islam

LA PIÙ GRANDE DIFFICOLTÀ DELL’OCCIDENTE NELLA GUERRA A ISIS? E’ CHE NON SA PER COSA COMBATTERE - BRUCE THORNTON: “I JIHADISTI UCCIDONO PER L’ISLAM. MA NOI, PER COSA DOVREMMO MORIRE? L’EDONISMO? IL SESSO? LA PACE? ALLORA SÌ, CHE SAREMO PREDA DEI NOSTRI NEMICI”

Giulio Meotti per “il Foglio”

Bruce ThorntonBruce Thornton

 

Nel fine settimana, il New York Times ha raccontato il vero motivo per cui l’Amministrazione Obama non dispiega truppe di terra contro lo Stato islamico: cento soldati morti ogni mese nella guerra al Califfato. Possibile che un paese di trecento

milioni di abitanti, la prima potenza mondiale, con il più grande e potente esercito del mondo, non sia in grado di subire una simile perdita, quando nella guerra del Vietnam l’America ne perdeva duemila al mese? Cosa è successo?

 

Bruce Thornton - Declino e CadutaBruce Thornton - Declino e Caduta

Ne parliamo con Bruce Thornton, docente di studi classici alla California State University e affiliato al pensatoio conservatore di Stanford, la Hoover Institution. “In ogni conflitto, la domanda è una sola: per cosa combattiamo? I musulmani combattono per la loro fede, che dice loro che l’islam dominerà il mondo attraverso la sharia, perché è il sistema perfetto, un sistema totale per la vita umana, dalla famiglia all’economia alla politica estera, che garantisce il paradiso a chi è musulmano e vive secondo la sharia. Ci credono così intensamente che sono pronti a uccidersi, a mettere a rischio le loro famiglie, a uccidere noi e i nostri familiari per raggiungere questo ordine divino. Per cosa combatte l’occidente?

 

PUTIN OBAMA PUTIN OBAMA

Per cosa, americani ed europei, sono pronti a combattere, uccidere e morire? Più beni di consumo, più piacere sessuale, più pace, più quiete, la dolce vita? I beni materiali non sono abbastanza per morire in loro nome. E’ quattordici secoli che i musulmani

ci ripetono, ‘noi amiamo la morte come voi amate la vita’. Oggi, nel nostro malessere di egoismo ed edonismo, dimostriamo loro che hanno ragione”.

 

Lei ha scritto un libro, “Decline and Fall of Europe”, che parla di una sorta di autoliquidazione del Vecchio continente. “Le concessioni per comprare una pace temporanea, la paura del terrorismo, le illusioni multiculturali e un senso di colpa

OBAMA E PUTINOBAMA E PUTIN

storicamente frainteso abbassano le nostre difese. Il collasso della cristianità in occidente ha lasciato un vuoto: senza una convalida trascendente dei nostri valori, questi diventano negoziabili.

 

Se una cultura non annaffia le proprie radici, appassisce e muore, diventa preda dei propri nemici. In quel caso, come ci ha insegnato Nietzsche, la violenza decide. Poi ha contribuito il discredito per l’orgoglio nazionale e l’identità da parte delle élite europee. Chi è disposto a combattere e a morire per i piccoli dittatori della burocrazia di Bruxelles?

al baghdadi   image a 26 1439580432494al baghdadi image a 26 1439580432494

 

Abbiamo rimosso la guerra dalla nostra immaginazione. Non fa un po' pena la risposta francese ai 130 morti di Parigi?

"L'Europa indulge nella illusione kantiana dell' internazionalismo, la 'comunità globale', le organizzazioni transnazionali come le Nazioni Unite, l' Unione europea, che dovevano fare della guerra un relitto del passato", dice Bruce Thornton al Foglio.

 

"Questa illusione si è basata sul rigetto della sapienza della Grecia antica, di Roma e della Cristianità: ovvero l' idea che la natura umana è costante nelle proprie passioni irrazionali ed è sempre capace di atti malvagi. Tuttavia la pace in Europa è stata appaltata al potere militare degli Stati Uniti che l'hanno difesa dall' Unione sovietica e che, fino a Barack Obama, hanno protetto il mercato globale dalle aggressioni. E' come George Orwell sul pacifismo inglese negli anni Trenta: 'Il lusso di essere una nazione-isola con una grande flotta'. Il pacifismo è penetrato nella coscienza europea, trasformando la guerra in una psicosi da evitare".

abu bakr al baghdadiabu bakr al baghdadi

 

A sentir lei, sembra che l' occidente come idea e destino sia spacciato.

"Il declino è una scelta, non un destino. La vera domanda, per la quale non ho risposte, è: quanto male deve arrivare, quanto disordine economico, quanta violenza terroristica, prima che l' occidente si svegli? E allora, quale sarà la sua reazione? Liberale, rispettosa della grande tradizione dei diritti umani, della rule of law, della divisione dei poteri, o uno spasmo illiberale di violenza?".

 

Dopo Parigi, la risposta di tanta gente è stata "non odiare".

