marina calderone giovanbattista fazzolari giorgia meloni

DA PORTAVOCE A “PORTACROCE” – È UNA FUGA CONTINUA DEI “COMUNICATORI” DAGLI STAFF DEL GOVERNO MELONI. L’ULTIMO AVVICENDAMENTO AL MINISTERO DEL LAVORO DI CALDERONE: FUORI IGNAZIO MARINO, DENTRO MARCO VENTURA– TRA GAFFE, SMANIA DI APPARIRE E GUERRE TRA ALLEATI, A PAGARE LE CONSEGUENZE È LA SCHIERA DI PROFESSIONISTI CHE LAVORA DIETRO LE QUINTE  – IL DURO COMPITO DI ELENA BARLOZZARI, CONSIGLIERA DEL GRAN VISIR DELLA “PROPAGANDA”, GIOVANBATTISTA FAZZOLARI… – IL FLOP DI MARIO SECHI, CHE NEI POCHI MESI A PALAZZO CHIGI ACCANTO ALLA MELONA NON HA TOCCATO PALLA...

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

marina calderone - ministro del lavoro

Apparire, voce del verbo del governo Meloni. Ed è il preferito tra tutti: tradotto nel pratico, ogni ministro vuole esserci, sempre e comunque. Al costo di inanellare gaffe. La vita del portavoce e dell’ufficio stampa è complicata in un governo in cui l’immagine è tutto. Il vortice è costante, tra commiati, new entry e assunzioni dei professionisti della comunicazione.

 

Nella lunga lista – per carità di patria omettiamo i nomi di chi ha sbattuto la porta e ha cercato fortuna altrove – è riapparso in scena Marco Ventura, fresco di nomina al ministero del Lavoro, al fianco di Marina Elvira Calderone.  È esperto di politica internazionale e soprattutto di gestione di profili quantomeno delicati […]

 

giorgia meloni marina calderone lapresse

L’ex portavoce di Calderone, Ignazio Marino, ha salutato la compagnia, dopo aver vissuto per un anno e mezzo il logorio della vita al governo. La ministra, addirittura sulla stampa amica del centrodestra, non è mai stata trattata con i guanti bianchi. Per responsabilità più sue che di Marino, che ha cercato di muoversi sottotraccia. Anche troppo.

 

L’era meloniana brucia nomi ben più roboanti. Ne sa qualcosa Mario Sechi, durato poche settimane nel ruolo di portavoce nonostante una carriera di primo piano: è approdato alla direzione di Libero come premio di consolazione, perché a palazzo Chigi non toccava palla. Alla regia comunicativa c’è il binomio Giovanna Ianniello-Patrizia Scurti.

 

mario sechi 2

Ma il gran visir della propaganda resta Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario factotum, che ha dettato la linea al suo partito – come raccontato dal Fatto quotidiano – sulle caratteristiche fisiche di chi deve andare in televisione.

 

Ed è proprio lui una delle star della destra al potere. Come narra la leggenda del suo fan club, pieno di accoliti di Colle Oppio, porta il soprannome di “spugna” per la sua capacità di imbeversi di conoscenze. Altrettanto spugna tocca essere alla sua consigliera di comunicazione, Elena Barlozzari, ex inchiestista del Giornale e approdata a palazzo Chigi con il governo Meloni.

 

PATRIZIA SCURTI GIOVANNA IANNIELLO

Deve assorbire la sempiterna esposizione sui giornali del sottosegretario, dotato del raro talento di finire sotto i riflettori anche quando non parla. Più che fare da suggeritrice, a Barlozzari tocca il gravoso compito di fare da filtro vista l’eccezionale qualità Fazzolari.

 

Oltre all’onnipresenza fazzolariana e allo strapotere delle collaboratrici di Meloni, ufficialmente al posto di Sechi, c’è Fabrizio Alfano. Modi affabili, da cronista parlamentare di razza (era caporedattore politico all’Agi dopo l’incarico alla presidenza della Camera con Gianfranco Fini), alternati a strali taglienti verso chi, almeno nella sua concezione, esagera. In pratica è Giorgia Meloni fatta portavoce.

 

 

GIOVANNA IANNIELLO PATRIZIA SCURTI JOE BIDEN

L’approdo di Ventura al Lavoro ha mandato in rapida obsolescenza l’attenzione su Paolo Signorelli, altro neo portavoce di Francesco Lollobrigida, una garanzia per Fratelli d’Italia. Bazzica gli ambienti meloniani fin dai primi vagiti lavorativi, ultimo rampollo di una famiglia che viene dalla trafila Msi-An. L’ultimo incarico era stato con il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti. Fino alla scorsa legislatura era proprio collaboratore di Lollobrigida da presidente dei deputati meloniani.

 

Del resto, il cognato della premier ama circondarsi di fedelissimi, su un campo arato, da ministro dell’Agricoltura, tutto a destra. Difficile immaginare che Signorelli cambi registro rispetto al passato firmato da Antonella Giuli, transitata dalla vita ministeriale all’ufficio stampa della Camera. Lollobrigida ha la gaffe facile, un campione della disciplina. […]

 

patrizia scurti giorgia meloni parata 2 giugno 2023

Un destino condiviso con Giuseppe Valditara, da un anno coadiuvato da Francesco Albertario, figlio d’arte (il papà è giornalista) con una lunga trafila nelle relazioni esterne della società Aeroporti di Roma. L’esperienza, sia in famiglia sia personale, non basta rispetto al talento per gli scivoloni del ministro. Un’icona gaffeur.

