vatileaks chaouqui vallejo balda fittipaldi nuzzi

PROCESSO FARSA IN VATICANO – FITTIPALDI DOPO LA PRIMA UDIENZA: “VIVA LA SCALCAGNATA GIUSTIZIA ITALIANA” – ACCUSE LETTE SOLO ALL’ULTIMO E INTERROGATORI A TUTTA BIRRA – E LA VATICANISTA STRA-EMBEDDED LO SGRIDA PURE: “TI SBAGLI, FITTIPALDI, QUESTO È UN PROCESSO NORMALISSIMO” (SÌ, AI TEMPI DELL'INQUISIZIONE)

Emiliano Fittipaldi per “la Repubblica

 

nuzzi fittipaldi chaouquinuzzi fittipaldi chaouqui

«Dottor Fittipaldi, se vuole ora può fare la sua dichiarazione». La voce del presidente del tribunale è cortese. Con la mano mi indica di accomodarmi sulla sedia di cuoio, posizionata di sbieco davanti al collegio che mi sta giudicando per reati «contro la Patria», ossia lo Stato della Città del Vaticano.

 

Fino a quel momento ero rimasto fermo. Inchiodato a una panca di legno simile a quelle delle chiese, un piccolo scranno dove i cancellieri avevano accompagnato me e gli altri quattro imputati a inizio udienza. Tutti in fila, uno a fianco all’altro. Io finisco in mezzo tra Gianluigi Nuzzi e Francesca Chaouqui.

 

il processo vatileaks   nuzzi fittipaldi chaouqui il processo vatileaks nuzzi fittipaldi chaouqui

Davanti a noi il promotore di giustizia muove diligentemente i fogli sul suo banco, dall’alto papa Francesco in foto controlla che tutto proceda con ordine, mentre a sinistra una dozzina di giornalisti di mezzo mondo (quelli che sono riusciti ad ottenere un accredito a rotazione) annota spasmodicamente sui blocchetti ogni movimento, ogni impressione, ogni sussurro.

 

gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldigianluigi nuzzi e emiliano fittipaldi

Mentre mi alzo avviandomi verso il centro dell’aula noto per la prima volta che la stanza è completamente diversa da come l’immaginavo. A parte qualche stucco novecentesco che decora il soffitto e l’effige di Pio XI che troneggia sul fondo della sala, l’ambiente è spoglio, quasi monacale. «Che si aspettava, Michelangelo e Raffaello?» mi dirà alla fine uno degli uomini della polizia giudiziaria che ha condotto le indagini che hanno portato alla mia incriminazione. «Questo è il Palazzo del Tribunale, mica è bello come Palazzo San Carlo qui accanto, quello dove abita il cardinale Bertone. Pensi che buffo se dopo quello che ha scritto sulla sua casa lo incrociava oggi venendo qui...».

 

emiliano fittipaldi emiliano fittipaldi

Era tutta la mattina che mi ripetevo in silenzio quello che dovevo dire ai giudici prima di iniziare il processo. Ne avevo parlato con il mio avvocato Giandomenico Caiazza fino alle due di notte, quando insieme a Lucia Musso, il legale rotale, abbiamo finito di scartabellare le carte dell’accusa, faldoni con centinaia di pagine che il Vaticano ci ha consegnato solo qualche ora prima l’inizio del dibattimento. 

 

Le parole me le sono ripetute mentre mi mettevo la cravatta a casa, mentre entravo nello Stato Pontificio oltrepassando decine di colleghi che seguono il primo processo a due giornalisti nella storia della Santa Sede, mentre un addetto alla sicurezza mi ammoniva a non entrare in aula con il cellulare. «Non lo può portare dentro. Deve riporlo in questa cassetta, qui è vietato fare registrazioni e fotografie». Le immagini del processo, infatti, sono monopolio del Vaticano.

EMILIANO FITTIPALDI AVARIZIAEMILIANO FITTIPALDI AVARIZIA

 

Ho ripetuto la frase mentre mi sedevo davanti al collegio, ma alla fine l’emozione mi ha tradito, e ho deciso di leggere il biglietto che mi ero portato in caso di emergenza. «Ho deciso di comparire in questo processo per doveroso rispetto nei confronti di questo Tribunale che ha ritenuto di dovermi citare. Ma ritengo di dover esprimere la mia incredulità nel trovarmi ad essere imputato di fronte a giudici diversi da quelli del mio paese. In Italia la condotta che qui mi addebitate non sarebbe penalmente perseguibile. Perché voi non mi contestate di aver di aver pubblicato notizie false o diffamatorie, ma semplicemente di aver pubblicato notizie: un diritto garantito dalla Costituzione italiana e dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo».

 

Ho preso fiato. E ho formulato un’eccezione preliminare: nel decreto che mi ha mandato a processo non c’è infatti alcuna descrizione dei fatti che mi vengono addebitati. Solo generiche accuse, che non mi consentono di difendermi come si deve. Anche l’avvocato d’ufficio di monsignor Lucio Vallejo Balda ha chiesto una proroga dei termini: incredibilmente aveva conosciuto il prelato, accusato pure di associazione a delinquere, solo poche ore prima.

 

emiliano FITTIPALDI emiliano FITTIPALDI

Quando il presidente e i suoi colleghi escono dalla stanza per deliberare sulle richieste per mezz’ora l’atmosfera si rilassa: se il monsignore comincia a parlare fitto fitto con il suo nuovo legale, la Chaouqui passeggia avanti e indietro tenendosi a debita distanza dall’ex amico. I giornalisti ne approfittano per chiedere a me e a Nuzzi i primi commenti a caldo. Una vaticanista — mentre spiegavo a una collega che i diritti della difesa erano messi a rischio — mi ha subito bacchettato: «Ti stai sbagliando, Fittipaldi. Questo è un processo normalissimo! N-o-r-m-a-l-i-s-s-i-m-o».

 

Sarà. Ma vedo che anche dal viso del mio avvocato trapela un po’ di preoccupazione. Anche per lei, che da anni bazzica questi saloni combattendo con i giudici per far annullare matrimoni e difendere clienti accusati di piccoli furti nel supermarket dei cardinali, questa è una situazione nuova.

 

145804103 d689eaca 2eef 486b aed3 83e37f4e027f145804103 d689eaca 2eef 486b aed3 83e37f4e027f

Al suono del campanello che annuncia la corte siamo di nuovo tutti in fila sulla panca. Le eccezioni vengono rigettate dal collegio, come previsto. «Le udienze ricominceranno lunedì prossimo. Tutti i giorni. Mattina e pomeriggio », spiega il presidente. Penso che se la magistratura italiana funzionasse come quella del Papa, avrebbe molto meno carichi arretrati. «Ma a pensarci bene» mi dico mentre esco dal tribunale ripassando sotto l’attico di Bertone «preferisco la scalcagnata giustizia italiana».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…