berlusconi quirinale

AL MERCATO DEL QUIRINALE – UGO MAGRI SPIEGA I MAGHEGGI DI BERLUSCONI PER FARSI VOTARE: “NON SOLO CONTA DI MANTENERE I PROPRI VOTI, CHE SULLA CARTA SONO 480; MA ADDIRITTURA PROGETTA DI RAZZIARE QUELLI AVVERSARI E DI FARSI INCORONARE ALLA FACCIA DEI MAGISTRATI E DEI ‘COMUNISTI’” – “È SOLO FUORI DI TESTA, COME SOSPETTANO I SUOI ALLEATI, OPPURE HA ESCOGITATO DELLE TECNICHE SCONOSCIUTE PER PILOTARE IL VOTO SEGRETO? POTREBBE FARSI SCEGLIERE COME GRANDE ELETTORE DELLA LOMBARDIA E...”

Ugo Magri per www.huffingtonpost.it

 

silvio berlusconi col nuovo cane

Sguardi dubbiosi, giovedì scorso, quando Berlusconi ha annunciato di avere in tasca le chiavi del Quirinale. Da tempo lo va dicendo e nessuno lo prende sul serio. Ma stavolta i suoi ospiti - da Matteo Salvini a Giorgia Meloni, da Maurizio Lupi a Giovanni Toti - sono rimasti basiti nell’apprendere che conta di scippare alla sinistra la bellezza di 150 voti.

 

Fossero una dozzina, ancora ancora; ma così tanti sembra impossibile, per comprarli non basterebbe una bancarella, ci vorrebbe un mercato. Non è finita: il Cav si è messo ad argomentare che “dei nostri grandi elettori nessuno mi tradirà, ne sono totalmente certo”.

 

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

Tutti l’hanno guardato con imbarazzo: da 73 anni le elezioni presidenziali sono il festival dei “franchi tiratori”. Nel ’48 impallinarono Carlo Sforza; nel ‘64 umiliarono Giovanni Leone; nel ‘71 misero nel mirino Amintore Fanfani; nel ’92 guidati dal “Divo” Giulio Andreotti si presero gioco di Arnaldo Forlani; nel 2015 (i famosi “centouno”) fecero la festa a Franco Marini e a Romano Prodi per limitarsi alle prede più prestigiose. Insomma, una mattanza.

 

Invece Silvio non solo conta di mantenere i propri voti, che sulla carta sono 480, senza farsene rubare nemmeno uno; ma addirittura progetta di razziare quelli avversari e di farsi incoronare alla faccia dei magistrati, dei “comunisti”, dei giornaloni e di quanti lo declinano al passato. È solo fuori di testa, come sospettano i suoi alleati, oppure ha escogitato delle tecniche nuove e sconosciute per pilotare il voto segreto? In questo caso, cosa diavolo ha in mente?

 

BERLUSCONI AL QUIRINALE - VIGNETTA DI ALTAN

Premessa storica indispensabile: agli albori della Repubblica ogni “grande elettore” compilava la scheda senza tante formalità, quindi la deponeva nell’urna d’argento a forma di insalatiera. Fino a quando, nel 1992, nel conteggio si scoprì che qualcuno ci aveva messo 5 schede di troppo.

 

Il radicale Marco Pannella piantò un casino e da allora, per garantire la segretezza, si vota in una cabina ribattezzata “catafalco”: i 1009 grandi elettori ci si infilano uno per uno con un’apposita scheda anti-broglio. Quando sono dentro controllarli non è facile. Ci vuole ingegno.

 

Primo metodo, alquanto rozzo: cronometrare la permanenza nel catafalco. Pochi secondi suggeriscono un nome breve (tipo Draghi), le lungaggini lasciano presagire qualche lettera in più (per esempio, Berlusconi). Ma non è un criterio infallibile. Qualcuno potrebbe trattenersi apposta per dare l’illusione di aver votato in un certo modo, facendo il contrario. E comunque, da qualche anno esiste un altro modo più tecnologico per mettere sotto pressione chi vota: lo smartphone.

 

silvio berlusconi fa la terza dose 6

Diversamente dai comuni mortali, che beccano una denuncia se vengono scoperti a fotografare la scheda, il deputato o senatore non rischia nulla. Silvio potrebbe chiedergli di documentare in che modo ha votato, magari con un selfie nel catafalco o addirittura un filmino da postare sui social. Al momento rimane un’ipotesi che però aleggia, in particolare tra i “peones”.

 

draghi berlusconi

Il vero handicap di questa strategia è che Berlusconi potrà imporla soltanto ai parlamentari di Forza Italia, minacciandoli di cacciarli nel caso rifiutassero, oppure ai nuovi acquisti grillini che chiederanno qualcosa di tangibile in cambio del loro voto (“Vedere cammello, dare moneta” è la prassi in questi casi).

SILVIO BERLUSCONI - IL PATRIOTA - MEME

 

Anche volendo, il Cav non potrebbe esigere la stessa umiliante sottomissione dai seguaci di Salvini o della Meloni. Purtroppo per lui, lì si annida il grosso dei probabili “franchi tiratori”. Esiste qualche altro modo per renderli inoffensivi? Certo che sì.

 

Ne suggerisce uno collaudato Augusto Minzolini, direttore del Giornale: Berlusconi potrà pretendere che i grandi elettori del centrodestra scrivano il suo nome in modo da farsi riconoscere. Per esempio “Silvio Berlusconi” i forzisti, “Berlusconi Silvio” i Fratelli d’Italia, “Berlusconi” e basta quelli della Lega, “S.Berlusconi” o “Berlusconi S.” le rimanenti sigle.

 

Tutte le schede vengono lette in aula al momento dello spoglio, tranne che contengano qualche volgarità. Se un partito alleato mancasse di parola ci vorrebbe un attimo per smascherarlo e il Cav saprebbe su chi consumare la propria vendetta.

giorgia meloni enrico letta atreju

 

Di conseguenza Giorgia e Matteo dovranno darsi da fare per mettere in riga i rispettivi “peones”, scongiurando defezioni di massa nel voto segreto. Naturalmente nulla impedisce che qualche “franco tiratore” (o “libero pensatore” come preferiva denominarlo quel vecchio pirata di Paolo Cirino Pomicino) pur di tradire Silvio preferisca inguaiare il proprio partito.

 

MEME DI SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE

Decine di parlamentari “azzurri” sanno già di non essere ricandidati, impossibile tenerli al guinzaglio. E comunque, va detto, a sinistra prenderanno contromisure. Pure Cinque stelle e Pd potranno chiedere la prova del selfie, anche loro cercheranno di rendere riconoscibile il voto per frenare la campagna acquisti. Addirittura si vocifera che, quando la candidatura di Berlusconi verrà messa ai voti, usciranno dall’aula in modo da impedire il quorum. Più che una corsa al Colle sarà una gara di rimpiattino o, se si preferisce, tra guardie e ladri.

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

Ultimo possibile magheggio berlusconiano: farsi scegliere come grande elettore della Lombardia. Nulla di deciso, però se ne parla. Presentandosi di persona alla Camera durante le votazioni, Silvio avrebbe un doppio vantaggio: potrebbe stare nel vivo dei giochi marcando stretto i possibili traditori. Inoltre rimetterebbe piede in Parlamento, da dove venne espulso otto anni fa. Vi tornerebbe dalla porta di servizio, è vero; ma gli regalerebbe comunque una certa soddisfazione.

DRAGHI BERLUSCONIMEME SU BERLUSCONI AL QUIRINALE

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...