QUALE SARA’ LA PROSSIMA MOSSA DEL CAVALLO DI RENZI? IL GRANDE CENTRO CON BERLUSCA O IL RITORNO NEL PD? INTANTO MATTEUCCIO PERDE PEZZI: 2 SENATORI E UN DEPUTATO DI ITALIA VIVA ENTRANO NEL PD - IL PARTITO DI RENZI NON SI DISCOSTA DA PERCENTUALI BASSE NEI SONDAGGI. PESANO GLI ATTACCHI ARRIVATI DOPO LA CADUTA DI CONTE, LE POLEMICHE LEGATE AI VIAGGI DELL' EX PREMIER ALL' ESTERO, MA SOPRATTUTTO LA MANCANZA DI CERTEZZE, ORA CHE I NUMERI DI ITALIA VIVA NON SONO PIÙ DETERMINANTI IN PARLAMENTO… - LA SFIDA DI RENZI A LETTA

Emilio Pucci per “Il Messaggero”

 

MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

«Ci hanno dato per morti tante volte ma siamo stati capaci di far cambiare due governi. Il Pd ha dovuto cambiare segretario, Leu e +Europa sono divisi, M5S perde pezzi ogni giorno, è saltato l' asse Meloni-Salvini, ora dobbiamo tener duro e cavalcare l' agenda Draghi». I parlamentari di Italia Viva non lo nascondono, in molti si sentono spaesati, vogliono capire qual è la prospettiva ma Renzi oggi all' assemblea cercherà di rassicurarli in questo modo.

 

Berlusconi Renzi

«Calma e gesso, non è il momento di dividerci. Bisogna avere la pazienza e aspettare quello che succede». Si attende il big bang, ma prima di ottobre si navigherà nelle acque al centro e si valuterà il da farsi. «Inutile giocare al risiko politico adesso, tanto in vista delle politiche il quadro cambierà ancora», il ragionamento. In tre hanno già la valigia pronta. Si tratta di Comencini e Grimani che entreranno nel gruppo dem guidato da Marcucci al Senato e di D' Alessandro alla Camera. Altri nomi circolati, come quello di Di Maio, restano saldamente nel gruppo. Il leader di Iv promuoverà una grande campagna d' ascolto, una forte mobilitazione su temi popolari e rivendicherà la vittoria, a suo dire, della politica nel cambio tra Conte e l' ex numero della Bce a palazzo Chigi.

 

«Questo esecutivo è il nostro. Se il Pd fa un' alleanza con i 5Stelle significa che non è riformista», dirà l' ex presidente del Consiglio che lancerà la sua sfida a Letta. Si guarda comunque all' area moderata.

 

RENZI LETTA

A Calenda, a Forza Italia, al partito del Nazareno se dovesse abbandonare l' asse con i pentastellati ma per ora non ci sono le condizioni neanche per quel progetto annunciato qualche settimana fa di costruire un soggetto macroniano che tenga dentro tutte le anime liberali e riformiste. E' il momento solo di rispondere all' emergenza sanitaria ed economica, di puntare sui provvedimenti per venire incontro alle esigenze dei cittadini. In questa direzione si stanno muovendo il ministro per le Pari Opportunità Bonetti, la vice ministra alle Infrastrutture Bellanova e il sottosegretario al Viminale Scalfarotto.

 

E quindi non si cercherà di legare alla sedia chi si agita per una questione di poltrone o chi ha paura del mare aperto.

 

LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI

TEMI CONCRETI «Noi dobbiamo pensare all' Italia, alle idee da portare avanti», dice Rosato. La partita insomma si giocherà sul tema dei cantieri, della giustizia, del lavoro. Questo non significa che Italia viva non cambierà pelle. «Ci sarà un cambiamento radicale per tutti», il pensiero di Renzi. «Prima afferma il fedelissimo Nobili ci siamo mossi per bloccare i populisti.

Ora è il momento di far valere i nostri temi. Ed è un momento entusiasmante, non certamente deprimente».

 

«Italia Viva dice un altro fedelissimo, Anzaldi - ha azzeccato tutte le mosse, ha salvato il Paese facendo nascere il governo Draghi, impedendo che il Recovery fosse un flop gestito da persone non competenti, ponendo le basi per far partire davvero e finalmente la campagna vaccinale. Ora siamo pronti a un cambio di passo per raccogliere i frutti di queste operazioni politiche di successo». «In questo periodo credo molto in due cose. Credo moltissimo - osserva Marattin, presidente della Commissione Finanze di Montecitorio - in Iv e nelle donne e negli uomini che la animano. E poi credo che debba andare incontro ad un processo di cambiamento e evoluzione piuttosto marcato. Altrimenti quel capitale politico rischia di non produrre gli effetti che invece potrebbe».

Berlusconi Renzi

 

matteo renzi enrico letta

Eppure la preoccupazione che serpeggia in molti deputati e senatori è quella di un partito che non si discosta da percentuali basse nei sondaggi e che ha bisogno sempre di più del proprio leader per sopravvivere. Pesano gli attacchi arrivati dopo la caduta di Conte, le polemiche legate ai viaggi dell' ex premier all' estero, ma soprattutto la mancanza di certezze, ora che i numeri di Italia viva non sono più determinanti in Parlamento. «Noi afferma un big di Iv siamo sempre sotto attacco, anche mediatico. Ma siamo il quinto partito a livello nazionale per i fondi arrivati con il 2 per mille, un segnale che in tanti credono nella nostra strada».

 

berlusconi salvini renzi

Renzi non ha alcuna intenzione di disimpegnarsi ma sarà chiamato a sciogliere i nodi sul posizionamento politico di Iv, a chiarire quale sarà il suo percorso. Le spinte sono tante e per certi versi contrapposte tra di loro. C' è chi gli chiede, per esempio, di fare come Salvini che incontra i ministri, dice la sua su ogni questione, cerca di dettare l' agenda dall' esterno. Altri gli chiedono di farsi promotore di un' iniziativa al centro per una nuova formazione con Calenda e Carfagna. Altri ancora puntano sul serio a rientrare nel Pd come punto d' approdo di una operazione politica.

 

Renzi si prenderà del tempo.

«Speriamo che la sua prossima mossa del cavallo ci garantisca il futuro», allarga le braccia un deputato.

ENRICO LETTA RENZI Berlusconi incontra Renzi, Patto Nazareno del 2014berlusconi renzi

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…