mafia capitale roma

SINISTRATI DE’ NOANTRI - PRIMARIE TAROCCATE, RISSE E INTRECCI CON L’EX NAR CARMINATI: L’ECLISSI DEL PD ROMANO POLVERIZZATO DAI VELENI E DALLA GUERRA TRA BANDE - IL VELTRONIANO VERINI: “SEMBRA DI ESSERE NELLA CHICAGO ANNI ‘30”

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

Valter Verini Valter Verini

«Il Pd usato come un taxi, le cordate, il tumore delle correnti... Una Roma che somiglia alla Chicago Anni ‘30». Walter Verini azzarda un paragone da brivido e rispolvera le bande che si accordavano per spartirsi il territorio. «E quando non ci riuscivano» ricorda l’ex braccio destro di Veltroni evocando Al Capone, «c’era la strage di San Valentino». 

 

Dopo gli arresti, nel Pd romano è l’ora dei veleni, delle vendette incrociate, dello scaricabarile tra correnti nemiche. E ci si chiede come abbia potuto, il partito che ha nel dna i geni di Enrico Berlinguer, degenerare fino a non vedere quelle mani che trescavano con la destra eversiva e pescavano nel pozzo nero del malaffare. Quali volti, quali storie hanno scandito la mutazione antropologica e favorito le infiltrazioni criminali? Perché, fino a un anno fa, i «dem» non si facevano scrupoli di andare a cena con Buzzi o accettare soldi da lui?

 

MATTEO 
ORFINI
MATTEO ORFINI

Lionello Cosentino, ultimo segretario prima del commissariamento, si difende: «Io amico di Buzzi? Ci conosciamo da vent’anni. Sembra che tutti noi abbiamo avuto rapporti con la mafia, perché nessuno sapeva che Salvatore fosse diventato parte di una banda di ladri. Ma io non ho mai chiesto favori e non ho parenti assunti dalle coop». Qualcuno però i parenti li ha piazzati. Fabio Melilli, segretario del Lazio, chiese allo «spicciaproblemi» di Buzzi, Luca Odevaine, un aiuto per far lavorare la figlia: «Un errore, ma è stata solo una telefonata». 
 

Tessere e voti comprati, iscritti fantasma, risse nei circoli, primarie taroccate con i rom in coda ai gazebo, volanti ai seggi per sospetti brogli... I vecchietti prelevati al centro anziani di Trastevere per votare per il renziano Tobia Zevi e persino i consiglieri che fanno le carte di identità agli elettori in cambio di un voto.

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

 

E poi, in un crescendo wagneriano, i «dem» sorpresi a braccetto con Carminati e Buzzi, gli arresti, il mesto corredo di favori, pubblici o privati. «Nelle primarie per il Parlamento — denunciò Marianna Madia — ho visto vere associazioni a delinquere». E Roberto Morassut invita il Pd a «presentare ai romani le scuse per questa brutta storia e ripartire da un congresso». 
 

A sentire i renziani è tutta colpa della «grande famiglia» ex ds, i cui pilastri romani (Zingaretti, Bettini, Cosentino, Miccoli...) avrebbero «ucciso» il rinnovamento. «Il Pd in questi ultimi due anni si è occupato troppo di beghe interne, il che ci ha fatto male» è l’analisi di Lorenza Bonaccorsi. Ma il Pd nazionale non c’entra, si sgolano i dirigenti del nuovo corso. E addebitano il decadimento ai segretari capitolini. Il primo fu Riccardo Milana, le cui presunte spese faraoniche fecero accumulare i primi buffi, lievitati al milione e 200 mila euro di oggi.

daniele ozzimodaniele ozzimo

 

I giornali della destra si esercitano sul tema «manette rosse» e l’ex ds Chiti chiede aiuto a Berlinguer, implorando i compagni di non smarrire quel patrimonio di «onestà e impegno politico non asservito alle corruttele». Troppo tardi. Su 125 circoli del Pd, Orfini ne diversi di quelli «cattivi», perché fittizi o in guerra per il controllo del territorio. C’è chi parla di bande, chi di tribù e racconta di quando Daniele Ozzimo, la ex moglie Micaela Campana e Umberto Marroni facevano incetta di voti al Tiburtino, terra di conquista di Carminati e Buzzi . 
 

Mirko Coratti, l’ex presidente dell’assemblea capitolina in carcere (anche) per corruzione aggravata, è approdato nel Pd portandosi dietro da Forza Italia e Udeur un vistoso pacchetto di voti: 6565 nel 2013. «È entrato quando il segretario era Miccoli, ma il Pd non c’entra — scacciano le ombre al Nazareno — Mirko s’è fatto sempre gli affari suoi». Molti soldi, molte preferenze. Per il Campidoglio ne servono almeno 4000, il che vuol dire da 100 a 200 mila euro. Per il Lazio le spese lievitano.

micaela campanamicaela campana

 

Racconta Tommaso Giuntella: «Mi offrirono di candidarmi in Regione, ma quando mi dissero che serviva anche un milione rinunciai». Buzzi disse di avergli dato 140 voti alle primarie e il presidente dell’assemblea del Pd smentisce: «Mai conosciuto...». Ma i veleni scorrono come il «biondo» Tevere.

 

Gli ex ds accusano la Bonaccorsi di aver imbarcato gli orfani di Coratti. «Cattiverie» smentisce l’onorevole renziana e butta il trasformismo alla vaccinara sulle spalle di «chi non ha governato la vocazione maggioritaria». Alfredo Reichlin è attonito: «Da dove sono saltati fuori i nomi di cui si legge? Il mondo politico che conoscevo, fino a Bettini e Veltroni, non c’è più». 
 

umberto marroniumberto marroni

Il degrado comincia nel 2008, quando Veltroni e Rutelli perdono le elezioni e sul tetto di Roma si insedia la destra di Alemanno. Invece di fare opposizione, gli sconfitti trattano con i nuovi arrivati e i loro amici poco raccomandabili. «Hanno avuto paura di perdere le poltrone», geme Ileana Argentin.

 

Parole chiave: consociativismo e spartizione. Sotto accusa la manovra d’aula (poi abolita da Marino) che divideva la torta tra i consiglieri. Tra gli indiziati c’è Umberto Marroni, allora capogruppo, rimproverato da chi non lo ama di «essersi accordato con Alemanno in cambio delle briciole». 

WALTER VERINI PAOLO GENTILONI WALTER VERINI PAOLO GENTILONI micaela camapana micaela camapana micaela camapana   micaela camapana

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…