RENZI IN BARCA: DUE VENERABILI NAPOLITANOS SCALANO IL PD

<!-- /* Font Definitions */ @font-face {font-family:Arial; panose-1:2 11 6 4 2 2 2 2 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:auto; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;} @font-face {font-family:Cambria; panose-1:0 0 0 0 0 0 0 0 0 0; mso-font-alt:"Times New Roman"; mso-font-charset:77; mso-generic-font-family:roman; mso-font-format:other; mso-font-pitch:auto; mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;} /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ascii-font-family:Cambria; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-fareast-font-family:Cambria; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-hansi-font-family:Cambria; mso-hansi-theme-font:minor-latin; mso-bidi-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-theme-font:minor-bidi; mso-fareast-language:EN-US;} @page Section1 {size:595.0pt 842.0pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:35.4pt; mso-footer-margin:35.4pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} -->

Claudio Cerasa per Il Foglio

 

A prescindere dal nome sul quale Napolitano alla fine deciderà di scommettere per offrire al paese un nuovo governo, da oggi pomeriggio nel centrosinistra si apre una fase delicata in cui le anime del Partito democratico saranno impegnate a trovare alla svelta un paracadute per evitare che il possibile tonfo di Bersani si trasformi in una rovinosa caduta libera per tutto il Pd.

 

Quale che sia infatti il destino dell’attuale segretario, dopo la certificazione del cambio di direzione offerta da Enrico Letta al Quirinale (niente più “o governo Bersani o elezioni”, ora la linea è “non mancherà il nostro appoggio alla soluzione del presidente”) nel centrosinistra è partita una sorta di “operazione salvataggio” che sarà destinata a rivoluzionare la geografia del Pd: anche in vista delle prossime elezioni, che qualunque sarà la decisione di Napolitano rischiano di essere non lontane nel tempo.

 

Per andare nello specifico, la traduzione politica dell’operazione salvataggio, che nel Pd scatterà in modo naturale un minuto dopo che Bersani avrà esaurito il suo incarico, ha sempre più il volto di due personaggi che da qui in poi, sotto vari punti di vista, saranno destinati a incrociare le lame. Il primo si chiama Matteo Renzi, il secondo si chiama Fabrizio Barca. I due hanno poco in comune e hanno profili poco sovrapponibili.

 

Ciò che però accomuna il sindaco di Firenze con il ministro del governo Monti, oltre al fatto di essere da giorni al centro della lista dei papabili per la guida di un esecutivo di larghe intese (e ieri il nome di Renzi è tornato per qualche ora sulla scrivania del Quirinale), è un dato che in qualche modo prescinde dalla nascita del prossimo governo.

 

Il dato è questo: per entrambi da oggi comincia la campagna elettorale. Le partite giocate da Barca e da Renzi, in realtà, seguono binari che pur essendo entrambi orientati alla conquista-salvataggio del centrosinistra al momento risultano distanti: il primo, Renzi, sogna di prendere la guida del centrosinistra senza passare per la guida del Pd; il secondo, Barca, sogna di prendere la guida del Pd per conquistare successivamente la guida del centrosinistra (magari da una posizione nel prossimo governo). Già, ma come?

 

La strategia accarezzata da Renzi per arrivare primo al traguardo delle prossime primarie (e delle prossime elezioni) è costituita da tre punti che il sindaco non smette di ripetere ai suoi collaboratori.

 

Primo: sottrarre a Grillo lo scettro del rinnovamento, e imporsi sempre di più, in nome della guerra alla casta, come simbolo della lotta agli sperperi sia dello stato (no al finanziamento pubblico) sia del suo stesso partito (no agli sprechi dell’apparato).

Secondo: organizzare una battaglia finalizzata a conquistare consensi nelle fasce d’età meno intercettate alle ultime elezioni dal centrosinistra, quelle sotto i trentacinque anni (e la discussa presenza di sabato 6 aprile da Maria De Filippi ad “Amici” rientra in questa strategia).

