renzi alla leopolda 9

IL VERO SHOW È ALLA LEOPOLDA E’ RENZI CAPOCOMICO - L'EX PREMIER FA IL PRESENTATORE E INTERVISTA PAOLO BONOLIS CHE ATTACCA SALVINI E DI MAIO: “MI SEMBRANO TOTÒ E PEPPINO, VANNO FORTE PERCHÉ HANNO MANTENUTO LA FAMOSA LOGICA DELLE COPPIE COMICHE” - MATTEUCCIO LANCIA I SUOI “COMITATI DI AZIONE CIVILE” E I SUOI FAN LO INCORAGGIANO A LASCIARE IL PARTITO: “BISOGNEREBBE FARE IL MOVIMENTO DI RENZI, LA GENTE SCAPPA, SE DICI PD…”

Elisa Calessi per “Libero quotidiano”

 

RENZI INTERVISTA PAOLO BONOLIS ALLA LEOPOLDA 9

«Non vedevo l'ora». Osannato dal suo popolo, che ha gremito la stazione Leopolda più di ogni altra edizione, Matteo Renzi, nella seconda giornata della tre giorni arrivata al nono anno, fa lo show. Letteralmente. Nel senso che dopo una mattina impegnata dai tradizionali tavoli tematici, dopo la pausa dedicata alla messa in onda sui maxi-schermi della finale di pallavolo femminile (ma l'Italia perde), sale sul palco.

simona bonafe alla leopolda

 

E fa il presentatore. Un misto tra Fabio Fazio e David Letterman. Seduto a una scrivania, alle spalle la macchina del tempo di Ritorno al Futuro, slogan di questa edizione, chiama gli ospiti. E li intervista. Il primo è il professor Roberto Burioni, famoso per la battaglia a favore dei vaccini. Renzi rivela un aneddoto che lo riguarda: «Gli chiesi una sera in auto di candidarsi. Credevo fosse una proposta a cui non poteva dire no, invece mi ha detto no». Poi la giornalista Federica Angeli, minacciata dalla mafia di Ostia, lo scienziato Roberto Cingolani.

renzi e padoan alla leopolda 9

 

Ma, come in ogni buon talk, c' è un ospite d' onore. Ed è Paolo Bonolis. Il celebre showman sale sul palco e gli regala un poncho degli Intillimani. «Almeno hai qualcosa di sinistra». Esorcizza con una battuta la scelta di essere qui: «La domanda è: che ci faccio qui?». Poi: «All' inizio ero un po' in difficoltà, sai la mia è la generazione della Ubalda, quando mi hanno detto Leopolda, pensavo fosse una cosa simile Poi mia moglie che è più giovane mi ha spiegato».

 

renzi alla leopolda 9

Renzi replica dicendo che, per la sua generazione, Bonolis resterà quello di Bim Bum Bam, programma televisivo per bambini che condusse all' inizio della carriera. Battute su Uan, il pupazzo rosa che affiancava lo showman. Si parla di Salvini e Di Maio, che «mi sembrano Totò e Peppino, vanno forte perché hanno mantenuto la famosa logica delle coppie comiche, il tormentone. Loro hanno il tormentone dei migranti, ogni volta che intraprendono un discorso loro chiudono con i migranti e giù applausi». Renzi ride, ci prende gusto. «Mi sento Marzullo».

 

IL CONGRESSO

renzi alla leopolda 9

Il talk continua con Rula Jebreal, ma tutti, in platea, sono in attesa di un altro ospite. Politico questa volta. Finalmente arriva: Marco Minniti. L'ex ministro dell' Interno dribla i giornalisti, entra da dietro, si siede in prima fila, tesissimo.

 

Tutti vogliono sapere se sarà lui il candidato del popolo della Leopolda, il cavallo su cui punta Renzi. L'ex ministro del Viminale, facendo no con la testa alle decine di cronisti che non lo mollano, fa capire più volte che non vuole parlare. Si alza, cerca faticosamente di guadagnare il retropalco. E di fronte all'insistenza dell' ex Iena Enrico Lucci, risponde che «al momento no», non si candida. Scioglierà la riserva ai primi di novembre.

renzi alla leopolda 9

 

Nei larghi corridoi della stazione, è uno di due argomenti di discussione: sarà Minniti l'uomo del popolo della Leopolda? Accetterà di correre? I supporter dell' ex segretario sono divisi: posto che tutti firmerebbero qui e ora perché Renzi si candidasse, l'ex ministro del Viminale sembra la soluzione più accettabile. Non entusiasma, ma non dispiace.

 

Anche se, in realtà, qui il congresso del Pd interessa fino a un certo punto. L'altro argomento di discussione, nei gruppetti fuori e di fianco la grande sala, è un altro evergreen di tutte le edizioni della Leopolda: bisognerebbe fare il partito di Renzi. Forse è tardi, dice qualcuno. Forse andava fatto prima. Ma certo è che questo Pd sta stretto, sempre di più. «È un marchio irrecuperabile», dicono in via anonima in tanti. «La gente scappa, se dici Pd».

 

LE PRIMARIE

renzi alla leopolda 9

Renzi frena. Però un passo in questa direzione lo fa. Lancia i «comitati di azione civile», invitando ciascuno a crearne uno. Piccole cellule di militanza rigorosamente non targate Pd. Come spiega il renziano Andrea Marcucci, capogruppo al Senato, «servono per allargare la platea, l'ambito di discussione e di ragionamento, per parlare a tutta l' Italia».

padoan e renzi alla leopolda

 

L'idea, ha spiegato Ivan Scalfarotto, è che ciascun comitato organizzi «la resistenza civile» inventandosi «campagne di attacco/difesa» su 7 grandi temi: tra cui giustizia, verità, Europa, crescita. È già pronto il sito dove iscriversi: www.comitatiritornoalfuturo.it. Se funziona, potrebbero essere l' embrione di un nuovo partito. Intanto possono essere il modo per reclutare truppe fuori dal partito in vista del congresso. Anche perché la partita si gioca nelle primarie, dove possono votare anche i non iscritti.

maria elena boschi alla leopolda maria elena boschi alla leopolda leopolda 9maria elena boschi alla leopolda renzi alla leopolda 9 maria elena boschi alla leopolda

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…