
“PUTIN NON E’ PRONTO A USCIRE DALLA GUERRA MA PUNTA A GUADAGNARE TEMPO SENZA ARRIVARE MAI AL CESSATE IL FUOCO" – PARLA IL CONSIGLIERE DI ZELENSKY MIKHAILO PODOLYAK: “LA RUSSIA VUOLE NEGOZIATI SOLO SE PUÒ CONTINUARE LE OPERAZIONI MILITARI E NON SUBISCE SANZIONI - NON ACCETTIAMO LO SCAMBIO DI TERRITORI, ESTENDERE L’ARTICOLO 5 NATO NON BASTA” – IL RUOLO DELLA CINA: “LA RUSSIA DIPENDE MOLTISSIMO DA PECHINO, NON SOLO IN SENSO ECONOMICO. L'UNICA COSA CHE DÀ POTERE A PUTIN È…”
Tonia Mastrobuoni per repubblica.it - Estratti
Per la prima volta dopo i vertici in Alaska e Washington sull’Ucraina, Mikhailo Podolyak, consigliere principe del presidente Zelensky, accetta di parlare con Repubblica a tutto campo dei colloqui in corso, delle linee rosse e dei possibili approdi nei negoziati.
Podolyak, quali sono le sue impressioni dopo i vertici tra Putin e Trump ad Anchorage e i colloqui alla Casa Bianca tra Zelensky, Trump e i Volenterosi?
“Prima dell'incontro ad Anchorage avevo aspettative basse. E penso che Putin abbia cercato di realizzare il minimo obiettivo che si era prefissato per l'incontro con Trump: guadagnare tempo. La Russia vuole negoziati solo se può continuare le operazioni militari e non subisce sanzioni.
vladimir putin donald trump e xi jinping vecchi - immagine generata dall intelligenza artificiale
Mentre a Washington ho visto un lavoro di squadra molto buono e coordinato tra Europa e Ucraina. E non c'è stato alcun tentativo di fare pressioni su Zelensky. C’è stata, invece, la disponibilità degli Usa a discutere in modo costruttivo le garanzie per la sicurezza. E quest’ampia discussione ha già cambiato in parte la retorica dei russi, li ha impressionati”.
Pensa che Putin sia seriamente intenzionato a porre fine alla guerra?
volodymyr zelensky e donald trump alla casa bianca (in versione casamonica)
“E’ una bella domanda: dimostra la sua profondità della comprensione della Russia. Perché Mosca non è affatto pronta a uscire dalla guerra. Finché c'è aggressione, c'è guerra. Ed è chiaro che la strategia di Putin è la seguente: condurre lunghi negoziati senza mai arrivare al cessate il fuoco. Perché non vuole rinunciare agli strumenti di pressione, cioè ai missili contro la popolazione civile.
E il secondo elemento, che pochi comprendono fino in fondo, è il ruolo della Cina. La Russia dipende moltissimo dalla Cina, non solo in senso economico. Ritengo che attualmente la Russia si trovi al punto più basso della sua sovranità e della sua indipendenza. Quindi per Putin è estremamente pericoloso entrare in conflitto con gli Stati Uniti.
Perché dipende fortemente dalla Cina e non può gestire entrambe. L'unica cosa dà potere a Putin è la guerra in Ucraina. E quindi è prevedibile che continuerà la guerra, ritenendo di avere risorse per il fronte, rallenterà i negoziati, cercherà di giocare sui conflitti tra gli interessi tra Cina, Europa e Stati Uniti e porrà condizioni negoziali irrealistiche. Già ora lo sta facendo”.
Come Lavrov che dice che la Russia deve far parte delle condizioni per la sicurezza dell’Ucraina.
“Esatto. Ma anche le rivendicazioni territoriali sono importanti. Per Putin è importante lo status giuridico di queste zone; riconoscergliele annullerebbe il reato di crimine di guerra. Perché non sussisterebbe più il reato di aggressione. Inoltre Putin deve avere almeno un conflitto congelato: così la Russia rimarrà comunque un paese militarizzato e autoritario”.
Perché per l’Ucraina e l’Europa è così importante anteporre a qualsiasi negoziato un cessate il fuoco? E, una volta ottenuto, accettereste di parlare di cessioni territoriali?
“Per la Russia, il cessate il fuoco è, in sostanza, una condizione molto sfavorevole. Si priverebbe di strumenti chiave per esercitare pressione sull’Ucraina. Ma quale pace può essere stabile quando ci sono combattimenti in corso? L'Ucraina ha proposto una soluzione logica. Un cessate il fuoco, che può essere di breve durata. Ci si siede al tavolo dei negoziati, si discutono le questioni politiche.
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vignetta volodymyr zelensky offerto a donald trump dai leader europei
E se i russi acconsentissero a un cessate il fuoco? Voi accettereste di parlare di cessioni territoriali?
