SIRIA UNA BRUTTA ARIA: GELO TRA OBAMA E PUTIN SUL DESTINO DI ASSAD – E SNOWDEN CALA LA BOMBA: GB E USA SPIARANO IL G20 DEL 2009

Massimo Gaggi per "Il Corriere della Sera"

L'anno scorso, al vertice di Camp David (il G8 ospitato da Barack Obama) si fece notare per la sua assenza polemica. Quest'anno il presidente russo Vladimir Putin c'è e rischia addirittura di prendersi gran parte del palcoscenico - in quanto uomo-chiave della crisi siriana - riducendo il resto del vertice annuale dell'Occidente industrializzato a noiose discussioni sulle politiche fiscali e commerciali.

Ma un'altra scossa, a poche ore dall'inizio del vertice nel resort di Lough Erne, è arrivata ieri sera da una nuova puntata delle rivelazioni di Edward Snowden, anche stavolta pubblicate dal Guardian. I documenti passati dall'ex consulente dei servizi segreti Usa al quotidiano britannico riguardano lo spionaggio dei leader arrivati a Londra per un altro vertice: il G20 dell'aprile 2009, il primo dopo l'insediamento di Obama alla Casa Bianca.

È la riunione nella quale si discussero gli interventi coordinati per risollevare le economie occidentali precipitate nella recessione dopo il fallimento della Lehman Brothers e il crollo di Wall Street.

Il GCHQ, il «direttorio» dello spionaggio britannico, mise sotto controllo le conversazioni dei leader. I funzionari delle varie delegazioni furono addirittura spinti a usare Internet-cafè che, in realtà, nascondevano centri d'ascolto. Sorvegliati speciali alcuni alleati di Londra come Sud Africa e Turchia, e l'allora presidente russo Dmitri Medvedev. Qui un ruolo lo giocò anche la NSA americana che creò nello Yorkshire un centro di intercettazione delle comunicazioni Londra-Mosca di Medvedev e della delegazione russa.

Tutto molto imbarazzante per l'attuale premier David Cameron che oggi accoglierà i suoi colleghi degli altri Paesi, ma anche per lo stesso Obama che oggi dovrà incontrare Putin e che fin qui ha reagito alle rivelazioni sulla sorveglianza NSA spiegando che la lotta al terrorismo richiede anche sacrifici dal lato della tutela della privacy. Ma a quel G20 si discuteva di economia, non di Al Qaeda.

Un momento difficile per Obama che - convinto dalle prove sull'uso di armi chimiche da parte dell'esercito siriano ma anche dalla controffensiva che sta rafforzando il regime di Assad - 4 giorni fa ha deciso di aiutare anche militarmente i ribelli. Obama preferirebbe ancora una soluzione diplomatica: oggi tenterà di riprendere un difficile dialogo con Putin, «azionista di riferimento» di Assad. Che però, irritato dall'ostilità manifestata dalla Casa Bianca nei suoi confronti e forte del cambiamenti nei rapporti di forze in Siria, ha assunto nei giorni scorsi un atteggiamento sprezzante, liquidando l'indagine Usa sull'uso di gas sarin da parte delle forze governative come inattendibile.

Ieri il padrone di casa David Cameron è andato ad esplorare il terreno in un pre-vertice con Putin. Oggi i riflettori saranno sul faccia a faccia tra i presidenti degli Usa e della Russia che si svolgerà poco prima dell'apertura formale del G8. Un vertice al quale l'Europa si presenta alle prese con l'emergenza lavoro. Servirebbero iniziative in questo campo, ma lo scenario è il solito: il modello americano di sostegno monetario all'economia (ora seguito anche dal Giappone) non convince l'Europa, specie per l'ostilità tedesca.

Quest'anno la presidenza inglese aveva costruito il vertice dei leader di Usa, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia intorno alla battaglia per eliminare i paradisi fiscali. Gli altri Paesi europei, in particolare Italia e Francia, spingevano sui temi del lavoro mentre i tedeschi si erano preparati un ruolo di «guastatori» (no a costose politiche di stimolo all'economia, non a pressioni del G8 per l'unione bancaria europea, addirittura il desiderio di mettere in discussione le politiche monetarie estremamente espansive della Federal Reserve).

Quanto agli Stati Uniti, la priorità è stata far avanzare la partnership commerciale transatlantica lanciata proprio da Obama sei mesi fa: unica grande zona di libero scambio Usa-Ue capace di ravvivare i commerci e di creare un aumento dell'attività economica (e quindi dell'occupazione) stimato in 1-2 punti di Pil.

Di tutto questo si discuterà comunque oggi e domani a Lough Erne, l'unico albergo a 5 stelle dell'Irlanda del Nord, circondato da campi di golf e alla ricerca di un rilancio di immagine che lo salvi dal naufragio economico. Inaugurato nel 2007 e costato più di 35 milioni di euro, è stato messo in vendita l'anno scorso, ma non ha trovato compratori nemmeno quando il prezzo richiesto è sceso a 12 milioni.

I Grandi alla prova dell'unità. Solo sulla lotta all'evasione fiscale il consenso dovrebbe essere ampio (qualche problema anche qui per i dissensi del Canada). A peggiorare le cose il caso dello spionaggio telefonico e sulle reti Internet condotto della Nsa, l'agenzia di intelligence Usa: una vicenda che allarma gli alleati perché il presidente Obama, volendo tranquillizzare gli americani, ha detto che lo spionaggio è diretto all'estero. Dovrà dare qualche spiegazione, anche se, poi, tutti beneficiano della sorveglianza antiterrorismo degli Usa.

 

VLADIMIR PUTIN E BARACK OBAMA jpegVLADIMIR PUTIN E BARACK OBAMAEdward SnowdenLehman Brotherslehman brothers DIMITRI MEDVEDEV E IL SUO IPHONE david cameron con i militari QADRI JAMIL VICE PREMIER ASSAD

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”