giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

matteo salvini

DAGOREPORT

Salvate il soldato Salvini! Da qui alle regionali d’autunno, saranno giorni da incubo per il più trumputiniano del Belpaese. Scazzo dopo scazzo, vaffa dopo vaffa, la Ducetta deve asfaltare o ridurre all’impotenza il “Bimbominkia” (copyright Fazzolari).

 

I deliri del leader della Lega su Ue, Nato, Ucraina sono un ostacolo non solo nella sua opera di concentrazione di potere ma anche per il suo riposizionamento geopolitico verso il centrismo tedesco del cancelliere Merz, destinazione Partito Popolare Europeo (Ppe), un passaggio che i volponi di Bruxelles danno come altamente probabile.

 

MATTEO salvini - GIORGIA meloni

Avere al fianco, come vicepremier, un tipino poco fino che becera, come è successo a margine dell'incontro precongressuale della Lega a Padova dello scorso marzo: "La burocrazia di Bruxelles è sicuramente dannosa, sia per noi che per chiunque altro. Se l'Europa è rappresentata dalla Von der Leyen e da Macron è morta, è finita"; beh, è un ostacolo insostenibile per l’ultimo, scaltro camaleontismo della Meloni in modalità Ursula.

 

Ma depotenziare il Carroccio e ridurre l’ex Truce del Papeete all’irrilevanza politica e staccarlo gradualmente dalla maggioranza di Governo, non è un obiettivo facile visto gli ultimi dati dei sondaggi licenziati da Pagnoncelli. Se si somma il 28,2% di Fratelli d’Italia all’8,4% di Forza Italia, la coalizione non può fare a meno dell’8,8% del Carroccio.

 

Testona e irriducibile com’è, la “Giorgia dei Due Mondi” si è intanto portata avanti con il lavoro di demolizione, iniziando a sputtanarlo agli occhi di Trump.

 

giorgia meloni e donald trump a cena al vertice nato

Al recente vertice dell'Aja, l’ex compagna di Giambruno ha avuto gioco facilissimo nel far capire al presidente americano che quello che si era autoproclamato il più trumpiano del reame non solo è contrario al riarmo, tanto richiesto e imposto dalla Casa Bianca ai paesi Nato, ma è profondamente ostile, vista la sua base di imprenditori del Nordest, anche al dazismo senza limitismo, tanto caro all’’’America First” e Maga, che King Donald vuole imporre all’imbelle Unione Europea.

 

trump salvini

 

 

Se dalle alleanze internazionali e riposizionamenti tra Aja e Bruxelles, si scende poi alla politica politicante di Roma, il discorso però cambia. La Statista della Garbatella sa bene che mai come in questo momento Matteo Salvini è in una condizione di massima difficoltà e debolezza: i sondaggi danno l’8,8% della Lega figlio per metà di Zaia e Fedriga e l’altra del post-fascio Vannacci.

 

Alle Europee, infatti, almeno il 2% di consensi della Lega è arrivato grazie alla stampella del generalissimo della Decima, che ai suoi camerati, attovagliati alcune settimane fa all’Hotel Hyatt di Milano, ha assicurato più strafottente che mai che prenderà più voti della Meloni alle politiche del 2027 (ciao core!).

GIORGIA MELONI E CARLO CALENDA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

 

 

Ma la Thatcher del Colle Oppio sa altrettanto bene che un animale ferito è un animale pericoloso. Capace di gettare alle ortiche il suo governatore del Veneto, Luca Zaia, affondando la trappola del terzo mandato lanciata come ballon d’essai da Donzelli, preferendo tenersi per altri due anni il potere nella regione più ricca del Belpaese: la Lombardia.

 

Certo, qualora Zaia trovasse il coraggio di chiamarsi fuori dai giochi politici romani, e convogliasse il suo bacino elettorale su un suo candidato nella Liga Veneta, l’elettorato del centrodestra si spacchetterebbe e l'opposizione potrebbe tentare il tutto per tutto convergendo su un candidato civico, e ripetere il “miracolo” Verona, dove nel 2022 vinse il moderatissimo Damiano Tommasi, in quota dem.

 

salvini in versione trump

Il big bang tra i duellanti di Palazzo Chigi è dunque rinviato all’esito delle Regionali d’autunno: in caso di una scoppola da 4 a 1 a favore dell’opposizione miracolosamente unita nel fatidico “campo largo”, la situazione potrebbe precipitare (all'orizzonte c'è “Azione” di Carlo Calenda che si sta scaldando per salire sul carro del governo Meloni…).

 

 

 

ROBERTO VANNACCI E MATTEO SALVINI - MEME BY GRANDE FLAGELLOMATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSEmeloni trump g7 canadaroberto vannacci matteo salvini comizio a piazza santi apostoli roma

 

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