SPIA E LASCIA SPIARE - PASSA IL "FREEDOM ACT", CHE METTE DEI (MICRO) PALETTI ALLE INTERCETTAZIONI DELLA NSA, MA LASCIA INTATTA GRAN PARTE DEI PROGRAMMI RIVELATI DA SNOWDEN

Rolla Scolari per “il Giornale

 

utah data center nsa utah data center nsa

È stata una battaglia sofferta quella che al Congresso americano ha portato nelle scorse ore a un ridimensionamento delle misure di sorveglianza straordinarie attivate dagli Stati Uniti nelle settimane successive allo sgomento dell'11 settembre 2001. Il Senato ha approvato infatti martedì lo U.S.A. Freedom Act, una legge firmata poi nella notte dal presidente Barack Obama. Il documento, che a maggio era stato già approvato dalla Camera, limita il programma dell'Nsa, la National Security Agency, in materia di raccolta di metadata telefonici: le informazioni di chi chiama e riceve la telefonata, la durata della conversazione, non il suo contenuto.

National security agency NSA National security agency NSA

 

D'ora in poi, l'Nsa non potrà ammassare queste informazioni. A custodirle saranno soltanto le compagnie telefoniche nazionali che, sotto previa autorizzazione di un giudice e caso per caso, potranno consegnarle alle autorità. La nuove legge ripristina anche la sezione 215 del Patriot Act scaduta domenica a mezzanotte: permette all'Fbi d'utilizzare una tecnica di intercettazione per tenere sotto controllo le conversazioni di sospetti che usano diversi telefoni allo stesso tempo, e alle forze dell'ordine di avvalersi di un programma per il monitoraggio dei cosiddetti «lupi solitari», individui non connessi a vaste reti terroristiche.

 

OBAMA INTERCETTAOBAMA INTERCETTA


Sono stati 67 contro 32 i senatori a votare a favore del nuovo corso in campo di privacy e sorveglianza. Questi numeri raccontano un cambio di mentalità robusto dai giorni degli attacchi dell'11 settembre. Fa notare il quotidiano New York Times come all'origine della trasformazione ci siano giovani senatori democratici e repubblicani - tra cui il libertario Rand Paul, anche candidato alla presidenza - che sono stati eletti molto dopo gli attentati alle Torri Gemelle. 

 


Il dibattito sulla privacy e sul controverso Patriot Act esiste dal momento in cui la norma fu approvata - con un solo voto contrario - sei settimane dopo il massacro di New York, ma si è ingigantito nel 2013, quando l'analista dell'Nsa Edward Snowden rivelò l'esistenza del programma sui metadata. Il fatto che la stessa Amministrazione Obama ma anche vasti settori delle agenzie di sicurezza e dell'intelligence, delle forze dell'ordine, dall'Fbi alla Cia, fossero favorevoli al ridimensionamento di queste norme dimostra come radicata sia la spostamento di mentalità delle élite politiche, nonostante le minacce alla sicurezza con l'espandersi di gruppi come lo Stato islamico in Siria e Irak restino alte.

obama the interceptorobama the interceptor

 


L'attualità dei fronti di guerra e terrorismo su cui sono impegnati gli Stati Uniti, il sempre difficile rapporto tra esigenze di privacy e questioni di sicurezza torneranno al centro del dibattito durante la campagna elettorale del 2016.

 

OBAMA ASCOLTA INTERCETTA TELEFONATE OBAMA ASCOLTA INTERCETTA TELEFONATE

E i candidati ufficiali e quelli ancora non certi di scendere in campo hanno già in diverse occasioni preso una posizione a riguardo: «A poco a poco, avevamo permesso alla nostra libertà di scapparci di mano», aveva detto Rand Paul, il più attivo repubblicano in favore della fine della sorveglianza a tutti i costi. «Le persone si sono sentite tradite» dal programma della Nsa, ha invece detto la democratica Hillary Clinton, mentre il suo più probabile e credibile rivale, il repubblicano Jeb Bush, ha spiegato come «non ci siano prove, nemmeno uno straccio di prova, che il programma di metadata abbia violato le libertà civili di qualcuno».

 

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…