RENZI HA DECISO: MARINO SE NE DEVE ANDARE, E SUBITO. NON HA INTENZIONE DI PERDERE LA FACCIA COME CON DE LUCA, PER UNO CHE NON PORTA CONSENSI MA È SBERTUCCIATO DA TUTTI - SOLO CHE IL SINDACO È UNA MINA VAGANTE: NON VUOLE MOLLARE. PER CACCIARLO, BISOGNA TOGLIERGLI LA TERRA DA SOTTO I PIEDI. PRIMA COL BUCO DI BILANCIO DA 350 MILIONI, E ORA TOGLIENDOGLI DUE ASSESSORI FONDAMENTALI: IMPROTA (TRASPORTI) E SCOZZESE (BILANCIO)

1. RENZI HA DECISO: MARINO SE NE DEVE ANDARE. E SUBITO

DAGONEWS

RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

 

Giorni contati per il sindaco marziano: dopo aver mandato Orfini a puntellarlo, anche per salvare la faccia del partito, Renzi si è davvero stufato di Marino. Lui che esortava la Cancellieri a dimettersi per una chiamata alla giovane Ligresti e ha spinto Lupi fuori dal governo per un Rolex di troppo, ha capito di essersi giocato molto capitale politico - soprattutto al Nord - sostenendo De Luca in Campania. Chi aveva visto in Matteuccio un politico di nuova generazione, ha capito che, come gli altri, mette la propria sopravvivenza davanti alle questioni morali, vere o presunte che siano.

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI

 

Non ha intenzione di fare lo stesso con il sindaco di Roma. Che, diversamente dallo sceriffo salernitano, ha portato zero risultati e fatto crollare i consensi in città. Tenersi Marino fino alle prossime elezioni, che siano tra un anno o due, vuol dire perdere la città. Sostituirlo con un commissario prefettizio vuol dire invece avere una chance per ricostruire il disastrato Pd romano. C'è un problema però: Ignazio è una mina vagante, incontrollabile, impossibile da far ragionare. Sa che una volta lasciato il Campidoglio, non sarà ricandidato neanche come usciere della Festa dell'Unità.

VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZIVINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

 

Per questo Renzi, per liberarsene, deve togliergli il terreno da sotto i piedi, una bordata dopo l'altra.

 

Ha iniziato con l'avvertimento dal ministero del Tesoro: il Comune di Roma ha speso 350 milioni di troppo per gli stipendi, e se la Corte dei Conti ravviserà un abuso, dovrà restituirli. Poi ha mosso gli unici due assessori su cui ha influenza: Improta (Trasporti e viabilità) e Silvia Scozzese (Bilancio): due figure chiave che stanno per abbandonare il Comune, lasciandolo totalmente scoperto alla vigilia del Giubileo.

Guido ImprotaGuido Improta

 

Di questo passo, se davvero le opposizioni riusciranno a bloccare il Consiglio comunale ritirando i consiglieri, Marino si ritroverà come Nerone, solo che al posto dell'arpa suonerà il campanello della sua bicicletta.

 

 

2. L’ASSESSORE RENZIANO LASCIA: AVVISO DI SFRATTO PER MARINO

Francesco Maesano per "La Stampa"

 

Silvia  Scozzese Silvia Scozzese

Matteo Renzi ha inviato il secondo avviso di sfratto al sindaco di Roma. Ieri Guido Improta ha lasciato la giunta di Ignazio Marino, rassegnando le dimissioni da assessore ai trasporti. Napoletano, rutelliano e sottosegretario nel governo Monti; Improta fino a ieri era l’uomo più vicino al premier nel governo della Capitale. Se ne andrà a fine mese, dopo l’apertura delle stazioni della metro C: un messaggio chiaro e inequivocabile di palazzo Chigi verso il Campidoglio, un segnale che arriva a rapporti tra sindaco e assessore ormai logori: il motivo della rottura, questa la ricostruzione del giro renziano, sarebbe stata la richiesta del primo cittadino di sforare il patto di stabilità interno.

 

MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE

«Si dovrebbe fare un atto di considerazione verso la città e rassegnare le dimissioni - sono tornati a chiedere ieri i Cinquestelle - a questo punto ci sembrano un atto obbligato e necessario». Mentre la lista Marchini parla di «titoli di coda per questa amministrazione». Dopo le dimissioni di Improta l’aspettativa di vita della giunta sembra essersi drasticamente abbassata. «Ormai per Marino è questione di giorni», commentava ieri un consigliere di opposizione.

 

Tanti in Campidoglio parlano apertamente della terza fase dell’inchiesta Mafia Capitale come di un filone che potrebbe risultare letale per il sindaco. L’ombra del commissariamento per mafia (improbabile) o per corruzione (più realistico) incombe e l’ipotesi del rimpasto divarica ancora di più le posizioni di Renzi e Marino. Mentre il primo punta a un commissariamento politico che traghetti il comune alle elezioni il secondo vorrebbe tirare dritto con i suoi uomini.

 

ALFIO MARCHINI ALESSANDRO ONORATOALFIO MARCHINI ALESSANDRO ONORATO

A complicare il quadro per il sindaco potrebbe entrare anche la proposta avanzata ieri da Alessandro Onorato, capogruppo della lista Marchini, di far autosospendere tutti i consiglieri di opposizione, lasciando in consiglio la sola maggioranza nella quale, tra l’altro, le voci che chiedono un passo indietro a Marino crescono ogni settimana di intensità. E il 2023, data entro la quale il sindaco ha annunciato di voler lasciare il Campidoglio, sembra sempre più vicino.

