giovanni tria

TRIA HA “SBANCATO” IL LUNARIO? – SULLA QUESTIONE DEI RIMBORSI AI RISPARMIATORI TRUFFATI ARRIVA L’OMBRELLONE DELLA CONSAP PER TUTELARE I FUNZIONARI DAL DANNO ERARIALE – ALLA FINE HA VINTO TRIA COMUNQUE: OGGI I DECRETI SARANNO FIRMATI IN BIANCO, MA POI RIMARRANNO IN CAPO AL SUO MINISTERO E ALLE SUE MANINE – PERCHÉ BISOGNA RISARCIRE ANCHE CHI HA COMPRATO CONSAPEVOLMENTE AZIONI E BOND SUBORDINATI DELLE BANCHE FALLITE?

1 – CONSAP IN CAMPO E FILTRO DI UNA COMMISSIONE PER SUPERARE LE OBIEZIONI UE SUI RISARCIMENTI

Luca Cifoni e Michele Di Branco per ''Il Messaggero''

 

tria

Risarcimenti assegnati non individualmente ma per cluster (ovvero gruppi omogenei di risparmiatori ) ed erogati dalla società pubblica Consap, dopo la valutazione di una commissione tecnica formata da nove esperti qualificati come indipendenti.

 

Con queste modifiche alle norme della legge di Bilancio che istituivano il Fondo indennizzo risparmiatori (modifiche inserite nel decreto crescita) il Consiglio dei ministri potrebbe oggi spianare la strada all' effettivo avvio delle procedure di rimborso a beneficio dei clienti delle sei banche fallite: nei prossimi giorni arriverà poi il decreto attuativo del Mef (potrebbe però essere anche emanato dalla presidenza del Consiglio).

 

RISPARMIATORI ANTI RENZI

Il passaggio-chiave sono proprio gli aggiustamenti alla norma originaria, necessari per definire uno schema accettabile dalla commissione europea ed allo stesso tempo evitare che ai funzionari ministeriali coinvolti possa essere richiesto dalla Corte dei Conti il danno erariale in caso di rimborsi non motivati. Sull' opportunità di queste modifiche c' erano però fino a ieri sera forti dubbi da parte del M5S. Così com' è, l' impianto della legge di Bilancio risulta non facilmente attuabile perché prevede rimborsi automatici per tutti gli ex azionisti e obbligazionisti.

 

LA DOTE

ALESSIO VILLAROSA

Un' impostazione inaccettabile per l' Europa, che aveva ventilato l' apertura di una procedura d' infrazione. «È un fatto, ricostruisce una fonte politica del Tesoro, che Bruxelles pretende che i soldi finiscano nelle tasche di risparmiatori che possano dimostrare, carte alla mano, un nesso di causalità tra le violazioni compiute dalle banche e le scelte degli investimenti». Il provvedimento, si fa notare, non solo tutela i piccoli risparmiatori raggirati, ma taglia fuori chi ha acquisito azioni e bond subordinati dopo la liquidazione delle banche.

 

tria

Come dire: chi ha speculato non prenderà un euro. Dunque non basterà una semplice domanda, come era indicato in legge di Bilancio, per acquisire il diritto: i risparmiatori dovranno presentare la documentazione sull' acquisto dei titoli e provare di essere caduti, vittime inconsapevoli, nella trappola del misselling, vale a dire vendite massicce, da parte delle banche, di prodotti finanziari non adeguati al profilo dei clienti, pur di colmare i buchi patrimoniali.

GIUSEPPE CONTE E GIOVANNI TRIA

 

La dote finanziaria stanziata con la manovra è di oltre un miliardo e mezzo in tre anni. Sono previsti indennizzi del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati (al netto di interessi e cedole e risarcimenti già incassati), fino a 100 mila euro. In casa pentastellata non si esclude però che con le risorse disponibili si possa arrivare nel caso degli azionisti anche al 50%.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

 

A decidere sui risarcimenti, gestiti da Consap, sarà una commissione di 9 esperti, che l' Europa ha voluto indipendenti, insediata presso il Mef. Questo collegio non valuterà le posizioni dei risparmiatori caso per caso ma secondo dei cluster. In sostanza, i soggetti saranno classificati a seconda del danno subito e su quella base si procederà o meno all' indennizzo.

 

Per i rimborsi la priorità andrà a chi ha un Isee sotto i 35 mila euro, mentre è saltata l' ipotesi di concedere una corsia preferenziale, con rimborsi su semplice istanza, a risparmiatori che versano in condizioni sociali avverse.

 

2 – IL MINISTRO METTE NEL SACCO CONTE, DI MAIO E SALVINI

Estratto dell’articolo di Franco Bechis per “il Tempo”

 

luigi di maio giovanni tria

(….) Allora i due vicepremier si sono messi ad abbaiare su un argomento popolare come quello dei decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati che il ministro dell'Economia tardava a firmare. Anche Conte, incoraggiato dai due, ha provato a fare la voce grossa, annunciando che oggi quei decreti entreranno nel testo del decretone sulla crescita che deve approvare il consiglio dei ministri.

 

Ma non è vero, perché alla fine anche qui comanda Tria: i decreti resteranno al suo ministero, e verranno firmati solo una volta sciolti i problemi che ci sono. Su questo il ministro dell'Economia ha pure ragione da vendere. Perché Salvini e Di Maio hanno promesso il risarcimento degli investimenti a tutti i risparmiatori che abbiano titoli e obbligazioni di Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di Ferrara, Cassa di Chiesi e delle due popolari venete a patto che abbiano subito «ingiusto pregiudizio» nella sottoscrizione di quegli investimenti.

 

risparmiatori etruria

Ma come si fa a sapere se hanno subito ingiustizia? Tria dice: «lo deve stabilire la magistratura o un'autorità competente come Anac o Consob che abbia esaminato ogni singolo caso. Altrimenti io non firmo”. Ed è sacrosanto, tanto più che la promessa di rimborso vale anche per chi abbia azioni che erano quotate in borsa come quelle di Etruria.

 

In effetti perché mai bisogna risarcire chi liberamente avesse deciso di comprare ad esempio nel 2010 e poi aveva ancora azioni in mano quando queste avevano perso il 90% del loro valore? Lo ha fatto liberamente, conoscendo i rischi che ci sono sul mercato azionario. Perché lui deve essere risarcito alla pari di chi si è visto infilare dalla banca di fiducia titoli non quotati e obbligazioni nel proprio portafoglio, o addirittura è stato minacciato di non avere il finanziamento o il mutuo richiesto se non avesse fatto quell'investimento?

salvini tria

 

Quindi ci deve essere qualcuno che esamina i casi e dice «questo sì, questo no». Altrimenti si creerebbero i presupposti per chissà quante azioni giudiziarie. Il tipo ad esempio che ha investito in Mps perché aveva sentito da Matteo Renzi premier che sarebbe stato un affarone e invece ha perso un capitale, non avrebbe lo stesso diritto al risarcimento? Così non si finisce più. Tria ha ragione su questo e torto sulla vicenda della Bugno. Ma nell'uno e nell'altro caso ha fatto quello che voleva. Mettendo tutti nel sacco e dimostrandosi più forte di loro.

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9ALESSIO VILLAROSA RISPARMIATORI PROTESTE

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?