Terzo punto, che poi è quello più delicato: muoversi sul terreno di gioco stando attento a lanciare segnali incoraggianti sia al fronte laburista sia a quello dei famosi delusi del centrodestra.

 

In questo quadro la novità è che giorno dopo giorno il cerchio magico renziano si sta rendendo conto che paradossalmente i veri alleati intenzionati ad asfaltare un’autostrada a beneficio del sindaco di Firenze non sono solo i vecchi colonnelli pronti da tempo a convertirsi al renzismo (veltroniani, franceschiniani, fino ad alcuni dalemiani) ma sono anche i trenta-quarantenni che fanno parte della famosa corrente dei giovani turchi.

 

Negli ultimi giorni, a quanto risulta al Foglio, alcuni ambasciatori turchi sono stati ricevuti dal Gianni Letta di Matteo Renzi, Graziano Delrio, e in vista di una possibile “strana alleanza” tra nuove generazioni i turchi hanno proposto un patto tra rottamatori per costruire insieme la candidatura del sindaco di Firenze alla guida del centrosinistra (anche a costo di non ostacolare la nascita di quello stesso “governo di scopo” che per primo Renzi ha suggerito in questi giorni per evitare la “sciagura” delle elezioni.

 

Una linea, questa, che come dimostrano le parole di Enrico Letta ha rottamato la linea di Bersani). In vista di scenari futuri, questo non significa che anche la gauche del Pd sia intenzionata a sposare la linea Renzi un minuto dopo la fine del regno bersaniano. Significa piuttosto che alle prossime primarie, così raccontano i rottamatori, non ci sarà nessun nome pesante che verrà contrapposto al sindaco di Firenze. “Sul modello Prodi 2005”, dicono non senza malizia nell’entourage di Renzi.

 

E Barca? Formalmente, l’idea del ministro è simile a quella di Renzi (conquistare il centrosinistra); se non fosse che il percorso che Barca intende seguire è finalizzato a costruire un progetto rivolto più all’interno che all’esterno del partito. Barca negli ultimi mesi ha fatto capire di aspirare a un “ruolo” nel Pd. Ma la novità è che il ministro, dopo molte parole, ora ha scelto di passare un minimo ai fatti: ed è per questo che nelle ultime settimane ha quasi completato quello che sarà il proprio manifesto politico.

 

Un manifesto, che Barca definisce “un antidoto al grillismo”, tutto incentrato sulla funzione reale che un partito deve svolgere nella modernità e che il ministro, prima di pubblicarlo, farà firmare a una serie di importanti esponenti della società civile legati al Pd. Le strade di Barca e Renzi – che ieri si sono incrociate durante le ore concitate delle consultazioni, quando a un certo punto entrambi sembravano essere due possibili soluzioni per il “governo Napolitano” – potrebbero però nuovamente intrecciarsi in modo inaspettato (e non conflittuale) se davvero prenderà forma l’ipotesi (concreta) alla quale stanno lavorando da settimane i rispettivi ambasciatori.

 

L’idea è questa: un ticket con Barca segretario e Renzi candidato. L’ipotesi, per quanto i tempi possano essere prematuri, esiste. E a giudicare dalle premesse con cui rischia di nascere il prossimo governo (se mai nascerà) la discesa in campo del ticket Renzi-Barca potrebbe essere una mediazione possibile per traghettare il partito fuori dal commissariamento del Quirinale: e tentare così con successo di realizzare, in qualche modo, e senza troppi traumi, l’operazione salvataggio Pd.

NAPOLITANO RENZI jpegNAPOLITANO BARCA jpegNAPOLITANO E RENZI A FIRENZE jpegCANCELLIERI NAPOLITANO SEVERINO ORNAGHI BARCA AGLI STATI GENERALI DELLA CULTURA grillo RENZIGraziano delriorenzi MATTEO RENZI SORRIDE IN SALA DURANTE IL COMIZIO DI BERSANI PRANZO RENZI BERSANI A ROMARENZI E BERSANI

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....