donald trump e benjamin netanyahu a washington

TRUMP PROVA A METTERE “BIBI” NELL’ANGOLO – OGGI NETANYAHU ARRIVA ALLA CASA BIANCA PER DISCUTERE DEL PIANO DI PACE PER GAZA IN 21 PASSAGGI, MESSO A PUNTO DA WASHINGTON E GIÀ PRESENTATO AI PAESI DEL GOLFO – IL TYCOON È CERTO: “LO REALIZZEREMO, TUTTI SONO A BORDO PER QUALCOSA DI SPECIALE, PER LA PRIMA VOLTA” – IL TESTO PREVEDE, OLTRE AL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E AL RILASCIO DI TUTTI GLI OSTAGGI, UN “PERCORSO” VERSO LA CREAZIONE DI UNO STATO PALESTINESE. UN PUNTO CHE IL PREMIER ISRAELIANO HA SEMPRE ESCLUSO, PRESSATO DAGLI ALLEATI PIÙ A DESTRA DEL SUO GOVERNO – MELONI CHIAMA TRUMP E APPOGGIA IL PIANO…

Estratto dell’articolo di Francesco Semprini e Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale

Oggi alla Casa Bianca si segnano le sorti di Gaza e del popolo palestinese, sulla falsariga della "roadmap" in 21 passaggi messa a punto dall'amministrazione americana. Almeno a sentire Donald Trump che ostenta ottimismo sul social Truth: «Abbiamo una enorme opportunità di grandezza in Medio Oriente. Tutti sono a bordo per qualcosa di speciale, per la prima volta in assoluto. Lo realizzeremo».

 

Il punto è che alla Casa Bianca è atteso Benjamin Netanyahu, reduce da un discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite stridente in diversi punti con il piano con cui il presidente americano vuole porre fine, in prima battuta, alla guerra tra Israele e Hamas.

 

l'esodo dei palestinesi da gaza city foto lapresse 7

A guastare gli slanci ottimistici del tycoon è l'emittente pubblica israeliana Kan, che riferisce di «notevoli distanze» tra il premier israeliano e la Casa Bianca. [...]

 

Washington lo incalza affinché firmi l'accordo, gli alleati più a destra del suo governo lo avvertono delle conseguenze politiche qualora accettasse condizioni che ne minano la linea guida.

 

Nel documento, 21 punti stilati dall'inviato speciale Usa, Steve Witkoff, e presentato martedì scorso a margine dei lavori Onu ai leader del Golfo, è previsto il cessate il fuoco immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore e la liberazione di migliaia di prigionieri palestinesi.

 

steve witkoff a rafah 4

È contemplato inoltre il ritiro graduale delle Forze di difesa dalla Striscia, la creazione di un governo tecnico ad interim sotto supervisione internazionale e la guida di Tony Blair e lo smantellamento delle infrastrutture di Hamas.

 

[...] La clausola più controversa resta quella che traccia un percorso verso la creazione di uno Stato palestinese, condizionato a riforme politiche e al successo della ricostruzione. Un punto che Netanyahu finora non ha mai accettato, come ribadito con fermezza al Palazzo di Vetro.

 

BENJAMIN NETANYAHU - ASSEMBLEA ONU - CARTELLO QUIZ

Alcuni passaggi del piano in realtà non soddisfano neppure i partner del Golfo. «Diversi Paesi arabi hanno suggerito modifiche alla proposta, tra cui l'attribuzione all'Autorità Nazionale Palestinese di un ruolo di governo subito dopo la cessazione dei combattimenti», scrive l'emittente al-Arabi.

 

Altre modifiche includono la richiesta di un completo ritiro israeliano dalla Striscia, troppo vagamente espressa, così come lo stop delle attività armate di Hamas, ma non la restituzione delle armi. [...]

 

L'azione dell'inquilino della Casa Bianca è il disposto combinato di tre fattori: il desiderio reale di fermare la guerra, la volontà di ottenere credito internazionale e il tentativo di riportare Israele in linea con Washington.

 

donald trump benjamin netanyahu foto lapresse1

Netanyahu da parte sua è stretto tra le pressioni internazionali e quelle interne in particolare di Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, icone dell'ala ultranazionalista, per cui il rifiuto del piano è una questione identitaria, spiega il Jerusalem Post.

 

Altri invocano maggiore flessibilità. Il premier potrebbe chiedere tempo alla Casa Bianca per negoziare modifiche e "miglioramenti" o potrebbe addossare la responsabilità di un eventuale stallo a Hamas, accusandolo di respingere punti chiave dell'accordo, o confidare in sviluppi regionali che cambino la cornice negoziale.

 

donald trump e giorgia meloni vertice bilaterale improvvisato al g7 di kananaskis 1

A poche ore dall'incontro, Giorgia Meloni ha sentito ieri Trump, una conversazione in cui la presidente del Consiglio ha confermato il sostegno politico al piano, anche se si riserva di leggere nei dettagli i 21 punti.

 

Il punto di partenza, ha spiegato, restano il cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi. La premier ha chiamato Trump dopo essere stata informata sui contenuti dell'incontro che l'ambasciatore italiano a Tel Aviv Luca Ferrari ha avuto ieri con il presidente israeliano Isaac Herzog, per ottenere garanzie sull'incolumità degli attivisti della Flotilla e per ricevere aggiornamenti sui negoziati.

 

Il primo ministro israeliano sarebbe pronto ad aderire al piano Trump, ma da Gerusalemme ritengono fondamentale che tutti i principali attori internazionali esercitino la massima pressione su Hamas. Per questo, interlocutori necessari di questa fase –insistono i vertici israeliani– sono considerati Turchia e Qatar, unici a poter convincere il Movimento islamico di resistenza ad abbandonare le armi.

 

[...]

 

giorgia meloni e donald trump a cena al vertice nato

I segnali provenienti da Washington indicano che l'amministrazione Trump non intende accettare ulteriori dilazioni. Nel frattempo, Israele affronta un isolamento diplomatico sempre più pesante. Minacce di boicottaggio, flottiglie dirette a Gaza e la decisione di grandi aziende di sospendere i servizi si sono moltiplicate nelle ultime settimane. L'incontro di oggi a Washington pertanto non è una semplice routine diplomatica, ma un potenziale punto di svolta. In un senso o nell'altro.

steve witkoff a rafah 1

 

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