
SISTEMATA LA TOSCANA, RESTA IL PAPOCCHIO PUGLIA – IL "CAMPO LARGO" DEVE FARE I CONTI CON DECARO: L’EX SINDACO DI BARI HA CHIESTO SOLO UNA COSA A SCHLEIN: NON AVERE MICHELE EMILIANO CANDIDATO. MA ELLY SCHLEIN NON VUOLE INFILARSI NELLA FAIDA E HA SPEDITO FRANCESCO BOCCIA A RISOLVERE LA FACCENDA - L’IDEA È DI ASPETTARE CHE SIA GIUSEPPE CONTE A METTERE IL SUO VETO A EMILIANO (IL FUNAMBOLICO E POPULISTA EX MAGISTRATO RUBEREBBE VOTI ANCHE AL M5S). MA PER DECARO NON È ABBASTANZA…
Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Eugenio Giani sorride quando arriva il responso del Movimento. In realtà al Pd avevano capito come sarebbe finita appena hanno visto la formulazione del quesito 5 Stelle. E soprattutto Giuseppe Conte aveva dato delle rassicurazioni a Elly Schlein. Il governatore della Toscana è soddisfatto: «Sono contento dell’esito del confronto con il M5S, c’è una maggioranza ampia e possiamo sviluppare un lavoro in regione e dare il senso del campo largo anche qui in Toscana».
Anche Schlein è soddisfatta. L’ex premier le aveva promesso che il Movimento 5 Stelle alla fine avrebbe detto di sì e così è stato. Giani sarebbe andato avanti lo stesso, anche senza il M5S, ma difficilmente i 5 Stelle sarebbero andati avanti senza di lui. Forse non avrebbero preso nemmeno un consigliere regionale.
Filippo Sensi, senatore riformista, chiosa: «La pazienza enorme infinita di Giani».
La verità è che il governatore della Toscana sapeva che comunque avrebbe vinto lo stesso, con o senza i 5 Stelle.
Restare appesi al referendum del M5S è stato un esercizio di pazienza, del resto, anche Conte ha fatto un esercizio di umiltà: «Per noi è un sacrificio enorme perché siamo stati 5 anni all’opposizione». Al Nazareno la segretaria festeggia: «È un passo avanti sulla strada della coalizione unitaria contro le destre».
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Ma ci sono altre regioni che mancano all’appello. La Campania, innanzitutto.
A scegliere Roberto Fico non è stato Conte ma Gaetano Manfredi, che vuole ritagliare per sé uno spazio nazionale che attualmente non occupa. Schlein è stata d’accordo sin dall’inizio. «È leale, onesto, ha senso delle istituzioni», le ha spiegato il sindaco di Napoli, nonché presidente dell'Anci, nonché aspirante candidato premier nel caso in cui Schlein e Conte non giungano a una soluzione.
gaetano manfredi e roberto fico
Quindi, Fico. E la segretaria del Partito democratico ha deciso di appoggiare l’ex presidente della Camera e di nominare Piero De Luca segretario regionale, per accontentare il di lui papà, ma non solo: è convinta che questo sia l’unico modo per «controllare sia lui che il padre», ha spiegato ai fedelissimi che facevano fatica ad accettare la svolta.
Infine, il capitolo Puglia. Forse, il più delicato. Antonio Decaro ha chiesto solo una cosa a Schlein: non avere Michele Emiliano candidato. «Come faccio a fare una campagna elettorale con Michele?
Come posso dire che c’è il rinnovamento se faccio campagna con lui?», le ha spiegato Decaro. L’ex sindaco di Bari, vuole dal suo partito «le condizioni per potermi candidare» e chiede alla segretaria di muoversi e di spiegare al governatore della Puglia, a cui, peraltro, è stato promesso un seggio nel prossimo Parlamento nazionale, che deve farsi da parte, che non deve correre alle prossime Regionali.
Ma Schlein parrebbe non volersi confrontare con Emiliano. Tant’è vero che ha inviato Francesco Boccia in Puglia per risolvere una situazione che preferisce non gestire personalmente.
michele emiliano e antonio decaro
Il presidente dei senatori del Partito democratico ha proposto a Decaro di candidarsi e di aspettare che il veto a Emiliano lo metta Conte, un volta che si riunirà il tavolo dei partiti. Ma per Decaro non basta. Per arrivare a una soluzione si sta prospettando di dare al governatore della Puglia un posto da assessore nella futura giunta Decaro ma soltanto dopo le elezioni . Tutto purché non si candidi.