matteo renzi giuseppe conte

“C’È IL 50% DI POSSIBILITÀ DI ARRIVARE A FINE LEGISLATURA” - RENZI CONTINUA A METTERE I BASTONI TRA LE RUOTE AL GOVERNO: “VIA IL REDDITO DI CITTANDINANZA, AL SUD SERVONO I CANTIERI - BONAFEDE CAPISCA CHE DEVE CAMBIARE LA PRESCRIZIONE OPPURE VOTEREMO CON FORZA ITALIA - IL M5S? FUNZIONAVA IN CAMPAGNA ELETTORALE, POI LE BUGIE ELETTORALI ESPLODONO ALLA PROVA DEL GOVERNO - CONTE RIFERIMENTO DEI PROGRESSISTI? NO, È UN PREMIER D'EMERGENZA…”

Fabio Martini per “la Stampa”

 

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

A Ferragosto ha confermato di esser dotato di una certa velocità nel capire prima di altri le "traiettorie" della politica nazionale, non da oggi tutti gli addetti ai lavori lo sogguardano, per capirne in anticipo le mosse e ora, alla vigilia di Capodanno, Matteo Renzi anticipa a La Stampa la sua versione della verifica che dovrebbe rilanciare il governo Conte. Con una significativa premessa: «Che il reddito di cittadinanza sia un sussidio che non funziona, lo dice la Guardia di Finanza, ma oramai lo stanno capendo tutti».

 

di maio reddito di cittadinanza

Buttarla giù dura non significa far irrigidire i Cinque stelle e rinunciare ad una riforma?

«Ma io credo che non occorra aver fretta, bisogna lasciare ai Cinque stelle il tempo di metabolizzare il cambiamento. Ma al tempo stesso è arrivato il momento di cambiare quel meccanismo. Con un' altra politica: al Sud bisogna aprire cantieri, anziché continuare a dare sussidi».

 

Nel Palazzo sembra si siano messi l' anima in pace: il governo dura. Al di là della volontà dei leader, lei compreso, è tutto così semplice?

conte renzi

«Penso che l' Italia meriti stabilità. Una situazione di governo tranquilla sarebbe ideale per tutti, anche perché più siamo stabili, più possiamo cogliere la felice opportunità del calo del costo degli interessi sul debito. Quando sono arrivato a Palazzo Chigi spendevamo 77 miliardi di euro all' anno, nel 2020 saranno 59 miliardi. Tutto merito del lavoro della Bce e delle nostre riforme. Più c' è stabilità, meno costa il debito. Ma dobbiamo riconoscere che stabilità non può voler dire tirare a campare. I populisti dovevano far sparire la povertà, hanno fatto sparire solo la crescita. La vera scommessa del governo è proprio questa: è urgente fare un decreto crescita perché l' Italia è ferma».

intervento di teresa bellanova foto di bacco

 

Non si rischia una verifica di governo nella quale ognuno sventolerà la sua bandierina propagandistica, compresi voi?

«Come Italia Viva daremo un contributo serio. Teresa Bellanova lo sta facendo sull'agricoltura, con Elena Bonetti finalmente sono state stanziate le prime risorse per la famiglia. Abbiamo pronta la nostra proposta sull' Irpef. Ma la cartina di tornasole per capire se davvero si fa sul serio è il Piano Shock per le infrastrutture: non porteremo slide, ma un vero e proprio testo di legge. Si tratta di sbloccare 120 miliardi di euro per scuole, ponti, dissesto, strade, ferrovie. Rilanciamo il Pil, diamo lavoro anziché sussidi e soprattutto facciamo cose utili all' Italia».

 

giuseppe conte alfonso bonafede

Conte ha fatto capire di essere pronto a ritoccare quota 100, forse i Decreti sicurezza, forse il Reddito di cittadinanza: ci crede?

«Deve chiederlo a lui. Quando ho sentito il Presidente del Consiglio spiegare che in questi mesi ha dovuto rimediare ai disastri fatti dal Governo precedente, ho molto apprezzato.

Mi pare un sussulto di consapevolezza tardivo ma realistico.

Adesso si tratta di capire se il Conte2 sia davvero cambiato rispetto al Conte1».

 

Sulla prescrizione Conte sembra allineato ai Cinque stelle: lei farà buon viso a cattivo gioco?

«L' abolizione della prescrizione è un obbrobrio. Il processo senza fine, che può lasciare un cittadino sotto indagine per una vita, non permette di avere giustizia ma nega la giustizia. O il Guardasigilli Bonafede capisce che deve cambiare approccio, oppure saremo molto presto "costretti" a votare assieme a Forza Italia: in Senato c'è già una maggioranza favorevole al ritorno alla normativa a suo tempo voluta dal ministro Andrea Orlando. Credo che il Pd non possa che essere favorevole».

andrea orlando

 

Non sarà l'implosione nell' emisfero cinque stelle a portarsi via la legislatura?

«Non sono un grande esperto di grillismo. E non so se stiano litigando davvero o no. Mi pare di poter dire però che il sogno di rappresentare l' alternativa populista al sistema tradizionale sia fallito. Il M5s funziona o meglio funzionava in campagna elettorale, ma poi le bugie elettorali esplodono alla prova del governo».

 

Lei scommetterebbe un milione di dollari sulla conclusione naturale della legislatura?

«Tutta la partita oggi è in mano al Governo e alle forze politiche della maggioranza: se sono seri e lucidi, si fa un programma serio e si arriva al 2023. Piano Shock, riduzione tasse, investimenti sulla famiglia. Meno populismo, più cantieri. Lo saranno? Non so, al momento direi che c' è il 50% di possibilità di arrivare fino in fondo».

 

Nicola Zingaretti a 'Mezz'ora in piu''

Ad ogni crisi il debito si ingrossa, l'emigrazione giovanile è di massa, la classe politica è incapace di scelte impopolari: il decennio si chiude in modo disastroso, come documentato da Cottarelli su La Stampa, ma senza uno scatto, il prossimo decennio non rischia di essere pericoloso per l' Italia?

«Gli anni 20 sono stati molto complicati nel secolo scorso e rischiano di esserlo altrettanto in questo secolo se la comunità internazionale non avrà piena consapevolezza della situazione. Diventerà finalmente l'Europa dei figli o vivremo ancora solo nel ricordo dei padri fondatori? Servono investimenti sulle periferie delle città europee, un approccio keyenesiano. Invece che l' austerity, un grande sforzo economico su cultura, big data, innovazione, energia. L' Italia deve riscoprirsi pivot centrale in Europa. Quanto alle scelte impopolari: ho perso il voto dei sindacati con il Jobs Act, di una parte dei cattolici sulle Unioni Civili, degli insegnanti introducendo il merito con la Buona Scuola.

giuseppe conte nicola zingaretti 1

Diciamo che qualche politico che non ha paura di fare scelte impopolari c' è ancora».

 

In caso di scioglimento anticipato il Pd scommette sull'emancipazione di Conte dai 5 Stelle: per togliere spazio a lei?

«Ho molto rispetto per il Pd. Se Zingaretti ha fatto questa scelta, avrà avuto i suoi motivi. Io non polemizzo né con Nicola né con Conte. Se pensano che Conte possa essere il riferimento del mondo progressista, prendo atto. Per noi non è così: è il premier d'emergenza, di una situazione d' emergenza. Stiamo tutti cercando di aiutarlo e dargli una mano. Ma abbiamo idee diverse sul futuro».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO