TRAGEDIA GRECA PARTE III - PER IL PAESE EUROPEO NON È ESCLUSO UN NUOVO PIANO DI SALVATAGGIO (SAREBBE IL TERZO NEL GIRO DI POCHI ANNI) DOPO I 240 MILIARDI DI AIUTI GIA’ OTTENUTI

Vittorio Da Rold per ‘Il Sole 24 Ore'

Può la Grecia fare a meno di un terzo piano di salvataggio dopo il recente felice esito del ritorno al mercato dei bond, alla fine di 4 anni di esilio forzato, con un'emissione di 3 miliardi di euro al 4,95% di rendimento? I funzionari europei di Bruxelles non escludono l'ipotesi di un terzo bail-out di Atene, ma grazie al rinnovato miglioramento delle condizioni del mercato obbligazionario in tutta l'area dei periferici, hanno per il momento rimandato la difficile decisione a dopo le elezioni europee.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, l'ideologo sulle cause profonde della crisi dei debiti sovrani (perdita di competitività e conti pubblici fuori controllo), non l'ha escluso: «Se ci vuole, si farà», ha detto recentemente per lasciarsi la via aperta a ogni evenienza.

«Se la Grecia riuscirà ad evitare un nuovo piano di aiuti (oltre ai 240 miliardi di euro già sborsati nei due precedenti n.d.r.) dipenderà dal fatto se riuscirà a farsi finanziare dal settore privato una cifra abbastanza modesta, 11 miliardi di euro, somma stimata dall'Fmi come disavanzo finanziario per il 2014-2015», hanno sottolineato Dennis Shen e Darren Williams di Alliance Bernstein.

Il calo del fabbisogno, iniziato dal 2012, è dovuto all'haircut sul debito di 100 miliardi di euro e al riequilibrio dei conti operato dal ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, seguendo le indicazioni della troika.

Certo, il ritorno sul mercato con un bond sindacato, che ha ricevuto ordinativi per 20 miliardi sui tre collocati, fa ben sperare, ma per riuscire a trovare altri 11 miliardi per il gap fiscale nel biennio 2014-15, devono continuare le favorevoli condizioni di mercato nei prossimi mesi e, soprattutto, deve essere mantenuta la stabilità politica della fragile coalizione guidata dal premier conservatore Antonis Samaras con l'ausilio del vice premier Evangelos Venizelos del Pasok, il partito socialista, a rischio implosione in vista delle elezioni europee di maggio.

Al momento, la riduzione del debito pubblico greco che viaggia al 177% del Pil, è stata sostenuta dal basso tasso di interesse, in media del 2,7%, grazie al Psi, la ristrutturazione del debito privato. Ma nonostante questi aiuti, il rischio deflazione (a marzo ha toccato quota -1,5%) e la mancanza di una crescita robusta (nel 2014 il Pil salirà dello 0,6%) rendono difficile la sostenibilità del debito pubblico che oggi per l'80% è in mano al settore pubblico.

Il punto critico del progetto - per evitare il terzo piano di aiuti - è agguantare un surplus primario del 4,5% del Pil nel 2016, dopo averne ottenuto uno nel 2013, il primo da decenni, ma abbastanza marginale.

C'è una piccola chance in più all'orizzonte. Dopo l'ultima tranche di aiuti, ci saranno 11 miliardi di euro nel fondo di stabilità finanziario (Hfsf) destinato alla ricapitalizzazione delle banche greche, oltre a risparmi per due miliardi dell'attuale salvataggio e tre dal primo piano. Un totale di 16 miliardi di riserva che, però, potrebbero servire per le banche elleniche dopo i prossimi stress test in programma.

Il governo Samaras non vorrebbe chiedere un terzo piano di aiuti, ma potrebbe essere tentato di venderlo come una "rete di sicurezza", per usare le parole del ministro delle Finanze, Yannis Stournaras. «Un uso di fondi già stanziati e utilizzati al posto di nuovi fondi richiederebbe solo il voto dell'Esm, il meccanismo europeo di stabilità, cioè dei soli ministri dell'Eurozona senza passare dai Parlamenti nazionali, un passo che Berlino e altre capitali vorrebbero evitare in vista delle elezioni europee», dice Mujtaba Rahman, analista di Eurasia Group.

Intanto Samaras tesse la tela per nominare il ministro Stournaras al posto dell'attuale governatore della banca centrale, George Provopoulos, il cui incarico scade a maggio. Una mossa che consentirebbe al premier di affermare che la fase più acuta della crisi è finita, evento evidenziato dal fatto che il ministro chiave del governo, cioè Stournaras, lascerebbe il posto di timoniere dei conti dopo aver ottenuto un surplus primario e fatto ritornare il paese sui mercati. A quel punto, un terzo bail-out sotto forma di allungamento dei tempi di pagamento del debito, magari a 50 anni, non sarebbe un dramma.

 

 

EURO CRACGRECIA CRACK PROTESTE ANTI AUSTERITY A MADRID POVERTa AD ATENE POVERTa AD ATENE POVERTA' AD ATENE

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…