beppe grillo sergio mattarella matteo salvini giuseppe conte enrico letta mario draghi

OBTORTO COLLE - IL CAOS GRILLINO E L'ISOLAMENTO DI ENRICO LETTA RISCHIANO DI CREARE PROBLEMI ALL'ASSE M5S-PD NELLA PARTITA DEL QUIRINALE - SE SI ARRIVASSE A FEBBRAIO IN QUESTA SITUAZIONE DI CONFUSIONE, LA SOLUZIONE PIÙ SEMPLICE SAREBBE UN MANDATO-PONTE DI MATTARELLA, COME ACCADUTO CON IL BIS DI GIORGIO NAPOLITANO NEL 2013, PER GARANTIRE LA FINE CERTA DELLA LEGISLATURA NEL 2023 - ANCHE DRAGHI SI AUGURA LA "CONTINUITÀ" AL COLLE: IL PRESIDENTE È IL GARANTE DEL SUO IMPEGNO A PALAZZO CHIGI…

Adalberto Signore per "il Giornale"

 

sergio mattarella mario draghi festa della repubblica 2021

Non solo il caos M5s. Ma anche la debolezza della segreteria del Pd. Due elementi cui va aggiunta la rinnovata intesa tra Matteo Salvini e Matteo Renzi sul ddl Zan, sempre con buona pace di Enrico Letta, la cui leadership al Nazareno appare più fragile ogni giorno che passa. Un mix che rischia di resettare la corsa al Quirinale, una partita che si aprirà solo formalmente a febbraio e che sotto traccia è in verità già iniziata da tempo.

 

enrico letta giuseppe conte 1

È vero che il Movimento resta il primo gruppo parlamentare sia alla Camera che al Senato, ma è altrettanto evidente che la confusione di queste settimane (che continuerà anche nei prossimi mesi) lascia supporre che l' asse M5s-Pd possa alla fine far fatica a decollare. E a quel punto ne risentirebbero, inevitabilmente, le due candidature più gettonate tra i big del Nazareno: quella di Dario Franceschini e quella di Paolo Gentiloni.

 

mattarella draghi

Così fosse, si aprirebbe forse qualche spiraglio per un accordo sul fronte del centrodestra. Grazie al fatto che all' elezione del presidente della Repubblica partecipano 58 delegati regionali che sono quasi tutti in quota Lega-FI-FdI. E in virtù pure di un possibile asse con Italia viva, circostanza che lo stesso Renzi non esclude.

 

«Se stavolta il centrodestra resta unito, può davvero dire la sua sul Quirinale», va ripetendo da settimane l' ex premier. Il tutto al netto dei dubbi di Giorgia Meloni, che ad oggi non pare intenzionata a far uscire il tandem Salvini-Renzi come vincitore della partita del Colle (neanche fosse eletto Pier Ferdinando Casini, spiegava in privato giorni fa la leader di Fratelli d' Italia).

letta conte

 

Al momento, però, le due opzioni prioritarie restano quelle di Sergio Mattarella e Mario Draghi. Sulla prima pesa la contrarietà - manifestata in privato e in pubblico - del diretto interessato. Ma se si arrivasse a febbraio in questa situazione di caos, la sua sarebbe la soluzione più semplice. Si tratterebbe di un mandato per così dire «a termine» - come accaduto con il bis di Giorgio Napolitano nel 2013 - che garantirebbe la fine certa della legislatura nel 2023.

 

salvini renzi

E, dunque, un altro anno di stipendio per un Parlamento destinato al prossimo giro ad essere ridimensionato in quanto a numeri (dalla riforma costituzionale) e riscritto negli equilibri degli attuali gruppi. Dei 161 deputati e 75 senatori grillini, per fare un esempio, sondaggi alla mano ne resteranno infatti a casa più di due terzi. Discorso simile per il Pd, dove gli attuali gruppi sono a trazione renziana ed è chiaro che la nuova segreteria rimetterà pesantemente mano alle liste. Insomma, un bis di Mattarella potrebbe costituire un grande elemento di condivisione e solidarietà tra le forze politiche in campo.

 

Senza trascurare il dettaglio che pure Draghi sembra vedere di buon occhio uno scenario di continuità. Una decina di giorni fa, infatti, in privato il premier ci ha tenuto a sottolineare come sia proprio Mattarella il solo garante del lavoro che sta facendo a Palazzo Chigi e dell' impegno preso per il Paese. Parole che il suo interlocutore ha interpretato come un auspicio, perché è evidente che se cambia l' inquilino del Colle cambiano anche gli equilibri rispetto al governo.

 

sergio mattarella mario draghi

Non è un caso che la prassi istituzionale preveda che, quando viene eletto un nuovo capo dello Stato, il premier si presenti al Quirinale con in mano delle dimissioni, per così dire, di cortesia (non lo furono per il governo Scelba quando nel 1955 venne eletto Giovanni Gronchi). Seconda opzione, invece, è quella dello stesso Draghi.

 

La cui percorribilità è resa difficoltosa dal ruolo di garante dell' Italia che si è ritagliato in Europa in questi mesi e dal fatto che lasciare vuota la poltrona di Palazzo Chigi aprirebbe una riffa sul voto anticipato che si sa come inizia ma non necessariamente come va a finire.

 

OSCAR LUIGI SCALFARO

Se per qualche ragione dovessero invece venire meno le due opzioni principali, a quel punto nella partita per il Colle tutto sarebbe possibile. Perché è vero che nessun presidente della Repubblica è stato mai eletto senza il sostegno del partito più rappresentato in Parlamento - nel 1992, perfino la Dc ormai in via di liquefazione ci riuscì con Oscar Luigi Scalfaro - ma è altrettanto vero che il M5s rischia nei mesi a venire di diventare una vera e propria palude dove quasi tutti si muoveranno senza alcun condizionamento e in un clima di «liberi tutti».

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLA DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DA AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”