renzi renzino oro - vignetta benny

W IL “RENZINO D’ORO” - MARIO GIORDANO: “I BIMBI DEL CORO CHE CANTANO LA GLORIA DI RENZI A “UN MONDO DA AMARE”. MAI SI ERA VISTO NELLA TELEVISIONE ITALIANA UNO SPIATTELLAMENTO DI INFANZIA AD USO E CONSUMO DEL PREMIER”

Mario Giordano per “Libero quotidiano”

 

CLERICI RENZI VESPA CLERICI RENZI VESPA

Rottamato lo Zecchino d’oro, ecco il Renzino d'oro. Cioè i bimbi del coro che cantano la gloria del Pittibimbo di governo. La trasmissione è andata in onda l’altra sera in diretta su Raiuno, con Antonella Clerici e Bruno Vespa a far la parte del mago Zurlì. Mai si era visto nella televisione italiana uno spiattellamento di infanzia ad uso e consumo del premier, mai i minori erano stati ridotti a stuoino per tale passerella del principe. Paggetti e damigelle al gran ballo del potere.

 

La serata speciale, dedicata all’Expo e al futuro del pianeta, s’intitolava: «Un mondo da amare». Ma nessuno aveva spiegato che in realtà il titolo era: «Un Matteo da amare». Fiato alle trombe, bambinetti: lo show può iniziare. In una delle serate più complicate per la sua maggioranza, con la manovra nel caos del Parlamento, Renzi arriva puntuale all’Auditorium del Foro Italico.

 

CLERICI RENZI VESPA  CLERICI RENZI VESPA

Alle 22.07 entra in scena, subito si siede fra la Clerici e Vespa, con attorno la platea dei pargoli festanti rubati per una volta a «Ti lascio una canzone». E inizia a raccontare la favola dell’Italia che non sa farsi i selfie, dell'importanza della scuola, dell’Expo che farà diventare bello il prossimo anno. La Clerici cerca di spezzare il comizietto buttandola sul personale: «Che farai a Natale?».

 

CLERICI RENZI E I BAMBINICLERICI RENZI E I BAMBINI

E il premier risponde parlando dell’Ilva di Taranto. Roba che i bambini avrebbero dovuto come minimo tirargli un calcio negli stinchi. O fargli una pernacchia. I valletti canterini, invece, indottrinati a dovere, stanno composti. E annuiscono convinti a ogni verbo che esce dalla bocca del premier. Si capisce subito che stanno morendo dalla voglia di sapere le ultime sulla fornitura di gas Eni agli altoforni… A un certo punto il copione del Renzino d’oro prevede che i bambini possano fare qualche domanda, per render maggior gloria all'illustre ospite. «Presidente…», attacca la prima.

 

«Chiamami Matteo», risponde lui. Uau, che uomo alla mano. Che umiltà. Stabilito questo spontaneo rapporto amicale e paritario davanti a 4 milioni di telespettatori, la piccola può dare sfogo alla sua grande curiosità, l’interrogativo che tutti i bambini si pongono, il problema che assilla le nuove generazioni. Cioè il seguente: «Ma la lettera a Babbo Natale va scritta su twitter, con e-mail o con carta e penna?».

RENZI RENZINO D'ORO - VIGNETTA BENNY RENZI RENZINO D'ORO - VIGNETTA BENNY

 

E Renzi, l’uomo che twitterebbe anche gli starnuti, risponde come un signore d’altri tempi: «Con carta e penna, ovviamente». Non ci ha aggiunto penna d’oca solo perché di oche, a Palazzo Chigi, è meglio non parlare… Ma la seconda domanda studiata a tavolino dai geniali autori e messa in bocca agli innocenti ragazzini è ancora peggio. Si affaccia infatti un ragazzetto in giacca e cravatta e chiede: «Perché le riunioni del governo vengono chiamate riunioni di gabinetto?».

 

Ecco finalmente una questione che, come è noto, divide le classi elementari d’Italia, il tema più affrontato negli intervalli scolastici, l’interrogativo che attanaglia tutti i nostri piccoli. Ma la risposta è persino più imbarazzante della domanda: comincia infatti un momento drammatico di doppi sensi, riferimenti, dico/non dico, politica pulita e cessi sporchi, pipì e popò che aleggiano, falsi pudori e risatine stentate, un momento televisivo finto-alla-mano appositamente studiato per permettere a Renzi di lanciare il fiducioso messaggio di speranza alle giovani generazioni.

