C’E’ UNA MINA VAGANTE NELLA MAGGIORANZA: MATTEO SALVINI – DOPO AVER PERSO ALLE REGIONALI 732MILA VOTI (IL 47%) E CON ZAIA SPINA NEL FIANCO DOPO IL SUCCESSO IN VENETO, IL LEADER LEGHISTA FA SALTARE IL PATTO MELONI-SCHLEIN SUL DISEGNO DI LEGGE SULLA VIOLENZA SESSUALE, CHE CONTIENE LA NORMA SUL CONSENSO “LIBERO E ATTUALE”: “IL TESTO NON FUNZIONA” – IL DIKTAT OBBLIGA FDI A PIEGARSI, PER EVITARE UNA CREPA IN MAGGIORANZA. PESA L’ETERNA RINCORSA A DESTRA E LA POSIZIONE DI GIURISTI VICINI AL GOVERNO CHE SEGNALANO RISCHI SUL CONCETTO DI “ATTUALITA’” DEL CONSENSO - E ORA? SALVINI VUOLE PROPORRE MODIFICHE TALMENTE RADICALI DA FAR NAUFRAGARE IL PROVVEDIMENTO – GIUSEPPE CRUCIANI: “PER FARTI UNA SCOPATA SENZA RISCHI, DEVI FAR FIRMARE OGNI SINGOLA MOSSA E IL PORTARE REGISTRATORE E AVVOCATO, ALTRIMENTI TI FANNO UN CULO COSÌ...”
Articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica” - Estratti
L’ordine arriva direttamente da Matteo Salvini, dopo essersi consultato con Giulia Bongiorno. È il leader a garantire copertura politica a Massimiliano Romeo, che già venerdì scorso aveva contattato informalmente alcuni emissari di Palazzo Chigi per mettere in chiaro il veto: questo testo — era il senso del messaggio — non funziona. (...)
Parla con alcuni ministri di Fratelli d’Italia, preannuncia la linea: voi potete anche insistere, ma a quel punto la maggioranza si spacca perché noi votiamo contro.
È un agguato politico preparato con cura. E affinato nelle ultime ore, tenendo conto del contesto: il successo dei leghisti in Veneto, capaci di “doppiare” i meloniani, ma anche il pessimo risultato del partito della premier in Campania e Puglia. Si apre una crepa a Palazzo Chigi, si affonda il colpo: è la presidente del Consiglio ad aver messo la faccia sul patto con Elly Schlein, è lei a dover fare retromarcia piegandosi al diktat leghista.
È il cuore della conversazione con la segretaria del Pd. «Ero all’estero per il G20», premette al telefono la premier.
(...) Spiega la genesi della retromarcia, senza troppo girarci intorno: Romeo, ammette — secondo quanto riferiscono alcune fonti — ha fatto sapere ai nostri che avrebbe comunque votato contro.
E dunque, Fratelli d’Italia ha deciso di frenare per non certificare la rottura nell’area di governo, ma anche per salvaguardare l’approvazione del testo in un prossimo futuro: oggi — sostiene — su quel testo la maggioranza non c’era.
C’è anche dell’altro, però. Pesa l’eterna rincorsa a destra. Perché Salvini, ritirando al Senato il proprio sostegno a una legge appena votata alla Camera, interpreta un sentimento diffuso nell’area conservatrice e sovranista. Da una settimana, i giornali d’area bombardano infatti la norma sul consenso.
GIORGIA MELONI VS ELLY SCHLEIN
Giuristi vicini al governo segnalano rischi. E opinionisti assai ascoltati in questa galassia picchiano duro sul ddl, scoraggiando l’esecutivo a insistere.
A girare nelle chat di governo sono in particolare gli interventi di Giuseppe Cruciani e Nicola Porro. Quest’ultimo, solo sei giorni fa, titolava così la sua rassegna stampa: «Sesso e consenso, ragazzi ribellatevi: la legge è mostruosa».
In un altro intervento, sempre Porro cita Cruciani, attribuendogli questo virgolettato che sarebbe stato pronunciato in una sua trasmissione: «Per farti una s… senza rischi, invece, devi far firmare ogni singola mossa e portare registratore, avvocato, altrimenti ti fanno un cul* così. Rischi la pelle».
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matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse
E adesso? Parlando con Schlein, la presidente del Consiglio sostiene che la partita non è chiusa. Una frenata soltanto tattica, in modo da permettere l’approvazione di qualche modifica e ottenere il via libera alla nuova norma. «Noi vogliamo arrivare in fondo — spiega a sera il capogruppo meloniano al Senato Lucio Malan — Ricordo che la presidente Bongiorno è sempre stata sensibile a questi temi e non farà cadere la legge. I tempi? Prevedo saranno brevi».
In realtà, neanche Meloni può essere certa delle intenzioni della Lega. Salvini, così trapela a sera, pensa di proporre modifiche talmente radicali da far naufragare il provvedimento. O da costringere la premier ad approvarlo senza il Carroccio. E con le opposizioni. Rischia di essere troppo, per Meloni.
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
giuseppe cruciani
matteo salvini e giorgia meloni meme by edoardo baraldi
GIORGIA MELONI - ELLY SCHLEIN
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
schlein meloni