"Beh, se una cultura è essenzialmente pacifista, demonizza la guerra, cerca il benessere e il piacere e l' autoindulgenza su tutto il resto, cosa altro dovrebbe fare? Questa cultura è piena di sentimentalisti che rispondono a una tragedia con i sentimenti, simboli pubblici e slogan che non comportano assunzioni di responsabilità".

attentati a parigi   assato al bistrot   2attentati a parigi assato al bistrot 2

 

Lei è uno studioso di antichità. C'è qualcosa di paragonabile alla nostra epoca?

"Pensi ai Romani, quando Annibale invase l' Italia. Uccise centomila soldati Romani, dissestò l' Italia da nord a sud. I Romani risposero creando più legioni, dando la caccia a Annibale, attaccando Cartagine, i possedimenti in Spagna, e alla fine sconfiggendo Annibale. Alcuni decenni più tardi rasero al suolo Cartagine. Seicento anni più tardi: bande di barbari, non più di 30 mila, presero il controllo dell' Impero romano d' Occidente. Cosa era cambiato? Dimentichi le spiegazioni materiali: nel 200 a.C., i Romani sapevano chi fossero, per cosa valesse la pena combattere e morire. Seicento anni dopo non più e si arresero.

attentati a parigi   assato al bistrot   18attentati a parigi assato al bistrot 18

 

L'occidente oggi sta arrivando allo stesso punto: troppa gente non sa, non si cura, cosa significa essere 'occidentale', vivere in una cultura creativa, dinamica, che rispetta i diritti umani individuali, che vive nel consenso del governo, governata dalla legge e non da altri uomini, devota alla libertà. Napoleone ha detto che in guerra, la morale sta ai beni materiali tre a uno. Oggi non abbiamo più morale".

 

La guerra in Iraq del 2003 è rimasta orfana.

CHARLIE HEBDO DOPO GLI ATTENTATI DI PARIGICHARLIE HEBDO DOPO GLI ATTENTATI DI PARIGI

"Il ritiro precipitoso di Obama ha polverizzato il successo raggiunto con il surge. Lasciare una forza militare americana di 20-30 mila uomini avrebbe impedito l'ascesa dello Stato islamico. Ma come l'Europa, una parte consistente dei cittadini americani, specialmente le élite, hanno abbracciato il pacifismo, l' edonismo, le illusioni terapeutiche. Marx e Freud hanno insegnato alle élite l''ermeneutica del sospetto', per cui tutto deve essere messo in discussione, sminuito, specialmente la religione e la morale. Questa idea ha preso il sopravvento sulla classe intellettuale ed è diventata una posa sofisticata, quasi una forma di superiorità intellettuale, pervadendo scuole, media, cultura popolare. Oggi è un riflesso. In Grecia i sofisti furono i primi ad avanzare questa ideologia, ma non riuscirono a prendere il sopravvento. Oggi l' occidente è così ricco, così malamente istruito, che questa fascinazione è considerata abbordabile. A lungo termine, è un suicidio. Non abbiamo più lo stomaco per la 'long war' contro il jihadismo. Inoltre, gli Stati Uniti sono da sempre anticolonialisti e si oppongono agli interventi a lungo termine all' estero. Tocqueville ha spiegato che le democrazie non sono in grado di mantenere politiche estere di lungo respiro. Molti miei amici conservatori pensano che un leader forte cambi le cose.

controlli di sicurezza a piazza san pietro dopo gli attentati di parigi      controlli di sicurezza a piazza san pietro dopo gli attentati di parigi

 

Io penso invece che sia il popolo a decidere. E oggi gli americani sono attratti dalla dolce vita. Obama incarna la nostalgia americana progressista per il modello europeo voluto da professionisti, media e accademia. Sfortunatamente l' Europa, durante la sua vacanza dalla storia, aveva le spalle guardate da noi. Chi guarderà quelle dell' America, la Russia? La Cina? Il Califfato? La guerra di tutti contro tutti di Hobbes è il nostro destino, un medioevo postmoderno".

 

Sembra non esserci cura per il mondo arabo-islamico: o lo status quo o l'esportazione della democrazia. Che fare?

HOLLANDE ALLO STADIO DURANTE ATTENTATI HOLLANDE ALLO STADIO DURANTE ATTENTATI

"L'idea che la democrazia liberale, il frutto di Atene, Roma e Gerusalemme, che ci ha messo 1.800 anni per realizzarsi in occidente, possa essere portata a una cultura islamica tribale non è irrealizzabile, ma ha bisogno dell' imperialismo liberale: occupazione e controllo delle istituzioni di un paese, eliminazione dei capi nemici, restare a lungo per occidentalizzare una élite indigena che prenderà poi il potere. Ovviamente, nessun paese occidentale oggi è in grado di farlo, nel clima attuale di dubbio, senso di colpa e piacere come summum bonum".

 

DISPERSI ATTENTATI PARIGIDISPERSI ATTENTATI PARIGIDISPERSI ATTENTATI PARIGIDISPERSI ATTENTATI PARIGIferiti davanti al Bataclanferiti davanti al Bataclandispersi attentati Parigidispersi attentati Parigi

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....