luca zaia giorgia meloni roberto calderoli

LA STRATEGIA MELONIANA SULL’AUTONOMIA: DOPO AVERLA APPROVATA, LA SABOTIAMO – LA LEGA VUOLE FAR PARTIRE SUBITO I NEGOZIATI CON LE REGIONI CHE HANNO CHIESTO IL TRASFERIMENTO DELLE COMPETENZE SULLE MATERIE CHE NON PREVEDONO LA DEFINIZIONE DEI LEP, I “LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI”. MA SONO I SINGOLI MINISTERI CHE DEVONO PORTARE AVANTI LE TRATTATIVE. E I DICASTERI GUIDATI DA FDI E FORZA ITALIA NON HANNO INTERESSE AD ANDARE SPEDITI, ANZI – MELONI NON VUOLE PERDERE I VOTI AL SUD E TEME IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA: I SONDAGGI PARLANO CHIARO…

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

luca zaia giorgia meloni

Tra le fughe in avanti dei governatori del Nord e le azioni dilatorie di Forza Italia, Giorgia Meloni ha dovuto mediare. Ma sull'autonomia differenziata la premier crede che vadano in questa fase inviati messaggi rassicuranti agli italiani, specie a quelli del Sud. E quindi la parola d'ordine è: prudenza.

 

Roberto Calderoli, il ministro che ha voluto e difeso la riforma, […] ora freme ed è pronto a far partire i negoziati con le Regioni che hanno chiesto il trasferimento delle competenze sulle materie che non prevedono la definizione dei Lep, i «livelli essenziali delle prestazioni».

 

Si tratta di competenze importanti, come il commercio estero o la protezione civile e quindi l'attenzione nel governo è grande. Ed è proprio questo negoziato che preoccupa la Lega e i governatori. Ogni potere da trasferire dovrà essere discusso con i singoli ministeri. Questo passaggio lascia nelle mani dei ministri quindi la facoltà di dettare i tempi.

 

ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI

Antonio Tajani, capo della Farnesina, dovrà trattare con i governatori che lo hanno richiesto la cessioni di competenze sul commercio estero. In un'intervista pubblicata ieri da Il Messaggero Tajani risponde così: «È una delega del mio ministero, ma non è immaginabile mettere uno contro l'altro il vino pugliese con quello piemontese. Rischieremmo la guerra delle Regioni e un danno al sistema Italia».

 

[…]  i ministeri, in particolare quelli a guida Forza Italia, non faranno nulla per andare rapidi sul trasferimento dei poteri sulle materie non Lep. Se questa è la premessa, si ragiona nella Lega, figuriamoci cosa succederà quando il governo dovrà intraprendere il complicato percorso della definizione dei Lep, il sistema studiato per garantire l'equilibrio territoriale dei servizi.

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Calderoli spera di far partire l'iter presto, «entro la fine dell'anno vorrei portarlo in Consiglio dei ministri». Ma il ministro leghista troverà colleghi poco propensi all'accelerazione. I Lep, poi, andranno finanziati, come al momento non è chiaro. […]

 

In tutto questo Fratelli d'Italia osserva con molti timori la situazione e i sondaggi: i voti al Sud sono un bottino troppo grande per essere sacrificato sull'altare degli accordi di governo. Così, se Meloni in privato ammonisce i governatori di non forzare i tempi, ai suoi dà l'ordine di passare al contrattacco.

 

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Invece di difendere la riforma in sé si accusa il centrosinistra di aver cambiato il titolo V della Costituzione, di fatto rendendo necessaria l'introduzione dell'autonomia differenziata. Questo spinge il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti a dire: "Ci vorrebbe almeno un po' di dignità politica e, se il ravvedimento della sinistra è vero e autentico, dovrebbe chiedere scusa agli Italiani per avere voluto mettere l'autonomia differenziata in Costituzione e non avere avuto il coraggio in oltre 20 anni di presentare una modifica per abrogare l'articolo 116 che la disciplina». […]

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATASONDAGGIO IPSOS SULL AUTONOMIA 2SONDAGGIO IPSOS SULL AUTONOMIA 1giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”