 

@unodelosBuendia

 

 

3. MARCHINI: LIBERERÒ LA CAPITALE BENE SE CI SARÀ BERLUSCONI MA VOGLIO SUPERARE GLI STECCATI

Paola Di Caro per il "Corriere della Sera"

 

ignazio marino come steve jobsignazio marino come steve jobs

«Nel futuro non vedo un uomo solo al comando, ma una squadra di almeno 300 donne e uomini capaci di ridare speranza ai romani». Alfio Marchini ha provato a rivoluzionare il concetto di lotta fra due schieramenti prestabiliti con la sua discesa in campo nel 2013, quando sfidò Marino e Alemanno per il Campidoglio. Il suo 10%, ottenuto dopo 3 mesi di campagna elettorale, «vale già il doppio», e l’imprenditore erede di una delle storiche famiglie romane è pronto a riprovarci. Il più presto possibile, perchè «è evidente che siamo ai titoli di coda di questa disastrosa sindacatura». E con l’appoggio di chi crederà nel suo progetto, a partire da Berlusconi che lo apprezza. Con i tradizionali «puzzle di vecchie sigle» non si risolleva Roma: «È tempo di andare oltre i vecchi steccati».

er cecato ignazio marinoer cecato ignazio marino

 

Quando si andrà a votare?

«Credo si voterà alle prossime elezioni del 2016. Marino è il passato e noi della lista Marchini ci siamo sospesi fino a quando non si dimetterà».

 

Oggi non è fin troppo facile sparare addosso a Marino?

«So bene come sia impossibile a Roma evitare il contatto con degli insospettabili che poi si rivelano tutt’altro. Cosa diversa è lasciarsi contaminare, come successo a questa sindacatura e trovo indegno da parte di Marino scaricare tutte le colpe sul Pd romano dipingendo solo oggi i suoi padrini politici che lo hanno creato sindaco come dei miseri capi bastone. Mafia Capitale è solo l’ultima delle criticità non gestite in questi anni. La Capitale è allo sbando».

IGNAZIO MARINO VERSIONE NERONEIGNAZIO MARINO VERSIONE NERONE

 

In un’intervista al Corriere, nel 2013, lei denunciò il «clima mafioso» che si respirava in città

«Oggi c’è il walzer dell’ipocrisia: tutti sapevano che negli ultimi anni a Roma il voto di scambio era l’architrave del consenso politico».

 

Perchè invocaste il commissario?

«Bisognava chiudere i rubinetti del malaffare, e fummo lasciati soli da tutti, anche dal M5S. Oggi non pretendano una superiorità morale: in politica non ha mai portato bene, Lega e Pd docet».

 

Adesso da dove si ricomincia?

«Siamo solo alla punta dell’iceberg e sono convinto che il sistema si stia già riorganizzando. Il silenzio che circonda le nostre denunce sugli attuali 400 milioni ancora ad oggi fuori bilancio e le crescenti intimidazioni di cui sono oggetto me lo confermano».

 

alfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marinoalfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marino

Lei andrà avanti?

«Bisogna chiudere rubinetti che alimentano la mala erba e noi abbiamo dimostrato di sapere come fare. Proveranno a scoraggiarmi con una forte campagna di delegittimazione, che alimenterà però la mia feroce determinazione ad andare avanti per liberare Roma, la città che amo».

 

Con chi? Berlusconi, dicono, la stima molto...

«Tempo fa mi disse: “Generalmente mi sforzo per convincere gli imprenditori a impegnarsi in politica. Con te farò l’opposto, la passione e la sana follia che ti anima ti esporrà a grandi rischi personali, ti consiglio di essere nullatenente in questo Paese”. Senza proclami ho messo in pratica il suo consiglio: l’unico modo per evitare il conflitto di interessi è non averne».

 

ALFIO MARCHINI ALFIO MARCHINI

In FI si punta sul «modello Venezia»: un imprenditore sostenuto da civiche e centrodestra unito. Lei ci starebbe? O ancora guarda anche a sinistra?

«Bisogna andare oltre. Non credo all’uomo solo al comando.Ed è utopistico trovare le migliori risorse dentro i partiti o singoli movimenti come ingenuamente sperano i m5s. Serve un colpo di reni di un’intera città».

 

C’è spazio anche per la Lega che invoca le ruspe?

«Le ruspe di Salvini non sono una soluzione, ma solo un efficace spot elettorale. Chiuso un campo ne nascerà un altro, e per di più illegale. Bisogna rendere non più conveniente venire a Roma per delinquere. Con un gruppo di giuristi presenteremo poche norme chiare e non discriminanti che consentiranno l’allontanamento dal nostro Paese per coloro che in modo recidivo e premeditato attuino alcuni crimini ad esempio coinvolgendo i minori».

 

alfio marchinialfio marchini

Non è il ruolo stesso del sindaco in crisi?

«No, in crisi è il vecchio modello di governo delle città calibrato su risorse infinite che non ci sono più . La risposta è scritta nella Costituzione: sussidiarietà orizzontale, delegando e coinvolgendo i cittadini nella gestione di alcune attività del proprio quartiere, dal verde agli asili nido. Il comune interverrà con la leva fiscale e con agevolazioni nelle utenze . Miglioreranno i servizi,si creerà occupazione risvegliando un forte senso comunitario.

 

Le Olimpiadi possono essere un volano?

«Temo sia un dibattito teorico. Se verranno in Europa, le Olimpiadi le vincerà Parigi: malgrado il generoso impegno del Coni sono più bravi a fare sistema».

 

Dovesse sintetizzare il suo programma, oggi?

«Liberare le immense risorse di questa città che deve convincersi che conoscerà benessere,sicurezza economica e prosperità anche nella legalità,nel decoro e con un ritrovato spirito comunitario a partire dai quartieri che sono l’inesauribile fiamma etica di noi romani».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…