazioni diplomatiche" perché "volevo aiutare" la ragazza. L'ex premier ha spiegato che quella sera, quando contattò gli uffici di via Fatebenefratelli, si trovava a Parigi dove ricevette la telefonata di Miram Loddo che lo avvisava.

Dopo un incontro a Villa Madama con il presidente egiziano "rimasi nel convincimento che Ruby avesse un legame parentale con Mubarak". Lo ha chiarito Silvio Berlusconi nel corso del processo con al centro la giovane marocchina e le serate ad Arcore.

Berlusconi ha spiegato di aver letto su alcuni giornali "che questo tribunale avrebbe già deciso per la mia condanna". E ha aggiunto in sede di dichiarazioni spontanee: "Spero non sia così, altrimenti questo sarebbe un paese incivile e barbaro".

Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee nel processo sul caso Ruby, Silvio Berlusconi ha ripetuto l'ormai celebre espressione "l'Italia è il Paese che amo" che pronunciò quando scese in campo. "In Italia, che è il Paese che amo - ha detto l'ex premier - deve esserci la certezza sull'imparzialità dei giudici".

"Non ho mai avuto timore che i miei ospiti raccontassero di accadimenti indecenti nella mia abitazione". Così Berlusconi spiegando lo svolgimento delle feste ad Arcore. L'ex premier ha spiegato di "escludere con assoluta tranquillità" che a Villa San Martino "si siano mai svolte scene di natura sessuale".

"Una mostruosa opera di diffamazione nei miei confronti e nei confronti delle mie ospiti".

"Non c'é mai stata da parte mia una dazione di denaro per rapporti intimi con le mie ospiti. E le mie ospiti non potevano essere considerate delle escort, come poi avvenuto creando danni alla loro vita".

"La decisione di contattare la Questura di Milano mi fu suggerita dall'onorevole Valentino Valentini e da un caposcorta che diceva che poteva prendere contatti con un funzionario". L'ex premier ha definito quella decisione "una scelta doverosa per evitare un incidente diplomatico".

RUBY: BERLUSCONI, NON VOLEVO NASCONDERE FESTE ARCORE
(ANSA) - "Ipotizzare che volessi tenere segreto il contenuto delle serate della mia residenza di Arcore é risibile". E' un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese oggi in aula da Silvio Berlusconi al processo Ruby. L'ex premier ha spiegato che nel processo "l'erroneo e pretestuoso filo conduttore" sono le feste a villa San Martino.

RUBY: BERLUSCONI,MAI SCENE NATURA SESSUALE AD ARCORE
(ANSA) - "Posso escludere con assoluta certezza che si siano mai svolte scene di natura sessuale" a Arcore.

Silvio Berlusconi, leggendo una memoria, ha esordito così: "come sapete questo processo si basa su due punti fondamentali, la telefonata alla Questura di Milano nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, e miei rapporti con Karima El Mahroug, detta Ruby e il filo conduttore di entrambi i capi di imputazione è incentrato sulle serate che si sono svolte nella mia residenza di Arcore".

Secondo l'accusa, ha proseguito, "io avrei telefonato in questura per evitare che emergesse il contenuto di quelle serate, ma si è favoleggiato molto su quelle serate con chiari intenti diffamatori e con una intrusione nella vita privata di un cittadino". Berlusconi ha poi descritto come si svolgevano le cene, nelle quali "Apicella si esibiva, anche con me, nel suo fantastico repertorio di canzoni napoletane".

Il presidente del collegio Giulia Turri, quando ha visto che l'ex premier stava leggendo una memoria gli ha chiesto se forse non preferisse che venisse acquisita agli atti senza lettura, ma Berlusconi ha preferito leggerla. Dopo la cena, ha ricostruito l'ex premier, le serate ad Arcore proseguivano "con i miei ospiti che organizzavano spettacoli con musica e si ballava, ma io non ho mai partecipato ai balli a causa dell'età".

BERLUSCONI,NO CASO DIPLOMATICO TIRAI SOSPIRO SOLLIEVO
(ANSA) - "Tirai un bel sospiro di sollievo". Così, come lui stesso ha spiegato in sede di dichiarazioni spontanee, Silvio Berlusconi reagì alla notizia che Ruby non aveva alcuna parentela con Mubarak quando venne identificata in Questura la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, e seppe quindi che non si sarebbe creato alcun "incidente diplomatico". Berlusconi ha definito la sua telefonata al funzionario della Questura di Milano Pietro Ostuni una semplice richiesta di "informazioni" per accertarsi della situazione. "La telefonata fu breve - ha aggiunto - mi limitai a chiedere se ci fossero problemi con questa ragazza, che sapevo di natura egiziana, e dissi che poteva avere rapporti di parentela con Mubarak".

VALENTINI MI SUGGERI' DI CONTATTARE QUESTURA
(ANSA) - "La decisione di contattare la Questura di Milano mi fu suggerita dall'onorevole Valentino Valentini e da un caposcorta che diceva che poteva prendere contatti con un funzionario". Lo ha spiegato Silvio Berlusconi nel processo milanese sul caso Ruby. L'ex premier ha definito quella decisione "una scelta doverosa per evitare un incidente diplomatico".

POTEVA ESSERE COME ARRESTO FIGLIO GHEDDAFI
(ANSA) - La vicenda di Ruby che si trovava in Questura a Milano sembrò a Silvio Berlusconi "come la vicenda del figlio di Gheddafi, trattenuto in Svizzera". Lo ha chiarito l'ex premier parlando al processo che lo vede imputato per concussione e prostituzione minorile: "Mubarak avrebbe potuto dire 'tu mi avevi parlato di lei e permetti che venga oltraggiata'".

BERLUSCONI IN AULA STRINGE LA MANO A BOCCASSINI
(ANSA) - Silvio Berlusconi, imputato a Milano al processo Ruby, appena arrivato in aula per rendere dichiarazioni spontanee, ancor prima che si aprisse l'udienza, ha stretto la mano al procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini che insieme al Pm Antonio Sangermano rappresenta la pubblica accusa. Berlusconi ha reso dichiarazioni spontanee stando seduto, dal banco in prima fila, con a fianco i suoi avvocati.

 

Berlusconi all'uscita del tribunaleSILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO BERLUSCONI IN AULA AL PROCESSO RUBY BERLUSCONI PRENDE UN CAFFE' IN TRIBUNALEruby palo ruby SILVIO IN AULA RUBY milestone RUBY a ruby asp jpegrubyRUBY DISCO MILANOMUBARAK ruby novella Valentino Valentinisaif gheddafiboccassini-berlusconi-bruti ruby BERLUSCONI BOCCASSINI FEDE MINETTI jpeg

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...