viktor orban e mateusz morawiecki

“TI TOGLIAMO IL DIRITTO DI VOTO, CONGELIAMO IL TUO PAESE” – QUESTA VOLTA LE MINACCE CONTRO ORBAN HANNO FUNZIONATO! CON IL NUOVO GOVERNO EUROPEISTA IN POLONIA, IL PREMIER UNGHERESE NON HA PIÙ ALLEATI IN GRADO DI EVITARGLI LA PROCEDURA DELL’ARTICOLO 7, CHE PREVEDE LA SOSPENSIONE DEL DIRITTO DI VOTO A UN PAESE SE TUTTI GLI ALTRI SONO D’ACCORDO. E COSÌ, HA ACCETTATO IL COMPROMESSO, NONOSTANTE QUALCHE MUGUGNO, ED È APPARSO MOLTO MENO BALDANZOSO DEL SOLITO

1. "QUESTA VOLTA RESTI SOLO E SENZA FONDI" LA STRATEGIA PER PIEGARE L'UNGHERESE

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin e Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN

«Alla fine, convincerlo è stato più facile del previsto». La sentenza, con tono un po' sornione, è di un'autorevole fonte Ue che, al termine del Consiglio europeo straordinario, racconta cosa è successo dietro le quinte di un vertice finito presto, senza lacerazioni e senza troppi drammi.

 

Viktor Orban ha capitolato quasi subito. Lo ha fatto dopo aver capito di non avere scampo, e che questa volta […] sarebbero andati fino alla fine.

 

GIORGIA MELONI AL TAVOLO CON VON DER LEYEN, MICHEL, MACRON, ORBAN E SCHOLZ

La ricostruzione […] è un racconto in pochi atti. E comincia la sera di due giorni fa, quando Orban varca la soglia dell'albergo Amigo, per raggiungere Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio e il primo ministro di Budapest sono buoni amici, e a breve la loro alleanza sarà saldata nella famiglia dei Conservatori europei, il gruppo Ecr.

 

Si siedono per un'ora a parlare da soli. Discutono del caso di Ilaria Salis […] ma per gran parte del tempo parlano dell'accordo sul bilancio pluriennale e sugli aiuti all'Ucraina che il veto di Orban tiene congelato da dicembre, e che ha costretto i leader a ritrovarsi per un vertice straordinario.

 

ILARIA SALIS

[…] All'Amigo arriva anche Macron, appena atterrato da Parigi. Il tempo di un rapido saluto e a Orban diventa chiaro di avere pochi margini. […] Si sente isolato.

 

Lo è, perché Meloni è pronto a mollarlo, ma anche perché non può più fare affidamento sull'asse di ferro con Mateusz Morawiecki e sullo scudo che l'ex premier polacco gli aveva garantito all'interno del Consiglio, fino a pochi mesi fa, fino a quando cioè la destra di Varsavia non è stata sconfitta dai popolari di Donald Tusk.

 

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

Un patto non scritto per un sostegno reciproco che, per anni, ha messo i due al riparo dalla sospensione del diritto di voto. Una decisione drastica ai danni di un Paese membro, per cui è necessaria l'unanimità tra tutti gli altri. Polonia e Ungheria si sono sempre coperte a vicenda, rendendo dunque impossibile un simile scenario.

 

È stata questa l'arma principale usata per scoraggiare Orban: l'articolo 7 del trattato fondativo dell'Unione europea, che può prevedere in ultima istanza la perdita del diritto di voto. Così i leader hanno modellato, passo dopo passo, attorno a Orban una strategia di isolamento. Con un ultimatum inequivocabile.

 

Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

Da un lato la ventilata ipotesi di portare avanti quella procedura punitiva, dall'altra il "bazooka" fatto filtrare con perfetto tempismo tramite un articolo del Financial Times che ha pronosticato scenari catastrofici per l'economia ungherese in caso di uno stop totale dei fondi Ue.

 

[…] L'arma dell'articolo 7 è rimasta sul tavolo fino a ieri mattina, quando l'ungherese si è ritrovato di nuovo da solo con Meloni, e poi in un vertice ristretto con Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente dell'Unione europea Ursula von der Leyen.