 

Fin qui i volti nuovi, si fa per dire, tra i portavoce. Ci sono poi gli immarcescibili, i portavoce diventati tutt’uno con i leader. Basta dire Matteo Salvini per pensare a Matteo Pandini, con il quale condivide – ironia della sorte – anche il nome. Fin dai tempi del Viminale l’ex penna di Libero e autore di un libro proprio sul leader della Lega, è l’uomo-immagine della stampa per il segretario. Pandini, riconosciuto come instancabile stakanovista, rintuzza le polemiche e prova a fare da regista alla comunicazione con alterne fortune.

 

Fazzolari

Di sicuro il suo lavoro, qualche anno fa, era più agevole: Salvini si muoveva da leader della coalizione. Il portavoce del vicepremier resta il battagliero propulsore della propaganda salviniana. Nonostante il declinante destino.

 

Altro profilo alter ego del ministro, è Iva Garibaldi, inflessibile mente della comunicazione di Giancarlo Giorgetti, a capo del Mef. I due si sono conosciuti e apprezzati ai tempi del governo Draghi allo Sviluppo economico. Garibaldi è allineata al Giorgetti-pensiero: uscire il giusto, il meno possibile. Un asse che, a vederlo a distanza, sembra creato in vitro.

 

Elena Barlozzari

Discorso simile eppure diverso è quello del ministero della Difesa di Guido Crosetto, dove è di stanza – come da tradizione – un portavoce ufficiale che proviene dall’esercito, Filippo Fulco. Ma dietro le quinte, il suggeritore è Ettore Colombo, ufficialmente consulente alla comunicazione, gà cronista noto nel giro della sala stampa della Camera. […]

 

Il collega di partito del sottosegretario, il ministro Adolfo Urso, è la quintessenza della voglia di apparire, costringendo a un super lavoro Giuseppe Stamegna, volto estraneo all’universo meloniano. Il pedigree è quello del comunicatore aziendale, uscito dalla fucina di Comin&Partners, società di consulenza di comunicazione e relazioni istituzionali. La smania di Urso di visibilità è un problema. Anche per il suo scudiero di comunicazione.

 

giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari

Ogni giorno ha la sua voglia di apparire anche per il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che da giornalista non chiede consulenze in giro. Fa da sé ed è come facesse per tre nella sua idea di tramutarsi in un moto perpetuo. Il capo ufficio stampa, Andrea Petrella, è perfetto interprete dell’iperattivismo dell’ex direttore del Tg2. Sempre pronto a rilanciare i post, i video, le interviste dell’onnipresente ministro.

 

Petrella, vulcanico partenopeo, si muove sull’onda della sua esperienza, prima tra Camera e Senato, e poi al Cnel e alla Corte dei conti. Un movimento perenne. Stressantre e non sempre redditizio in termini di immagine. Una faticaccia provare a spiegarlo a Sangiuliano, partito lancia in resta alla caccia di comunisti delle terrazze romane.

 

Ne è ben consapevole, invece, l’antidiva per antonomasia del governo, la ministra dell’Università, Annamaria Bernini. Nata politicamente con le stimmate della berlusconiana doc, rifugge dalla tentazione di apparire ovunque. Così centellina le uscite stando sempre attenta a misurare le parole con interventi a prova di gaffe.

 

antonella giuli

È una delle poche che gode di una buona stampa, addirittura tra i giornali non vicini all’esecutivo. Alle spalle c’è il lavoro del portavoce, Francesco Ciaraffo, già cronista politico dell’agenzia Public policy. Al ministero ha saputo attagliarsi alle richieste di Bernini: parlare di Università, circumnavigando i problemi politici.

 

[…]

 

IVA GARIBALDI GIANCARLO GIORGETTI

Uno degli alieni, almeno dai trascorsi, è Francesco Kamel, portavoce di Matteo Piantedosi al Viminale, con una storia tutta esterna alla politica e ai palazzi del potere. Quasi tutti, nell’ambito lavorativo, riconoscono a Kamel un’eccellente inclinazione al dialogo. A dispetto di un incarico in una casella delicata con un ministro spesso nel vortice della polemica. Raffaele Fitto ha trovato la sua alter ego all’ufficio stampa: Annamaria Buffo, con trascorsi da giornalista in Puglia, segue la linea istituzionale del ministro del Pnrr, sovraesposto ma altrettanto super attento a non esporsi ulteriormente sulla stampa.

 

La rarità delle sue interviste è ormai un amuleto. Buffo ha capito il ruolo, mai nulla sopra le righe. Stessa scuola per Federica Ronchi, portavoce del ministro dello Sport, Andrea Abodi, che si muove bene nel campo della comunicazione già da sé. Facilitando il compito a chi lavora al suo fianco.

 

 

matteo pandini

La palma di portasilenzi, categoria sempreverde dei comunicatori di governo, spetta a Vincenzo Nigro, ex firma di punta degli esteri a Repubblica e oggi consigliere comunicazione di Antonio Tajani alla Farnesina. Il cronista ha dismesso i panni del cacciatore di notizie adeguandosi alla grisaglia governativa. E i “non detti” di Tajani sono diventati iconici, a differenza delle troppe affermazioni, spesso smentite, del Guardasigilli, Carlo Nordio, affiancato dalla portavoce Raffaella Calandra, ereditata dal precedente governo. La sua vita era molto più agevole nella gestione Cartabia. I risultati si vedono.

 

Encomio speciale va infine a Francesco Condoluci, che da consulente per la comunicazione sta resistendo alla ministra delle Riforme Casellati, nota mangia-portavoce. L’immagine esterna non è delle migliori. Ma come ogni professionista di comunicazione si fa i conti con quel che si ha a disposizione.

matteo piantedosi antonio tajani MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI - GIORGIA MELONI

GIORGIA MELONI GIOVANNA IANNIELLO

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…