Matteo Renzi Bruno VespaMatteo Renzi Bruno Vespa

 

Roba che il cinegiornale dell’Istituto Luce gli avrebbe fatto una pippa (sempre per restare in tema). E dunque avanti con la politica pulita, e lui che è «come il capoclasse», e Napolitano che è saggio e non polemico, l’Unità d’Italia, «faremo presto», i ladri «vanno presi a calci nel sedere», e «mi rottameranno?», con Vespa che tenta di trasformare la trasmissione in un Portina a Portina, la Clerici che tenta di trasformare la trasmissione in un «Ti lascio un Renzone», e i bambini che assistono come piccoli robot, svuotati di ogni naturalezza, di ogni genuinità, calpestati cioè in quello che hanno di più autentico. Alla fine una di loro trova la forza di porre la terza graffiante domanda prevista dal rigido copione autoriale: «Con tutto il lavoro che fa, quando trova il tempo di dedicarsi ai suoi figli?», chiede.

 

RENZI E BOSCHI NEL PRESEPERENZI E BOSCHI NEL PRESEPE

E il premier gonfiandosi come una mongolfiera, scolpisce sulla carne dei bambini, la frase da consegnare ai posteri: «Vorrei avere più tempo, si capisce, ma so che sto facendo qualcosa di utile agli altri». Del resto, si sa, a Palazzo Chigi la luce è sempre accesa. Credere, obbedire e scrivere a Babbo Natale.

 

L’ultimo colpo di scena del teleshow, infatti, è una letterina recitata dalla piccola Sofia che ha l’aria di una che ha provato la parte centinaia di volte. Si sbraccia per seguire le istruzioni che le hanno conficcato in testa. E infatti risulta spontanea come una cerimonia al Quirinale. Il testo che le hanno imposto, poverina, la costringe a dire Buon Natale a un sacchetto dell’immondizia, a uno «scontrino non emesso», alla «macchina parcheggiata sulle strisce», alla «fila furbescamente saltata» e persino al mozzicone di sigaretta gettato per strada.

 

matteo renzi al quirinalematteo renzi al quirinale

Roba che se Telefono Azzurro fosse ancora tra noi avrebbe dovuto fare irruzione in diretta e chiedere l’immediata sospensione della trasmissione, e soprattutto degli sciagurati che hanno costretto la piccola a questa esibizione. Invece niente. C’è solo il premier che assiste compiaciuto. Poco ci manca che dica: «Lasciate che i bambini vengano a me». Del resto non è nuovo a exploit del genere: ricordate la visita alla scuola di Siracusa? Gli avevano intonato la canzoncina: «Facciamo un salto, battiam le mani, ti salutiamo tutti insieme, presidente Renzi».

 

E lui rideva. Uno spettacolo che fece richiamare ai più il precedente dei figli della Lupa. Proseguiamo su quella strada. Chi ci dà i bambini? Matteorenzini. Eia Eia Rottamalà. Expo e moschetto, renziano perfetto. Ecco: i Balilla di Matteo colpiscono ancora. E stavolta con la complicità della Tv pubblica che organizza non una festicciola in una scuola, ma una prima serata Tv.

 

Che, fra il buon Natale al sacchetto dell'immondizia e la domanda sul gabinetto, alla fine è risultata triste come poche. Anche l'uscita di scena di Renzi non è andata benissimo. Ha cercato di strappare un applauso con un'ultima frase ad effetto: «Cari bambini, voi siete già l'Italia che deve fare un bel 2015», ha detto.

 

Si aspettava un applauso, invece l'ha accolto solo un gelido silenzio. E così se n’è andato un po’ mesto mentre Vespa già faceva capolino tutto allegro tra gli chef pluristellati. «Che cosa sta preparando?». «La purea di topinambur». Piatto un po’ insolito, si capisce. Ma di sicuro più digeribile di questa marmellata di bimbi e potere in Tv

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…