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

Fonti diplomatiche parlano di un dialogo schietto, ma raccontano anche di battute più ironiche che sono servite a rompere il ghiaccio. «Ci hai costretto a tornare a Bruxelles, per una cosa che potevamo chiudere tranquillamente a dicembre» dicono i leader a Orban. «Siete voi che continuate a gestire le cose senza avere rispetto per il mio Paese», è la sua risposta piccata.

 

L'impressione di alcuni testimoni è che le "minacce" […] abbiano in qualche modo sortito il loro effetto. Durante i negoziati il premier ungherese è parso molto meno baldanzoso del solito.

 

ILARIA SALIS LETTERA

Anche quando ripeteva come un lamento: «La colpa è vostra», sottolineando, come ha fatto nei colloqui con Meloni, di sentirsi trattato […]  come un ospite sgradito. Secondo quanto riporta un altro diplomatico, «Meloni si è molto impegnata per trovare un compromesso […], ma al tempo stesso ha fatto capire di non essere pronta a difenderlo in caso di scontro totale con gli altri leader». […]

 

2. FONDI EUROPEI PER KIEV, LA MEDIAZIONE DI MELONI TRA CONSIGLI E MINACCE A ORBÁN: «TI SOSPENDIAMO»

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

[…] Quando Orbán continuava a tenere il punto, negli incontri con Meloni e Macron di mercoledì notte, nelle prime ore di ieri, appena arrivato al Consiglio europeo, gli è stato spiegato in modo molto diretto: «Ti sospendiamo dalla vita dell’Unione, ti togliamo il diritto di voto, congeliamo il tuo Paese, facciamo seriamente». Insomma quella che i diplomatici chiamano opzione nucleare, che avrebbe avuto come controindicazione quella di spaccare comunque l’Unione, è stata davvero presa in esame e comunicata.

 

salvini orban

È anche stato fatto un sondaggio dalla presidenza del Consiglio europeo, gli uffici di Charles Michel, e probabilmente nessuno dei 26 Stati si sarebbe sottratto. Tutti d’accordo, in sostanza, sul massimo della minaccia possibile. Una minaccia concreta che è stata posta sul tavolo anche durante i negoziati delle ultime settimane con la delegazione italiana, che ha avuto un ruolo specifico (il ministro Fitto ad esempio ha parlato con il suo omologo ungherese) in continuo coordinamento con il gabinetto della presidente dell’Ue.

 

GIORGIA MELONI - MATEUSZ MORAWIECKI VIKTOR ORBAN

L’Italia […]  avrebbe avuto una parte di primo piano proprio in virtù del rapporto amicale fra i due leader, rapporto che potrà diventare ancora più solido se davvero Orbán, dopo le elezioni europee, confermerà l’intenzione espressa ieri in pubblico, ovvero quella di entrare nel partito dei Conservatori europei (Ecr) guidato proprio dalla Meloni.

 

Quando Orbán ha capito che i suoi colleghi non scherzavano, e quando probabilmente Giorgia Meloni più di altri ha veicolato il messaggio senza mezzi termini, a quel punto ha iniziato a fare marcia indietro: «Non voglio rompere, ma la colpa è vostra».

 

[…] quando gli hanno fatto capire che lo avrebbero privato del voto, dunque del suo caro diritto di veto, Orbán ha smesso di lamentarsi e ha votato sì al nuovo bilancio della Ue.

 

giorgia meloni ad aosta 1

Alla fine del Consiglio il capo del governo italiano ha commentato in questo modo: «Non era facile trovare una soluzione, noi siamo sempre stati convinti che una soluzione a 26 sarebbe stata un precedente pericoloso. Abbiamo lavorato molto per una soluzione a 27 e l’abbiamo portata a casa, siamo molto soddisfatti».

 

E sulla mediazione con Orbán: «Con lui abbiamo lavorato cercando di arrivare a un punto che ci consentisse di non dividere l’Europa in un momento come questo, perché abbiamo altri problemi. In Europa bisogna saper dialogare con tutti. Ho lavorato per una mediazione, e ne sono fiera, quello che è accaduto credo dimostri quello che ho sempre sostenuto: non puoi pensare di risolvere i problemi parlando con 2-3 persone ma devi avere una capacità di dialogo che tenga conto di punti di vista e interessi di tutti gli Stati membri»

mateusz morawiecki giorgia meloni viktor orban

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?