
VIA COL VENETO – NEL PIENO STALLO DEL CENTRODESTRA SULLE REGIONALI, SALVINI FORZA LA MANO AGLI ALLEATI E LANCIA APERTAMENTE LA CANDIDATURA DI ALBERTO STEFANI IN VENETO: “SOPO ZAIA CI SARÀ STEFANI, È FONDAMENTALE”. E IL GOVERNATORE USCENTE DÀ IL SUO APPOGGIO: “TIFIAMO PER LUI” – CHE NE PENSANO MELONI E TAJANI? – RESTA L’INCOGNITA DEL “DOGE” ZAIA: È DISPOSTO A RINUNCIARE A UNA SUA LISTA PERSONALE PER CORRERE COME CAPOLISTA DELLA LEGA, MA VUOLE ASSICURAZIONI SUL FUTURO (OVVERO, UNA POLTRONA DI PESO) – CHI È STEFANI, L’ENFANT PRODIGE LEGHISTA, FEDELISSIMO DI SALVINI
Estratto dell’articolo di Cesare Zapperi per www.corriere.it
«Dopo Luca Zaia ci sarà Alberto Stefani, è fondamentale». L'investitura di Matteo Salvini adesso è ufficiale. E a stretto giro è arrivato anche l'appoggio del governatore veneto uscente: «Tifiamo per Stefani candidato del centrodestra».
Vinte, almeno così sembrano, le resistenze degli alleati a lasciare la poltrona più importante del Veneto alla Lega, è tempo di schierare gli eserciti. E di indicare il generale chiamato a guidare le truppe. E chi meglio di Stefani, un primo della classe quant'altri mai? Alleati permettendo, naturalmente.
MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE
A soli 32 anni vanta un curriculum da invidia. A scuola si è diplomato al liceo con un 100/100 e all'Università si è laureato con uno squillante 110 e lode in Giurisprudenza all'Università di Padova, sua terra di nascita, con una tesi in Diritto canonico. […]
A 22 anni era già consigliere di minoranza nel suo Comune, Borgoricco. A 26 è entrato in Parlamento (e allora fu il più giovane deputato d'Italia) e poco dopo è stato eletto con maggioranza bulgare alla guida del suo paese.
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matteo salvini Alberto Stefani - festa per l autnomia a montecchio maggiore
Pochi giorni fa Stefani ha aggiunto una «perla» al suo curriculum. Da vero «civil servant», non ha esitato ad intervenire non appena ha notato, nell'auto davanti a quella con cui si stava recando ad un appuntamento politico, un uomo che picchiava la sua compagna.
Ha telefonato subito ai carabinieri e si è messo all'inseguimento contribuendo a far fermare il picchiatore. «Continuo a ripensare alla scena a cui ho assistito - spiega - Una situazione pazzesca. Non potevo non intervenire». Per un leghista, una medaglia sul petto.
Nel partito è passato in pochi anni da commissario a segretario regionale fino, con la nomina da parte di Salvini lo scorso anno, a vicesegretario federale. Un fedelissimo del leader, insomma, al di là di un ruolo che, nelle dinamiche interne, è poco più che ornamentale.
Da buon leghista, è da sempre attento al territorio e alle sue istanze. «Identità è politica locale, comunità, difesa dell'ambiente ed ecologismo non ideologico. Identità è difesa dei nostri confini e della nostra storia». Con Zaia ha coltivato un rapporto tra l'amichevole e il deferente, attento a non entrare mai in contrasto.
Figlio di una famiglia «normale» (papà libero professionista, mamma casalinga), una sorella gemella che fa l'infermiera, non coltiva la passione solo per la politica. Stefani nel tempo libero si diletta con la pittura (a olio e tempera), dedicandosi in particolare ai paesaggi, e con la scrittura, sulla quale mantiene un certo riserbo.
E chissà se tiene anche un diario. Con tutte le tappe bruciate e le prossime già in scadenza, c'è materia per sfornare una di quelle biografie politiche che van tanto di moda.