marina pier silvio berlusconi giorgia meloni mediaset antonio tajani

“ORMAI MEDIASET MI ATTACCA COME LA7: QUANDO ACCENDI, È SEMPRE COLPA DELLA LEGA” – MATTEO SALVINI ALLA FESTA DEL PARTITO A PONTIDA AZZANNA IL BISCIONE, TV DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI, “PROPRIETARIA” DI FORZA ITALIA. I RAPPORTI TRA IL SEGRETARIO DEL CARROCCIO E ANTONIO TAJANI SONO SEMPRE PIÙ TESI, ANCHE E SOPRATTUTTO SUL DOSSIER REGIONALI. OGGI CI SARÀ UN NUOVO VERTICE A PALAZZO CHIGI PER CHIUDERE SULLE CANDIDATURE: NO ALLA LISTA ZAIA IN VENETO (SALVINI E MELONI SONO D’ACCORDO), CIRIELLI IN POLE IN CAMPANIA…

 

1 - SALVINI CONTRO MEDIASET "ORMAI MI ATTACCA COME LA7" OGGI IL VERTICE SULLE REGIONALI

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”

 

MATTEO SALVINI - PONTIDA

Il primo vertice del centrodestra sulle Regionali, la scorsa settimana, è stato un buco nell'acqua. Giorgia Meloni questa sera tenterà di nuovo.

 

I leader alleati, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi sono stati invitati a Palazzo Chigi con l'obiettivo di sbloccare le candidature nelle cinque regioni chiamate al voto in autunno. L'impressione, tuttavia, è che neanche questa sarà la volta buona per chiudere la partita.

 

I rapporti sempre più lisi tra Lega e Forza Italia non aiutano. Salvini, alla festa della sezione della Lega di Pontida […] finisce per attaccare frontalmente le tv della famiglia Berlusconi: «Ormai anche su Mediaset, quando accendi, è sempre colpa della Lega, come su La7». E con queste premesse va trovata un'intesa per Campania e Veneto.

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

 

Nella Regione campana le trattative sono più avanzate. Meloni voleva aspettare le decisioni del centrosinistra, nella speranza che sul nome del candidato Roberto Fico, ex presidente della Camera del M5S, si consumasse una frattura con il presidente uscente, Vincenzo De Luca, ma non sembra ci sia aria di guerra nel campo largo.

 

E se strappare la Regione a un centrosinistra compatto è quasi impossibile, allora non c'è molto su cui litigare. Dovrebbe essere Fratelli d'Italia a esprimere il candidato e il nome più forte è quello del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.

 

edmondo cirielli

Nelle ultime ore, però, stanno salendo le quotazioni di Giuseppe Romano, detto Giosy, avvocato legato a Raffaele Fitto che lo mise alla guida della nuova Zes unica del Sud, molto stimato da Meloni.

 

Sarebbe una candidatura civica, ma decisamente in quota FdI. Molto più lontano da una soluzione è il Veneto, dove il pressing del forzista Flavio Tosiviene vissuto con insofferenza dai leghisti.

 

Intanto Luca Zaia spinge per avere una sua lista personale alle Regionali, ma anche questo, per la premier, è un problema: il giorno dopo il voto quella lista potrebbe trasformarsi, per Zaia, in uno strumento con cui continuare a dettare legge in Regione.

 

Giosy Romano

Dentro Palazzo Chigi non la vedono di buon occhio e pure Salvini sembra poco entusiasta, perché la lista Zaia drenerebbe voti alla Lega. Il leader del Carroccio, per altro, ha abbandonato ogni aspirazione sulla Campania per mantenere la bandiera sul Veneto.

 

Vorrebbe candidare il fedelissimo Alberto Stefani, segretario della Liga veneta e vicesegretario del partito, o Mario Conte, sindaco di Treviso: due nomi per superare l'era Zaia.