“A quel punto sul tavolo potrebbe esserci qualsiasi tipo di questione, territoriale o politica. Lo ha detto lo stesso presidente Zelensky. Ma partendo da una posizione chiaramente basata sul diritto internazionale. Il problema di Putin è che non è uscito dalla mentalità dell'Unione Sovietica. E ritiene che questo territorio sia suo, della sua sfera d’influenza. Putin considera il crollo dell'Unione Sovietica la più grande tragedia del XX secolo. E vive in questo paradigma”.
Anche Trump ha ripetuto varie volte che alla fine dovrete accettare degli “scambi” di territori.
“Non capisco bene come le concessioni all'aggressore possano portare alla fine della guerra. In questo modo l’aggressore non paga il prezzo dell’aggressione, anzi. E allora: perché dovrebbe fermarsi? Così lo incoraggiamo. Inoltre il presidente Zelensky lo ha detto molto chiaramente la cessione di territori alla Russia è vietata”. (...) Non è solo una questione costituzionale. Qui si chiede di violare il divieto internazionale. Non si può cedere unilateralmente il territorio a un aggressore. Bisogna porre la questione in modo leggermente diverso”.
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Possiamo dire, allora, che sarebbe un riconoscimento di fatto ma non de iure di territori occupati dalla Russia?
“Sì, esattamente. De iure nessuno riconoscerebbe quei territori alla Russia”.
Voi chiedete delle serie condizioni di sicurezza ma Trump ha escluso truppe americane in Ucraina e ha solo paventato la possibilità di uno scudo aereo.
“In questo caso è tutto più complicato e più semplice allo stesso tempo. Più semplice perché non si tratta solo di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Stiamo parlando di un programma di contenimento della Russia ai confini orientali dell'Europa. Attraverso l'Ucraina inizierà una ristrutturazione dell'architettura di sicurezza dell’Europa".
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Quindi un esercito ucraino rafforzato sarà la prima linea di difesa.
EMMANUEL MACRON E VOLODYMYR ZELENSKY OSSERVANO LA COLLEZIONE DI CAPPELLI DI TRUMP
“Esatto. Ma l'Ucraina deve avere anche un'alleanza, una rete di relazioni. Non la Nato, ma comunque un’alleanza. Attualmente si discute di contingenti di diversi paesi, si parla di 10 paesi, e anche la Francia è in discussione. E Giorgia Meloni propone di ricorrere all'articolo 5 della Nato, estendendolo all'Ucraina senza che questa entri nella Nato. Ma l'articolo 5 non sarebbe automatico, vincolate. E quindi bisogna ripensarlo. Perché se è solo consultivo gli alleati si potrebbero riunire e qualcuno potrebbe dire: 'non possiamo partecipare direttamente al vostro scontro con la Russia’”.
E come va rafforzata la difesa ucraina?
“Primo: l’esercito ucraino va irrobustito e bisogna capire se arriveranno dei contingenti stranieri. Secondo: la produzione militare va aumentata, tra l’altro con joint venture tra stranieri e l’Ucraina - anche grazie al fatto che l’Europa sta aumentando i bilanci militari. Il terzo elemento è: in che modo gli Stati Uniti sono disposti a partecipare? A Washington se ne è parlato, e ora c’è qualcosa che prima non c’era: la difesa aerea dell’Ucraina.
E la Gran Bretagna e la Francia hanno detto: saremo pronti a inviare contingenti se gli americani forniranno la copertura aerea. E il quarto elemento, a mio avviso, è l'elemento più importante. Si tratta dell’installazione di missili sul territorio dell'Ucraina capaci di raggiungere la parte europea della Russia.
La Russia deve sapere che qui non ci sono solo missili a corto raggio, ma anche a a medio e medio-lungo raggio. Che possano colpire a 2000 chilometri. È come nella Guerra Fredda, quando la Nato e il Patto di Varsavia erano rivali: allora tutti capivano l'importanza dei missili a medio e lungo raggio”.
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E Trump? Ha detto che è riuscito a ottenere cinque o sei accordi di pace senza cessate il fuoco - dopo aver parlato con Putin. Secondo lei un’idea chiara dell’Ucraina?
LA MAPPA DELL UCRAINA MOSTATA DA DONALD TRUMP A ZELENSKY ALLA CASA BIANCA
“Sì, ce l’ha. Trump è stato efficace nell'accelerare molti processi difficili. E sa che la guerra deve essere fermata ora. Cioè stiamo iniziando ad andare verso una sorta di conclusione. E’ pronto ad ascoltare entrambe le parti come un intermediario globale. Un’altra cosa che mi piace molto è la posizione dei leader europei.
Stanno cercando attivamente delle soluzioni. Si stanno assumendo le loro responsabilità. E stanno spiegando attivamente a Trump: guarda, queste sono minacce che riguardano anche te, non solo per l'Ucraina”.
giorgia meloni insegue trump e zelensky alla casa bianca foto lapresse
xi jinping e vladimir putin - parata militare a mosca per il giorno della vittoria
Mykhailo Podolyak