matteo salvini fabio fazio

SALVINI PREPARA LA FAZIO-EXIT? – LA LEGA HA APPENA DEPOSITATO IN PARLAMENTO LA RISOLUZIONE PER TAGLIARE GLI STIPENDI DI DIRIGENTI E ARTISTI IN RAI – ECCO IL TESTO INTEGRALE, CHE IMPEGNA VIALE MAZZINI A VERIFICARE “ENTRO TRE MESI” LE RETRIBUZIONI, CHE SARANNO IN PARTE LEGATE ANCHE AGLI ASCOLTI,  PER “ELIMINARE SPEREQUAZIONI” – FANNO RUMORE I DATI SULLO SHARE: LA RAI DEL CAMBIAMENTO NEL PERIODO GENNAIO-APRILE È LEGGERMENTE IN CALO…

Marco Antonellis per Dagospia

 

SALVINI FAZIO

La Lega ha appena depositato in Parlamento la risoluzione per tagliare gli stipendi dei dirigenti e degli artisti della Rai. Il testo, che Dagospia è in grado di mostrarvi integralmente impegna la Rai, "entro tre mesi", a verificare gli stipendi dei dirigenti non giornalisti per "eliminare sperequazioni retributive", con la possibilita' anche di porre termine ad alcuni contratti. Per quanto riguarda gli artisti, si impegna la Rai a fissare un "tetto retributivo" e prevedere una parte di retribuzione variabile rapportata agli ascolti e alla pubblicita'.

 

A far rumore però in casa Rai sono anche i dati di ascolto. Secondo un report interno Rai di cui Dagospia è venuto a conoscenza, nel periodo gennaio-aprile 2019 "il Gruppo RAI è lievemente in calo rispetto ai risultati del 2018 sia sull'intera giornata (36,9% share, -0,2 punti) che sulla prima serata (37,7% share, -0,3 punti) dove il calo di Rai1 è parzialmente bilanciato dalle crescite di Rai2 e Rai3". Insomma, la Rai del cambiamento ha ancora molta strada da fare.

fabrizio salini marcello foa

 

------

 

Risoluzione sul trattamento retributivo del personale dirigenziale non giornalistico della RAI

Premesso che:

- l’articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e 49, comma 12-ter, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) attribuiscono alla Commissione funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi;

FABIO FAZIO

- l’articolo 14 del Regolamento interno stabilisce che essa esercita i poteri e le funzioni che le sono attribuiti dalla legge, adottando, quando occorra, risoluzioni contenenti direttive per la società concessionaria;

- il rapporto di lavoro tra la Rai e il suo personale dirigenziale non gironalistico è – allo stato – regolato dal Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) Dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, stipulato il 30 dicembre 2014, con scadenza 30 dicembre 2018, e dal relativo accordo integrativo RAI-ADRAI 2017-2019;

- ai sensi del comma 12-bis dell’art. 49 del testo unico di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, ai componenti degli organi di amministrazione e controllo della RAI, ad eccezione dell'amministratore delegato, si applica il “tetto” retributivo, pari a 240 mila euro, fissato dall'art. 23-bis, commi 5-bis e 5-ter, del decreto-legge n. 201 del 2011 e dall’art. 13 del decreto-legge n. 66 del 2014;

FABIO FAZIO CON IL PENDOLINO

considerato che:

- per effetto di quanto disposto dal summenzionato CCNL “Dirigenti”, il personale dirigenziale della RAI gode di un trattamento economico, parametrato – per il c.d. trattamento minimo complessivo di garanzia – sulla anzianità di servizio;

- la prassi interna alla Rai visto elargire al personale dirigente non giornalistico, nominato temporalmente a ruoli apicali (es. direttore di re), importanti incrementi di stipendio non sotto forma di “indennità di funzione” bensì come aumenti definitivi che permangono anche dopo il venir meno della funzione apicale rivestita;

fabrizio salini marcello foa

- in ragione del predetto trattamento economico e della prassi di cui sopra, molte unità di personale dirigenziale non giornalistico arrivano a percepire una retribuzione annua lorda pari o prossima a quella degli organi di vertice, ai quali si applica il citato “tetto” retributivo pari a 240 mila euro;

- in molti casi, tali retribuzioni non risultano nemmeno più adeguate alla tipologia di incarico ricoperto e/o all’esperienza e ai titoli posseduti, oltreché essere del tutto slegate da una reale valutazione di merito circa la performance in relazione agli obiettivi perseguiti nell’anno di riferimento;

fazio salvini

- ai sensi della parte sesta del citato CCNL “Dirigenti” il rapporto di lavoro tra la RAI e il suo personale dirigenziale non giornalistico può essere oggetto di risoluzione anticipata da parte del datore di lavoro, a condizione che siano rispettati i termini di preavviso previsti;

impegna la Società concessionaria:

- a valutare l’opportunità di rivedere, in vista della nuova contrattazione collettiva e al fine di eliminare sperequazioni retributive e pertanto conseguire una migliore allocazione delle risorse disponibili derivanti dal canone di abbonamento, i parametri che regolano il trattamento retributivo del personale dirigenziale non giornalistico, prevedendo dei meccanismi di remunerazione basati prevalentemente:

MASSIMILIANO CAPITANIO

o sui risultati conseguiti rispetto a target personali annuali che siano chiari e in linea con gli obiettivi aziendali, al fine di premiare il merito;

o sulla rilevanza dell’incarico ricoperto, tramite il meccanismo dell’indennità di funzione, così da rapportare costantemente ruolo ricoperto e retribuzione percepita;

- ad effettuare – entro tre mesi dall’approvazione della presente risoluzione –:

o una completa ricognizione dei dirigenti non giornalistici in servizio, in cui sia dato conto del ruolo ricoperto e della performance dell’ultimo triennio;

 

o un confronto tra l’organico attuale di dirigenti non giornalistici rispetto all’organico previsto dal nuovo assetto organizzativo di cui al nuovo piano industriale;

MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI 1

- a considerare seriamente l’ipotesi di risoluzione contrattuale nel caso di dirigenti i cui ruoli non siano previsti dal nuovo assetto organizzativo e/o la cui retribuzione non trovi un valido fondamento nella performance e/o nelle responsabilità assunte nei confronti dell’Azienda;

- con riferimento ai i contratti sottoscritti con gli artisti, e nei limiti della autonomia contrattuale:

paolo tiramani 6

o a fissare un “tetto retributivo” conforme esigenze aziendali e di mercato;

o a prevedere dei meccanismi di retribuzione di parte variabile rapportati ai risultati di ascolto e pubblicitari ottenuti;

o ad assicurarsi idonee garanzie atte a modificare le clausole contrattuali relative ai compensi, al verificarsi di specifiche e predeterminate circostanze, in specie nell’ipotesi di contratti pluriennali;

- a considerare – in vista di una eventuale modifica del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici e al fine di potenziare la funzione di controllo di Codesta Commissione – l’opportunità di informare la stessa Commissione di vigilanza circa qualunque contratto sottoscritto o in via di sottoscrizione di importo pari o superiore a 1.000.000 euro su base annuale o pluriennale;

 

CAPITANIO

BERGESIO

COIN

FUSCO

IEZZI

PERGREFFI

TIRAMANI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…