 

Neanche Meloni, però, abbandona l'idea di poter indicare un suo candidato (Raffaele Speranzon o Luca De Carlo, entrambi senatori) e insiste con l'obiettivo, magari, di trovare un compromesso su un nome proveniente dalla società civile, purché sia di area FdI. Prima di ogni discorso, però, va trovata un'intesa con Zaia. Difficile inserirlo nella squadra di ministri a Roma: Meloni non vuole rimpasti. Più facile una nomina "istituzionale", ma il "Doge" va convinto.

 

LUCA ZAIA E ALBERTO STEFANI

Oggi, quindi, potrebbe non arrivare nessuna decisione, se Meloni insisterà col voler chiudere tutte le caselle prima del via libera complessivo. Ma nella maggioranza premono per ufficializzare almeno le candidature sulle quali c'è già un accordo (Puglia, Marche e Toscana), e dare il segnale che qualcosa, almeno, si sta muovendo.

 

2 - SALVINI CARICA I SUOI « IL PROCESSO? POLITICO NON VOGLIO IL VIMINALE»

Estratto dell’articolo di Federico Rota per il “Corriere della Sera”

 

ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI

«Mi porto un bel po’ di aria sana lombarda in Parlamento per combattere le nostre battaglie». Dal palco della festa della Lega a Pontida, il vicepremier Matteo Salvini assicura di aver trascorso «un bel weekend, al di là delle notizie di cronaca».

 

Il leader leghista arriva tra gli applausi. Dribbla i giornalisti che lo attendono nel piazzale con un veloce giro nelle cucine, dove non risparmia fotografie e autografi sulle magliette dei militanti. Spilla anche una birra, prima di affrontare la questione relativa al ricorso in Cassazione presentato dalla procura di Palermo contro la sentenza di assoluzione nel processo Open Arms.

 

 

MATTEO SALVINI - PONTIDA

Sul palco ad attenderlo c’è uno striscione «Processate anche noi». «È un processo palesemente politico. Ho fatto quello che avevo promesso agli italiani — sottolinea Salvini—, quello che sta facendo mezzo mondo. Difendere i confini e contrastare i trafficanti di esseri umani».

 

Salvini — che al Giornale aveva legato il caso suo, quello di Bolsonaro e Le Pen, ipotizzando una «regia in stile Soros — aveva detto: «Non mi stupirebbe che dietro l’assalto giudiziario che colpisce tutte le forze sgradite alla grande finanza internazionale ci sia una macchinazione».

 

[…] E attacca i magistrati: «Se neanche i pm di Palermo si fidano dei giudici di Palermo evidentemente c’è un problema». […]

 

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

[…] Non manca l’uscita sull’inchiesta milanese sull’urbanistica che sta terremotando il Comune. Il vicepremier parla anche di quella, si professa garantista nei confronti di Sala e degli altri indagati: «Mi auguro che si dimostrino innocenti».

 

Ma non risparmia critiche a Palazzo Marino: «Da milanese vedo una città ferma e solo per ricchi». Sotto accusa la mobilità: dall’Area C alle Ztl. «È una città dove la classe media, insegnanti, poliziotti, medici, studenti, precari e operai faticano a vivere — rincara il vicepremier —. Ma questo prescinde totalmente dall’inchiesta. Io sto lavorando a una Milano diversa, più accogliente, inclusiva e solidale a prescindere dall’inchiesta».

 

MATTEO SALVINI CONTRO ASSOCIAZIONE ISLAMICA A MILANO

E, parlando di Milano, ricorda «quel grande uomo di Silvio Berlusconi che mi manca tanto».

 

E se la giunta milanese dovesse cadere? Salvini si dice pronto a una campagna elettorale: «Anche domani». I possibili candidati già ci sono, assicura, ma di nomi non ne fa: «Ne abbiamo almeno una decina che potrebbero benissimo fare il sindaco la prossima primavera. Abbiamo ben chiara in testa la squadra, il progetto. Milano non può permettersi due anni di incertezze e blocco totale dello sviluppo ».

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)